CHAPTER III

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In una sera dal clima mite, a Palazzo si respirava aria di festa mentre le risa dei commensali riecheggiavano tra le mura della sfarzosa sala preparata a dovere per porre gli onori al prode Capitano, capace di aver sventato un attacco al grande Reame del Re Jandro IV. Fu proprio lui, invero, a pretendere la presenza di quella ciurma scalmanata presso il suo castello per poter omaggiare il loro capo che, dopo molte e moltissime preghiere da parte di loro, era riuscita a lasciarsi convincere per presentare al cospetto di Lui. Ora banchettavano spalla a spalla mentre le giocose armi dei bardi suonavano storie e cantavano lodi, uno di loro, Joasim, aveva già composto le sue gesta che, da quel momento, avrebbero viaggiato il mondo assieme al giovane canterino. Il Capitano fu lusingata ma al contempo proprio non riusciva a capirne il motivo: prodi cavalieri e coraggiosi Re da tutti i posti fremevano all'idea di esser decantati ma per lei non era cosa di molto conto, forse perché era un pirata o forse semplicemente perché lo reputava frivolo e senza senso. Comunque, buttò giù dell'altro vino che, per quanto non vi fosse abituata, dovette ammettere essere realmente ottimo. Uno dei migliori mai bevuti, non che avesse tanto metro di paragone, pensò ridacchiando tra sé e sé. I suoi compagni erano radunati al lungo tavolo a cui anch'ella sedeva, qualcuno era prossimo e qualcun altro distante, ormai già perso nel raccontare fandonie alle donne invitate per loro dal Re. Un unico posto rimase vuoto, esattamente accanto all'uomo barbuto che li stava ospitando. In realtà la corvina ci impiegò un po' di tempo prima di capire a chi spettasse ma quando seppe la giovane età della Principessa seduta al lato della Regina, seppe immediatamente che l'unica assente fosse l'Erede. Scoppiò in un riso divertito interiormente, pensando all'attitudine che dovesse avere quella donna che si era presa l'agio di non presenziare al banchetto del Padre, ed il divertimento non fece che aumentare al sol pensiero di ciò che sarebbe successo tra la giovane ed il buon Re che ora le stava parlando continuando a lodare il suo gesto istintivo. Nemmeno quella volta era riuscita a conoscere la donna più discussa del Villaggio e quello non faceva altro che aumentare la sua curiosità nei confronti di lei. Che il Capitano fosse convinta di poter riuscire a rubarle il cuore? No, nessuno – se lo chiedeste – lo direbbe mai ma, in realtà, la corvina in cuor suo lo sapeva bene. Del resto non era mai riuscita a resistere alle sfide, nemmeno un'unica volta. Perciò, che fosse per lei una sfida? Ebbene, questo lo ammetterebbe chiunque senza batter ciglio. Quel che, però, la giovane pirata non sapeva, era che poche centinaia di passi da lei qualcuno giaceva alla luce di un candido e bollente fuoco, tra le braccia di uno dei più fedeli uomini del Re. Ebbene, mie cari lettori, chi altro potrebbero essere queste due figure ondulanti al chiaror di un fuocherello, se non la Principessa Karla ed il suo amante, Sir Shavn? Camila era riuscita a sgattaiolar via dalle sue stanze, dove il severo Padre l'aveva confinata per aver rifiutato di eseguir i suoi ordini, ma lei lo capiva... del resto era pur sempre una suddita del Re, seppur destinata al suo posto. Non aveva fiatato, perciò, quando l'uomo gli aveva impedito di metter piede fuori dalla stanza e categoricamente vietato di lasciar la presenza della sua dama da compagnia, Dinah Jane. Si era limitata a ghignare, a capo chino, prima di veder la figura massiccia abbandonare la camera sbattendo la porta alla sua uscita sotto lo sguardo vigile dell'altra donna. Appena dopo, la Principessa regalò un magnifico sorriso a Dinah, sua amica e compagna di una vita, ed insieme scoppiarono in una rumorosa risata. Invero, Karla e Dinah Jane erano praticamente cresciute assieme, la seconda era figlia di un famigerato curatore del Villaggio nonché medico personale del sovrano che, purtroppo, era passato a miglior vita pochi anni dopo la nascita della fanciulla già orfana di madre, così il buon Re la prese con sé, relegandole un ruolo fondamentale per la vita di un sovrano, fondamentale per la vita di sua figlia. In verità, per Dinah Jane non era nemmeno così difficile assistere Camila, del resto erano come sorelle e per lei non era mai stato un dovere il suo compito essendo sempre state così intimamente connesse. Lei era stata la prima ed unica persona a cui Karla si era raccontata, Dinah Jane conosceva ogni particolare della vita dell'altra, e viceversa, Camila conosceva ogni singola minuzia della sua. Proprio come farebbero due semplici amiche del cuore, senza essere Principessa e Dama di compagnia. Per questo motivo, la compagna era già a conoscenza del piano covato dall'altra mentre il Padre la rimproverava per la sua irriverenza, consapevole del fatto che Camila non riuscisse per nessun motivo ad evitare quegli incontri serali che intratteneva con il giovane cavaliere. Si era chiesta, però, per quale motivo non avesse voluto presenziare a quell'evento così importante per il Re, dal momento in cui avrebbe fatto felice lui, sì, ma avrebbe al contempo incontrato quegli occhi smeraldo che erano oramai argomento di conversazione quotidiano. Non ci pensò nemmeno troppo, perché la risposta le balenò quasi istantaneamente in mente: dispetto batteva interesse, per la Principessa funzionava così. Scosse il capo sorridendo, pensando che dopo tutti quegli anni l'attitudine dell'amica la lasciava ancora incredula mentre ritornava a capo chino sul ricamo che stava concludendo. Nel frattempo, Camila aveva lasciato le segrete, come sua abitudine circadiana e si diresse con passo felpato verso il padiglione ad Ovest, dov'erano ubicate le sue stanze, facendo attenzione a non imbattersi in figure scomode, come suo Padre. Era ad un passo dalla sua porta quando improvvisamente una guardia di turno si trovava a passare di là. Maledizione, pensò mentre attaccava la sua schiena contro un pilastro e con lo sguardo seguiva l'andatura dell'uomo che era ora nella corsia di fronte a lei così, non appena le diede le spalle, sgattaiolò fugacemente nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle adagiandovisi. C'era mancato poco, pensò tirando un sospiro.

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