Capitolo 1

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Non avrei mai immaginato che sarebbe potuto succedere. A me, soprattutto.
«Abbiamo brutte notizie, Olivia» furono le prime parole che uscirono dalla bocca del dottor Harris. Ogni minuto la frequenza cardiaca del mio cuore aumentava e io mi sentivo morire. Mia madre, in piedi accanto a me mi teneva la mano. La sentivo tremare.
«Dica..»
«Dai suoi ultimi esami.. Abbiamo notato che nel suo cromosoma 7 risulta un problema. Lei ha.. La fibrosi cistica. È per questo che ultimamente ha avuto attacchi d'asma così frequenti»
No no no no no, non è vero! Sono una normale diciassettenne piena di sogni e speranze. Non possono andare in frantumi, così!
E invece sì.
Non dissi niente. Aspettai che i brividi abbandonassero il mio corpo. Strinsi la mano di mia madre e chiusi gli occhi.
«So che è.. È difficile..»
Difficile? Difficile e basta? È un incubo.
«Io..» sospirai «Io non voglio morire». A quel punto sentii mia madre piangere, la prima volta da quando mio padre ci aveva abbandonate sei anni prima. Il dottore mi passò un fazzoletto e continuò «Mi senta Olivia, faremo di tutto per cercare una cura. La conosco dal primo giorno nel quale è nata. Non può buttarsi giù adesso».
Non può buttarsi giù adesso. Aveva ragione.
Non aprii più bocca da quando uscimmo dall'ospedale. Quel luogo così macabro, buio, oscuro, nel quale la gente soffre, muore. Il mio destino.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso. Non una parola, il mio cuore si era spezzato in migliaia di pezzi.
Arrivammo sul vialetto di casa e mia madre ruppe il silenzio: «Il dottore mi ha prescritto le cure.. Ci sono molte precauzioni che dovrai prendere, e-» si interruppe e pianse ancora. Non potevo crederci. La strinsi forte a me, più che potevo.
«Mamma lo so che sarà difficile. Abbiamo superato tantissimi ostacoli insieme. Ti voglio bene, ho bisogno che tu mi stia accanto ora più che mai». Iniziai a piangere anche io.
Sentivo un vuoto dentro di me, come se mancasse qualcosa. I miei polmoni si stavano riempiendo di muco.
Fibrosi cistica. No no no no.
Mi staccai da lei ed entrammo in casa. La scuola ora non contava più niente, la musica, il mio sogno di volare in America si erano frantumati con un "Lei ha la fibrosi cistica".
Non mangiai quella sera. Ero stanca, avevo la mente piena di pensieri. I miei amici, come l'avrebbero presa? I miei compagni, mio padre, i miei insegnanti e mia nonna, che viveva per me.
Tutte quelle speranze.
Che schifo! Perché a me?
Non avevo ancora dato il mio primo bacio, ero ancora vergine e probabilmente la sarei stata per sempre. Avevo migliaia e migliaia di sogni. Incontrare Calum ed andare insieme a lui ad un concerto degli All Time Low era il primo punto della lista. Calum, il mio migliore amico. Il mio migliore amico anche se abitava a 7 ore da me, l'unico capace di farmi sorridere nei giorni più tristi, che mi mandava i messaggi alle 4 del mattino solo per dirmi quanto io fossi importante per lui, ogni tanto scriveva anche qualche canzone per me, con il suo basso nella sua camera e mi parlava di quanto il calcio fosse importante per lui. Con quei suoi occhi color nocciola e quei suoi capelli neri bellissimi che avrei voluto toccare. Ci conoscevamo da ormai un anno, ci eravamo conosciuti su un sito di musica, nel qualche io avevo pubblicato una foto della mia maglietta degli ATL e da lì è nato tutto. Quando parlavo con lui, tutto cambiava.
Al secondo punto c'era la felicità di mia madre, sapevo quanto avrebbe sofferto. Al terzo punto volare in America, e vivere lì, sposarmi lì e lavorare lì.
Mi misi davanti allo specchio e mi spogliai. La pelle era troppo bianca, i capelli castano chiaro che mi cadevano sulle spalle dolcemente, le mie gambe. Dio solo sa quanto avevo lavorato sodo per eliminare tutte quelle smagliature e quella cellulite. Ero calata ben 10 chili in un solo anno.
La notte passò lentamente e la trascorsi piangendo. La mattina mi svegliai con gli occhi gonfissimi, non avevo voglia nemmeno di truccarmi. Mi sentivo stanca, ma ora più che mai avevo bisogno di vivere.


Distance will kill us |c.h|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora