『13』

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In quel momento Christian si sentiva debole.
Lui lo sapeva che è stato così da sempre.

È sempre stato debole, ma ha sempre cercato di mostrarsi forte.

Il riccio viveva da anni nelle sue insicurezze, nelle sue paure. Ha sempre vissuto solo, senza nessuno accanto con cui sfogarsi. E in quel momento così si sta sentendo Christian.

Debole e solo.

Senza forza di lottare per quello che vuole veramente.

Ma in realtà lui cosa voleva veramente? Aveva tutto, dei genitori che li vogliono bene, forse un po' troppo severi, però che li volevano bene; una sorella che ci è stata nei momenti difficili e cosa più importante una futura moglie, una figura femminile da cui avrebbe ricavato dei figli per poi farli crescere e avere un futuro stabile.

Un futuro possibile, un futuro bello agli occhi di tutti, un futuro felice.

Felice per tutti ma non per il moro. E non solo per lui.

Ora il corvino si trovava rannicchiato su stesso, sul suo letto morbido coperto da lenzuola bianche, dalla sua faccia fuoriuscivano delle lacrime che mano mano che uscivano dai suoi occhi verdi, le asciugava ci fretta con il dorso della sua mano.

Si chiese perché stesse così male, perché gli sembrava che vivere una vita così perfetta, così organizzata perfettamente, non è la cosa migliore per lui.
Voleva delle risposte, però non poteva trovarle da solo. Gli serviva un aiuto, o probabilmente anche più di uno.

Il moro si alzò dal suo letto, solo dopo aver sentito il campanello suonare per ben tre volte.

Non stavo aspettando nessuno, pensò Christian andando ad aprire la porta.

Il riccio, non aveva un aspetto accettabile. Ma a lui non importò e aprì la porta, sorpreso di quella visita inaspettata.

"Ciao persona, come stai?" chiese Alex, entrando facendo come se fosse casa sua.

Christian non rispose, semplicemente fece accomodare anche gli altri all'interno della sua dimora, per sapere cosa ci facevano lì.

"Posso sapere perché siete qui?" chiese il moro.

"Come perché siamo qui, Chri? Non ti sentiamo da tanto e giustamente ci siamo preoccupato" rispose con fare ovvio Luca.

"Oh..beh...grazie" disse solamente il proprietario di casa.

"Comunque, oltre a venire a vedere come stai, vorremmo sapere se hai notizie di Mattia. Sei stato l'ultimo ad averlo visto, e poi sei andato da lui a Bari, quindi qualcosa sarà successa" domandò Luigi cercando di essere più dolce possibile, volendo sapere se anche il suo amico biondo stesse effettivamente bene.

"È..un po'...complicato da dire in realtà. Posso solo dirti che è rimasto lì a Bari, ma non so se ritornerà, almeno per il momento intendo. Poi.. -disse prendendo un bel respiro profondo prima di continuare-..io, io non credo che lui al momento stia bene. Ho fatto una cazzata, ma non riuscirò mai a farmi perdonare questa volta"

"Cosa gli hai fatto Christian." chiese preoccupato Nunzio.

La verità è che nessuno di loro era pronto ad ascoltare la verità che c'è dietro il dolore del minore. Ma volevano e dovevano saperlo, almeno per aiutare i due.

"Io..lo ferito un'altra volta. Mi ero ripromesso che non lo avrei rifatto, ma dovevo..-disse cercando di non piangere ancora-..dovevo farlo. Ho odiato così tanto vedere i suoi occhi spenti e la voce che urlava piena di rabbia, non lo avevo mai visto così"

Le lacrime ormai scorrevano veloci sul volto del riccio, cercò di non singhiozzare troppo forte, ma non ci riuscì. Gli altri capirono che il proprietario di casa non era pronto a dire cosa sia successo, ma erano pronti ad aiutarlo.

Voglio essere il tuo futuro|| ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora