La palestra era vuota, fuori dalle finestre si poteva vedere il sole tramontare, inoltre la luce che entrava era di un colore rossiccio-viola, si poteva proprio sentire l'aria di fine giornata.
I due giocatori che dovevano rimanere a pulire avevano finito il loro turno ed erano tornati a casa, lo stesso lo fece anche il coach, e anche se non molto convinta, anche la mia nuova amica tornò nella propria abitazione.
Le uniche due persone rimaste in quella palestra eravamo io e il capitano.<bene, siamo rimasti solo io e te, di cosa volevi parlare? Del fatto che ti ho umiliato davanti a tutta la squadra?>
<vieni, siediti qui>
Il corvino si sedette in un angolo della palestra, dopodiché schiaffeggiò leggermente il posto difianco a lui, come per invitarmi a sedermi li.
Era stranamente calmo, non era lo stesso ragazzo che avevo davanti quando eravamo con gli altri, non che anche lì non fosse un ragazzo calmo, ma gli piaceva molto di più provocare.
<che stai aspettando?>
<d'accordo, se hai intenzione di baciarmi sappi che non sono qui per questo>
<ti fai troppi film mentali tu, avanti siediti>
Il suo tono così calmo e docile, non ci ero per niente abituata.
Decisi di assecondarlo e di sedermi difianco a lui, ci fu un silenzio tombale che venne colmato solamente dal rumore dei corvi che si trovavano al di fuori della palestra.<ho sentito che facevi pattinaggio artistico. Quando abbiamo avuto quella discussione mi avevi detto che avevi dato tutta te stessa per poi ritrovarti qui>
<vai al sodo>
<se il pattinaggio era il tuo sogno, come mai ora ti trovi in un'altro paese e a fare la manager per una squadra di pallavolo maschile?>
Quella domanda mi spiazzò completamente.
Da quando era successo quell'incidente mi ero chiusa in me stessa, nessuno aveva provato a parlarmi o a cercare di tirarmi su il morale, e come biasimarli, ero un morto vivente che camminava, non ero un qualcuno con cui si voleva passare un bel momento.
<forse ho toccato un tasto dolente, in caso ti chiedo scusa, ma vorrei capire cosa è successo. D'altronde sei la nostra manager, se c'è qualcosa che può crearti disagio è giusto che noi lo sappiamo in modo da poterti aiutare>
<tipo il tuo modo di provocare la gente mhp?>
<oh eddai per una volta che non voglio provocarti lo devi fare tu>
Io e il ragazzo cacciammo una lieve risata, era vero Kuroo era uno che amava provocare e in quei due giorni avevo potuto avere modo di vederlo dal vivo, eppure in quel momento non sembrava nemmeno lui.
Mi emanava delle sensazioni positive, sensazioni di un ragazzo di cui potevo fidarmi, una persona a cui potevo raccontare quello che era successo.<d'accordo hai vinto tu, ti avviso subito che non è una storia con un lieto fine>
<si può capire dal semplice fatto che tu ora ti trovi qui difianco a me>
<vero hai ragione>
Mi guardai attentamente le mani, stavo tremando dalla paura, dovevo raccontare di quell'incidente a lui, da dove dovevo partire? Cosa dovevo dire? Come dovevo dirlo?
<hey, se non te la senti è ok>
Disse per poi portare un braccio attorno al mio collo, il mio sguardo si soffermò su quel gesto, sopratutto sulla sua mano.
Aveva una mano molto grande, era piena di lividi e tagli e aveva un paio di vene ben visibili, le nocche erano distrutte e le unghie tutte rovinate, si vedeva che apparteneva a un ragazzo come lui.
<come mai sei così bipolare?>
Chiesi senza guardarlo in faccia, non ne avevo il coraggio.
<sei proprio un bel tipetto eh, te l'ho detto sei la nostra manager e per la tua sicurezza vorrei capire che cosa ti può turbare o meno. Non sono qui per baciarti, hai capito male micetta>
<e questo nuovo soprannome?>
<ti si addice molto, ora davvero, se non te la senti ti accompagno a casa prima che faccia troppo tardi>
Poggiai la nuca al muro e guardai il soffitto, quell'accaduto era una ferita ancora aperta e non sapevo se sarei scoppiata in lacrime raccontandolo.<hey..>
<Marga perfavore non abbandonarmi, non andartene anche tu, mi avevi promesso che saresti venuta a vedermi alle Olimpiadi>
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Russian blade || Kuroo Tetsuro
FanfictionIo e il ragazzo ci presimo di nuovo per mano, e ricominciammo a pattinare lungo la pista assieme, era così rilassante poterlo fare assieme a lui, mi sentivo sicura di quello che stavo facendo e non avevo paura di niente. Sapevo che volevo che fosse...