Capitolo 20

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Pov's Anastasia
<cavolo tra poco c'è la pausa, chissà cosa vorrà dirmi Kuroo>
<te l'ho detto, scoperete>
<razza di->
Tirai una manata sulla schiena di Kia con violenza, d'altronde lì ci poteva sentire chiunque.
<ti faccio una domanda, a te piace? >
Quella domanda mi lasciò completamente di sasso.
Sinceramente non ne avevo idea, negli ultimi due mesi io e Tetsuro avevamo condiviso praticamente di tutto, inoltre grazie a lui ero tornata a pattinare, però non riuscivo ancora a comprendere cosa eravamo io e lui.
<non lo so, lo vedremo col tempo>
<dicono tutti così>
Io e la rossa ci misimo a ridere tra di noi, dopodiché tornammo a osservare i ragazzi che continuavano ad allenarsi, dovevamo a tutti i costi portarci a casa anche quella vittoria, per poi vincere anche la semifinale, e poi la finale, e arrivare ai nazionali!
Dovevamo vincere, a ogni costo.

Non appena incominciò la pausa, consegnammo le bottigliette a tutti i giocatori, ormai era diventato un rito e nessuno provava a saltarci addosso per un po' d'acqua.
<Volkov>
Per la prima volta sentì Kuroo chiamarmi per cognome, era veramente strano e mi metteva quasi a disagio.
Non appena mi voltai lo vidi lì immobile, i suoi occhi castani erano dannatamente agitati e cercavano il mio sguardo a ogni costo.
<dai andiamo, ti devo parlare>
<d'accordo!>
Poggiai le bottigliette e i fogli sulla panchina, e una volta incrociato lo sguardo un paio di secondi con quello di Kia, seguì il ragazzo più grande nel solito sgabuzzino che ormai conoscevo a memoria.

Una volta entrati, egli socchiuse la porta, in modo da far passare uno spiraglio di luce che illuminasse la stanza, dopodiché ci sedemmo per terra l'uno affianco all'altra.
<quindi? Che devi dirmi?>
Sentì Kuroo cacciare un sospiro, dopodiché si portò le braccia sulle proprie ginocchia, in modo tale da nascondere il proprio viso.
<Kuroo? È tutto ok?>
Io e il ragazzo rimasimo un paio di minuti a fissarci come degli idioti, dentro allo sgabuzzino l'unica luce che illuminava i nostri corpi e ciò che ci circondava era quella proveniente dall'uscio della porta.
<è difficile da spiegare, non so neanche da dove partire>
<tu che non sai come spiegare qualcosa? Mi sembra abbastanza surreale, usa il tuo solito modo hehe>
<è diverso stavolta, e se sbagliassi a spiegarlo?>
<tu fallo come meglio credi! Sai che non ti giudicherò mai>
Il corvino annuì leggermente un si con la testa, per poi abbassare lo sguardo un paio di secondi in maniera pensierosa.
<vedi, i-io..>
Era la prima volta che lo vedevo così agitato per qualcosa, le mani e il labbro gli tremavano, inoltre cercava in ogni modo di nascondersi.
<Kuroo>
Senza pensarci troppe volte gli presi le mani con le mie e le strinsi dolcemente.
<a modo tuo ricorda, io non ti giudicherò mai>
<mhp..>
Le spalle del ragazzo si fecero più possenti, portandole all'indietro e avvicinando il proprio corpo il più possibile contro il mio.
<che c'è? È successo qualcosa?>
<non parlare>
Spostò una mano dalle mie per poi portarla sulla mia guancia, spostando leggermente una ciocca di capelli che avevo in viso.
Il suo viso si fece sempre più vicino, il respiro di entrambi si fece più affannoso e il mio battito cardiaco incominciò ad accelerare senza rendermene conto.
La distanza che c'era tra di noi stava diminuendo sempre di più, socchiusi gli occhi e mi feci trasportare dal mio cuore, era la prima volta in vita mia dove spensi del tutto il cervello e ogni minimo pensiero che potevo avere in quel momento.
<cazzo se ti amo>

Una volta dette quelle 4 parole, le mie labbra incontrarono le sue, unendosi in un lungo bacio, le sue labbra a contatto con le mie erano calde e umide,il labbro inferiore mi tremava dall'emozione, non mi sembrava vero.
Nessuno dei due volle interrompere quel momento così chimico, era troppo importante e piacevole per essere interrotto subito.
Non avevo mai provato una sensazione così, sembrava una fottuta droga alla quale ne ero diventata dipendente, e probabilmente era la verità; Kuroo Tetsuro era stato l'unico ragazzo che in quei due mesi e mezzo per me c'era sempre stato, facendomi ridere quando stavo male con le solite provocazioni.
Quello era sempre stato il nostro rapporto, fin dal primo momento, da quella cazzo di macchinetta di scuola che aveva deciso di non farmi scendere la mia bibita, probabilmente se non fosse stato per quello io e lui non ci saremmo mai conosciuti, e anche se mi fossi iscritta al club di pallavolo non avremmo legato così tanto.
Il destino era qualcosa di veramente strano, mi aveva tolto una persona a me cara, e me ne aveva fatto conoscere un'altra, non avrebbe mai preso il suo posto, ma mi avrebbe aiutato ad andare avanti, lo avremmo fatto insieme.

Le nostre labbra si staccarono, lentamente aprì gli occhi e guardai quei due occhi castani che mi guardavano nella penombra, era uno sguardo innamorato, lo potevo riconoscere tra mille.
<micetta, io->
Gli tappai la bocca con un dito, in modo da fargli capire che non aveva sbagliato nulla, dopodiché mi avvicinai il più possibile, riunendo quel contatto carnale tra le nostre labbra, chiedendo stavolta accesso con la mia lingua, e il ragazzo acconsentì immediatamente.
Le nostre lingue iniziarono una specie di danza e lotta tra di loro, mi sentivo ancora più unita a quel ragazzo, la gola e le guance mi stavano andando letteralmente a fuoco e la pancia mi brontolava, era tutto così magico, ed era successo in quel dannato sgabuzzino, dove più volte io e lui ci eravamo confidati le nostre cose più intime.
<quindi..>
<questo era quello che volevo farti sapere, te lo avevo detto nella lettera, lo avrei fatto a modo mio>
<ora si spiegano tante cose, comunque.. non so cosa dire>
<non dire nulla, non c'è ne bisogno, il nostro rapporto non cambierà mai, non ti toccherò neanche con un dito se tu non vuoi, specialmente dopo questo bacio, sono fatto così>
<ne riparliamo dopo, ora dai usciamo, dobbiamo continuare ad allenarci>
<d'accordo haha>
Con una mano mi aiutò a rialzarmi, dopodiché appena fummo entrambi i piedi ci scambiammo un'altro bacio, a quanto pare non ero l'unica che sentiva la mancanza di quel contatto.
<ora andiamo seriamente però, forza micetta>
<va bene va bene>

Aprimmo la porta dello sgabuzzino, dopodiché tornammo in palestra, lui tornò ad allenarsi assieme ai suoi compagni mentre io mi sedetti difianco alla mia amica.
<ti vedo diversa, è successo qualcosa nello sgabuzzino?>
<stasera ti chiamo e ti racconto tutto, sappi soltanto che ora ho un calore in corpo immenso>
<potrei aver già capito, ma voglio tenermelo per stasera, non vedo l'ora>
Io e lei ci scambiammo un sorriso, dopodiché entrambe tornammo a guardare gli allenamenti, in particolar modo i ragazzi che volevamo guardare, nonché Kenma Kozume e Tetsuro Kuroo.

Russian blade || Kuroo TetsuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora