V - Il torneo

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Tutto andò a rotoli in poco tempo. Ci vuole sempre tempo per costruire qualcosa, ma solitamente per distruggerlo ci vuole soltanto un istante.

Le trombe suonavano già da qualche ora, le campane riecheggiavano riempiendo le strade di buon umore. C'era gente ovunque che camminava lieta. Era il giorno previsto dai maestri per la nascita del figlio maschio di Re Viserys I. Cosa poteva esserci di più bello? Infondo una figlia femmina non sarebbe mai bastata per compiacere il popolo. E così, mentre mia madre partoriva io ero assieme a Alicent Hightower, sugli spalti della platea d'onore per poter assistere al torneo.

Perché mio padre aveva organizzato un torneo? Per festeggiare la nascita del suo erede, ovviamente.

Tutto questo mi passò dalla mente quando vidi Alicent nel suo abito azzurro sedersi di fianco a me. Aveva un sorriso sbarazzino sul volto ed era già pronta a raccontarmi tutti gli aneddoti più succulenti che quel torneo ci aveva riservato. Del resto, mio zio, Daemon Targaryen aveva ripulito tutte le strade di Approdo del Re per rendere la capitale degna e sicura per accogliere tutti gli stranieri che venivano a porgere regali e complimenti al re. Tutti sorridevano quel giorno.

- Benvenuti! So che molti di voi hanno affrontato un lungo viaggio per essere qui ai giochi, ma vi prometto che non resterete delusi. Quando guardo i valorosi cavalieri in gara, io vedo un gruppo senza eguali nella nostra storia. E questo grande giorno è reso ancora più propizio dalla notizia che sono felice di condividere con voi: la regina Aemma è appena entrata in travaglio! -
Queste furono le prime parole che sentii quel giorno, il cuore mi balzò in gola al pensiero.
- Che la fortuna dei sette risplenda su tutti i combattenti! - augurò il Re Viserys e ogni persona presente applaudì e urlò a quelle parole. Era il torneo più sfarzoso degli ultimi vent'anni, organizzato esclusivamente per la nascita di colui che avrebbe ereditato il Trono di spade.

L'arena era gremita di gente che urlava e tifava per i cavalieri che erano già pronti a scatenare l'inferno, aspettavano soltanto l'ordine del Re.

Daemon indossava un'armatura costosa e sfarzosa, ricca di dettagli: completamente scura e con i richiami della casa Targaryen. L'elmo in particolar modo richiamava la testa selvaggia di una viverna. Anche il suo splendido purosangue scuro era ricoperto da un'armatura simile alla sua. Fu naturale per me sorridere al suo passaggio.
Sfilò davanti ai suoi sfidanti e poi allungò la lancia senza testa armata contro colui che intendeva sfidare: Sir Wayne Hightower.
Alicent prese a torturare dinuovo le sue dita ed io non seppi cosa fare o dire. Era suo cugino dopotutto e partecipare al torneo contro il principe Daemon era da folli. Un vero suicidio. Lo scontro durò poco, i cavalli corsero lungo la pista e mio zio disarcionò il suo avversario in poco tempo colpendo il cavallo al posto dell'uomo che lo cavalcava.

A passi lenti il cavallo di Daemon si avvicinò al palco.

- Posso chiedere il vostro favore, lady Hightower? - domandò puntando i suoi occhi scuri contro quelli di Alicent che rispose a monosillabi e si girò meccanicamente per dare al vincitore una ghirlanda di fiori.
Quando lui si allontanò vittorioso, io bisbigliai nel suo orecchio:
- Stai bene? È vivo, sta tranquilla. -

Ma lei non rispose. Da quando condividevano quel segreto, non era più la stessa. Arrossiva a ogni mia parola e in pubblico si dimostrava più cinica e distaccata. Compresi il messaggio e mi allontanai anch'io. Mi faceva male vederla così.

Le sfide successive passarono così velocemente che non riuscii a imprimerle nella mia testa. Eppure ricordo perfettamente la finale di quel torneo, quando un cavaliere misterioso di nome Ser Criston Cole sfidò Daemon Targaryen.

I due si fronteggiarono duramente, prima a cavallo e poi quando mio zio cadde decise di proseguire il duello con la spada. Il cavaliere invece si armò di una mazza chiodata. In un clangore di colpi e uno sferragliare che riecheggiò, mentre il pubblico urlava, vidi per la prima volta mio zio a terra. Ser Criston Cole aveva vinto.

- Chi è quell'uomo? - chiesi ad alta voce e la mia guardia del corpo rispose un po' distrattamente.
- So che è un dorniano e che non ha origini nobili. Per il resto ne so quanto voi. -

Quando quell'uomo si tolse l'elmo vidi il suo viso. Era abbronzato, con una carnagione olivastra e impertinenti occhi scuri. I capelli castani erano imperlati del sudore a causa dello sforzo e immediatamente si avvicinò al palco trionfante.
- Posso chiedere il vostro favore, principessa? - ed io sorrisi per poi ripetere il gesto che avevo già fatto mille volte ad altri cavalieri. Solo che Ser Criston Cole mi rimase dentro, impresso come un dipinto.

Ero talmente assorta da ciò che era successo che non mi resi conto che man mano tutti stavano sparendo. Le sedie erano vuote e i consiglieri di mio padre erano spariti chissà dove.

- Che sta succedendo? - ma tutti mi ignorarono.
Alicent tentò di fermare suo padre, ma questo dopo averle bisbigliato qualcosa nell'orecchio se ne andò.

- Posso sapere cosa diavolo sta succedendo? - domandai ancora.

La mia migliore amica mi avvolse in un abbraccio forte, doloroso. Sentivo il suo respiro più irregolare del mio.

- La regina Aemma è morta. E con essa, l'erede. -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17 ⏰

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