È impossibile-Sonya

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Aprii gli occhi... Non che facesse troppa differenza visto che eravamo al buio e non si vedeva niente... Provai a muovermi ma subito inciampai su qualcosa di morbido, sentii un grugnito di dolore -Aia, cosa... Cosa è successo?-
Annabeth....
-ANNABETH, OMIEIDEI...STAI BENE!-
-Parla piano... sono tutta intontita senza che ti ci metta anche tu! Sonya... Dove siamo?- frugai nel mio zaino alla ricerca disperata di una torcia, esultai quando la trovai, la accessi e vidi per terra una massa di corpi ammucchiati, erano i miei compagni e a quanto pare di stavano riprendendo tutti. Feci vagare la luce su tutta la sala: era circolare e aveva al centro una fontana e sui muri erano dipinti bellissimi affreschi romani, su un muro stavano due porte. Un dubbio... Un orrendo dubbio mi si insinuò nella testa -No...- sussurrai, mi avvicinai alla parete più vicina e tastai il muro e infine lo trovai... Quel segno di cui Annabeth mi aveva parlato... Quello disegnato sul suo portatile...il marchio di Dedalo.
-No...- sentii dire ad Annabeth -NO!- urlò di nuovo, sentii che la sua voce si spezzava -Annabeth...- sentii Percy -Annabeth, stai tranquilla non é come l'ultima volta, lui non c'è, stai tranquilla.- la stava consolando, non avevo mai sentito Annabeth piangere così tanto -Percy...- disse lei all'improvviso -È quella sala.-
-No Annabeth, tranq...- alzò lo sguardo e la voce li morì in gola- Ce la faremo anche stavolta Annabeth, te lo giuro sullo Stige.- disse Percy a un tratto, dalla sua voce trasparivano varie cose: determinazione, paura, speranza e amore... Tanto, tantissimo amore.
Annabeth smise di piangere e si alzò, gli altri erano ancora un po' frastornati e sicuramente non avevano ancora capito bene cosa stava succedendo. Mi avvicinai a Luke e vidi che stava bene a parte un profondo taglio sul braccio, lui tentò di mettersi in piedi ma non riuscendoci si accasciò al suolo -Aspetta!-dissi- ti medico io.- mi avvicinai a lui e tirai fuori dallo zaino il mini kit del pronto soccorso, li fasciai il braccio e li diedi dell'ambrosia mentre lui tra i vari sussulti di dolore diceva che non era niente -Adesso, tu stai zitto e ti fai curare okay?- dissi perdendo la pazienza -Sonya, davvero... Non è niente!-
-Zitto.-
-Son...- li lanciai un'occhiataccia da dieci lode e lui si decise a smettere di scocciare -Grazie...- mormorò quando ebbi finito, mi avvicinai ad Annabeth che ancora bianca come un cencio guardava le porte, il suo sguardo trasudava terrore e speranza allo stesso tempo.
Si avvicinò alle porte -ANNABETH CHASE!- riecheggiò una voce ( o forse due) con tono sarcastico, ci fu un lampo di luce e un uomo bizzarro apparve davanti a tutti, aveva... Come dire... Due facce rivolte verso lati opposti in modo che solo un occhio per ogni faccia potesse guardarci -Giano.- disse lei con tono acido -Ti avevo avvertito che prima o poi avresti dovuto compiere una scelta.- continuarono in coro -Cosa hai deciso? Ti fidi di me...- disse la faccia a destra -...o di me?- disse quella di sinistra mentre le porgeva invitante una chiave, Annabeth assunse un'aria strana, era indecisa, terribilmente indecisa.
-Una chiave ti condurrà alla salvezza e l'altra alla morte.- continuarono -Ma quale? La mia...- -...o la mia?- continuarono.
Mi sentii montare dentro la rabbia, non era giusto, io non volevo trovarmi in quella situazione " Puoi farlo" mi disse una voce nella mente, somigliava incredibilmente sia a quella di Atena che a quella di Ecate "Posso farlo..." Mi ripetei io "posso farlo...POSSO FARLO." Immaginai un lungo corridoio che ci portasse da Hazel, ci misi tutta la mia volontà, tutta la mia rabbia, la frustrazione e il deisderio, sentii il battito del mio cuore che accelerava, strinsi forte gli occhi "Ce la farò... Ce la farò a ogni costo", sentii il potere fluire dalla mia mente, i muscoli mi dolevano terribilmente ma continuai a sforzarmi di immaginare il corridoio, la via che ci crebbe portato da Hazel, sentii anche una forza potentissima che mi resisteva ma cercai di abbatterla, immaginai quella forza messa a forma di muro e lo sfondai e il potere iniziò a fluire più velocemente, con più intensità, percepii un vento, un vento fortissimo e i miei compagni che urlavano, i muscoli si rilassarono, il vento cessò e io riaprii gli occhi -ANNABETH! L'ALTRO CORRIDOIO!- lei non si girò neanche e si mise a correre e gli altri subito dietro -Non puoi nasconderti per sempre Annabeth Chase! Prima o poi riuscirò a farti compiere la scelta!- urlò Giano mentre il muro si chiudeva dietro di noi.
Corremmo a perdifiato finché non arrivammo in un altra sala, una piccola figura era rannicchiata in un angolo, ma non feci intendo a vedere niente -Ci sono... Riuscita.- dissi in un fiato e mi abbandonai tra le braccia dell'incoscienza.

Semidei-Il mare in rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora