CHAPTER V

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La limpida notte calava, su un posto qualsiasi nel mare calmo e pacato ove ormeggiava il maestoso vascello pirata. Se gli abitanti di quella nave avessero avuto voglia di alzare gli sguardi dai tavoloni imbanditi verso il cielo, si sarebbero meravigliati anch'essi della magnificenza del luminoso firmamento sotto il quale avevano la fortuna di giacere in quel preciso momento nel tempo. Uno tra loro, abbandonando il clima chiassoso di festa e racconti, si accinse a raggiungere il punto più scuro e vuoto di quell'immensa imbarcazione per mirare invero il cielo e la sua brillante amata. Così, il Capitano dagli occhi smeraldo, puntò le sue iridi all'amante del Sole, grata anche quella notte di poterla mirare ancora. Il soffio leggero del vento umido alzava qua e là l'odore del sale che la corvina inspirava con piacere, ricordando – forse per la prima volta dal loro ritorno – il motivo per il quale amasse tanto la sua vita vagabonda. Con un'espressione rilassata e tranquilla, si poggiò con le mani al balconcino in legno che costernava la prua e, senza mai scostare lo sguardo dal candore lunare, lasciò per un attimo che la sua mente vagasse, concedendo a sé stessa un unico momento per poter imprimere al meglio le memorie che aveva. Erano ormai trascorsi giorni da quando la ciurma lasciò le bianche spiagge del posto stregato ma nessuno di loro aveva mai smesso di parlarne, del resto, i pirati erano così: amavano qualcosa e ne chiacchieravano finché non ne avessero amata un'altra. La corvina non voleva ammettere che il cuore le doleva ad ogni accenno, nemmeno a sé stessa. Perciò s'illudeva di aver altro da fare, in qualsiasi momento sol captasse che se ne stesse per conversare. Ora, mentre la sua mente vagava ed i suoi occhi leggermente luccicavano, si rigirava forsennatamente gli ornamenti delle dita, chissà nella speranza di trattenere qualcosa dentro di sé dall'esplodere. Lo sguardo fisso alla Luna nascondeva il desiderio inconsapevole, per parte della giovane donna, che la bella ed impossibile Principessa stesse facendo lo stesso o che, perlomeno, il suo chiassoso ma silente pensiero giungesse per qualche misterioso e magico mezzo sino a lei. Si ricompose, dopo poco, chiudendo i rubinetti della sua mente per tornare tra la sua gente. Jack il Folle le si avvicinò con un boccale di birra stracolmo muovendo dei passi di danza per poi cederlo alle mani ferme di lei e prenderla sottobraccio per ballare insieme incitati dalle urla degli altri. Il giovane Bongo dava il ritmo, suonando uno strumento chiamato tamburo, composto da una cassa affusolata ed ampia all'apice, su cui era stretto da una corda un sottile strato di pelle animale. L'avevano avuto in dono – rubato era il termine giusto – da una nave di mercanti che avevan saccheggiato il dì precedente, assieme a tanti nuovi arnesi, armi e oggettistiche che ancora dovevan imparar ad usare. Se ve lo stesse chiedendo, cari lettori, il morto non era scappato e non per un atto magnanime della ciurma ch'era sempre pronta a spargere scompiglio. Invero, una delle poche seppur rigide regole di quel vascello – da quando Lauren aveva assunto il comando – era quella di non ammazzare nessuno a meno che non vi fosse necessità di sopravvivenza. Il giovane Capitano odiava spargere sangue, trovava infatti inutili gli stermini commessi dal suo predecessore, perciò aveva deciso, con lei le cose sarebbero cambiate: avrebbe lasciato scelta alla nave nemica. Niente fuochi né stragi. Non a primo avviso, almeno. Certo era che se avessero osato non sottomettersi o, peggio, avessero aperto il fuoco, non avrebbe avuto pietà di alcuno. La sua ciurma lo sapeva bene, i suoi fidati compagni in fin dei conti si eran adattati al suo modo di vedere le cose e – se glielo chiedeste non lo ammetterebbero manco morti – avevan imparato a condividerlo. Niente stragi significava lo stesso per loro stessi. Esclusi imprevisti, non sarebbe morto nessun compagno e tutti sarebbero stati contenti del bottino e della vittoria. Ma c'era un'altra peculiarità: LJ era sempre pronta ad accogliere a bordo nuove reclute, perciò ad ogni assalto domandava agli sconfitti porgendo la sua umile mano. Per comprendere il motivo della poca atrocità e forte umanità di questo Capitano, bisogna però che vi racconti la sua storia.

C'era una volta, in un piccolo villaggio del North Cali, un'allegra famigliola, affiatata e tranquilla: il padre, Michael era un umile ma rinomato fabbro e il suo secondogenito, Chrys faceva gavetta presso la bottega di lui mentre Claerya, la madre, si dedicava al loro squarcio di terra che – con costanza e dedizione – coltivava egregiamente occasionalmente aiutata dalla sua primogenita Lauren. Gli Jauregui erano rispettati da tutti, in quella piccola cittadina nella quale tutti si conoscevano ed andavano discretamente d'accordo, la loro vita era sommariamente agiata, tutto andava bene. Così tanto che di lì a poco la famiglia avrebbe accolto un infante in più, invero Lauren e Chrys erano impazienti di conoscere il nuovo vivace pargolo che la mamma portava in grembo così da poter diventare i 'tre pirati del Mar Mosso', come raccontava sempre il più piccolo ai suoi compagni. Intuibile come il gioco preferito dei due fosse proprio quello: fare i pirati. Cosa resa molto più avvincente e realistica dalle piccole spade in legno che il buon padre aveva fabbricato per loro, rendendoli i due bambini più felici dell'intero mondo. I periodi, però, pian piano cambiarono: con il nuovo inverno la pace nella cittadina sembrava sempre più precaria e un'aria di guerra era man mano più intrisa nell'aria. Perciò, alla giovane età di 17 anni, Lauren imparò ad impugnare ed usare una vera spada, affilata e appuntita, rigorosamente fabbricata dal padre il quale, egli stesso, le insegnò a combattere. Inizialmente, l'uomo non credeva ci sarebbe stato davvero bisogno, per la giovane, di mettere in pratica gli insegnamenti da egli donati – anche se, per dirla tutta, era piuttosto brava a destreggiarsi, schivando gli avversari e sferrando ingannevoli e furbi colpi –, piuttosto era una precauzione, infondo due braccia forti in più avrebbero soltanto giovato alla famiglia che in quel momento si trovava a vivere in un clima teso e rovente, con quattro bocche da sfamare e un altro pargolo in arrivo. I saccheggi, dapprima sporadici e passeggeri, divennero sempre più frequenti: briganti e vagabondi prevan star in paradiso, in quella terra oramai abbandonata al proprio destino già scritto. Invero, in un brutto giorno uggioso e rabbrividente, la sporca suola di uno scarpone in pelle di cinghiale toccò le nere sponde costeggianti l'oramai tacito e spoglio villaggio: un ghigno feroce ed una lama affilata furono ciò che segnò la fine di quel posto, indifeso e sfinito, nel North Cal. Non rimase niente di quella gente, né un oggetto di nullo valore. La rozza ciurma aveva raso tutto al suolo, rubando e usurpando tutto ciò che in quel luogo era mai esistito. Gli uomini del villaggio avevan provato a combatterli ma chiunque si avvicinasse a quei barbari si ritrovava al suolo, grondante di sangue, sgolati o mozzati. Tristemente, miei cari lettori, la famiglia Jauregui non aveva mai conosciuto sottomissione, né al Re né ai barbari invasori ed è chiaro, ormai, la fine che spettò loro. Il buon padre e la giovane madre furono resi privi della propria vita per mano del Capitano medesimo ma il giovane Chrys e la valente Lauren furono messi al riparo da uno di loro: Jack il Folle, lo svitato dal gran cuore, l'aveva nascosti sotto un copertone a lato del piccolo fienile, in attesa che il crudele Capitano tornasse a gloreggiare il suo saccheggio per le vie oramai morte del povero villaggio. I due fratelli, in completo ed assoluto shock per essersi visti morire i buoni genitori davanti agli occhi, non riuscirono a spiccicare parola men che meno mentre Jack li teneva stretti a sé con una mano e con l'altra sul viso dei due per chiudergli la bocca. Gli occhi spalancati della giovane Lauren designavano puro terrore ma Chrys era molto meno lucido, i suoi occhi parevan vuoti e le sue mani tremolavano come una gallinella che sta per essere sgozzata. Quando il vecchio burbero se ne fu andato, Jack lasciò piano i due giovani ma non prima di intimarli a non fiatare né tentare di sfuggire, a meno che non volessero morire come il resto della cittadina. Lauren deglutì ma ritrovò un briciolo di freddezza a cui aggrapparsi per mantenere il suo stato mentale lucido, per quel che potesse. Guardò l'uomo negli occhi prendendo la mano di suo fratello tra la sua, ''Quale sarebbe l'alternativa, pirata?'' fu l'unica cosa che disse, voce ferma e tono duro. Jack sorrise al modo in cui la corvina voleva farsi forte, la giovane fanciulla pareva aver un certo caratterino che non gli dispiaceva affatto, così annuendo fece cenno ad entrambi di seguirlo. Con non poche avversità, riuscì a portare i due fratelli nella stiva dell'imperioso vascello – l'ormai nota e conosciuta come Mariposa. I pirati tornarono di notte, con pance e sacche piene di tutto ciò ch'eran riusciti ad estirpare da quel luogo sfortunato. I due fratelli sottocoperta erano al sicuro, almeno fintanto che il vecchio Capitano non li avesse visti. Uno dei giorni seguenti, Lauren aprì gli occhi al sentire un odore così acre e disgustoso: orrificata, si accorse che dalla grata al centro del soffitto sgorgassero litri e litri di liquido rossastro e denso, sempre più velocemente e senza sosta alcuna. Barbari disumani, pirati assassini. E così, il suo sogno divenne terrore, iniziando ad odiare quella gente con tutta sé stessa. I fratelli Jauregui passarono un lungo semestre sottocoperta, riuscendo in ogni modo a non farsi beccare da nessuno di coloro fosse addetto a quel luogo, Jack di quanto in tanto portava loro cibo ed acqua anche se spesso, a causa delle sue mansioni in quel vascello, non riusciva a fornirgli sostentamento giornaliero. Lauren continuava, dal suo canto, ad allenare la sua destrezza con la spada, ripetendo e scimmiottando le posizioni e le mosse insegnatole dal buon padre – ovviamente, senz'arma. Un giorno, però, qualcosa di molto brutto capitò: il vecchio barbaro scese sottocoperta e colse di sorpresa i due giovani. Lauren e Chrys furono portati brutalmente sul ponte del vascello e strattonati poi sino al centro dello stesso per legarli all'imponente albero maestro. Il vecchio pirata iniziò la caccia all'uomo, chiunque avesse osato disobbedire alla regola sacra di quel vascello doveva pagare con la sua vita: mai lasciar che un nemico possa continuare a respirar. L'uomo dalla lunga barba era infuriato, nessun compagno voleva farsi avanti e Jack il Folle tentava in tutti i modi di evitare lo sguardo dei due giovani, il Capitano comunque decise: i due fratelli avrebbero combattuto per la propria vita in un duello d'onore. Fece slegare i polsi ad entrambi tirandogli due spadine spuntite che entrambi raccolsero da terra dopodiché diede le spalle ai due voltandosi verso la ciurma ove, con una mano al mento, scelse infine due volontari al combattimento. ''Volete rimanere vivi, giovanotti? Uccidete l'avversario e sarete degni di esserlo'' disse scoppiando in una sadica risata mentre giungeva al ponticello del timone, quasi per godersi meglio l'inumano duello che stava per iniziare. Lauren provò ad opporsi, chiese di poter almeno combattere lei per entrambi ma ricevette solo e soltanto una rumorosa risata di scherno alla quale si sommarono le risa rozze della ciurma intera, tranne Jack, egli era troppo risentito per sol anche guardarle gli occhi. Il primo a combattere fu Chrys: riuscì a difendersi e a sferrare qualche graffio, per un po', ma anche il suo destino fu compiuto. L'urlo di Lauren fu così forte ed assordante che qualcuno avrebbe ancora oggi scommesso fosse arrivato all'orecchio del Dio del Mare, il quale arrabbiato per la sofferenza di una sì giovane ragazza, l'aiutò a vincere quell'orrida battaglia. Invero, quando fu il suo turno, in un verso di rabbia la giovane donna si fiondò sull'avversario a lei designato, iniziando a sferrare colpi su colpi, ferendolo in più parti del doppio e sporco corpo. I compagni dell'uomo disteso e sanguinante lanciavano versi di stupore, e per la quasi ormai scontata vittoria della donna e per la quasi ormai certa morte di uno di loro. L'uomo, ferito soprattutto nel suo enorme ego, tentò di rialzarsi, mantenendosi il costato con un braccio e provando a fendere la sciabola con quell'altro. Ma Lauren disse di no, era troppo addolorata ed arrabbiata per poter pensare lucidamente e risparmiare la vita dell'uomo stante dinnanzi a sé: la vendetta era l'unica cosa che bramava, così prese un piccolo slancio e dopo avergli sferrato un dritto calcio al centro del petto che lo fece vacillare sino a cadere in terra, salì a cavalcioni sul suo busto e con un ultimo, violento e sofferente colpo, tolse la vita a quell'uomo malvagio. Quel giorno Lauren divenne una donna, ma soprattutto, un pirata e in quanto tale dovette imparare necessariamente che la sua sopravvivenza valeva più di ogni altra cosa, specialmente nel bel mezzo del mare circondata dal nulla assoluto, se non da un branco di rozzi pronti a morire per il proprio barbaro Capitano. Il tempo passò e la giovane s'integrò man mano sempre più coi suoi compagni, iniziando a capire che in realtà nessuno di loro, se non pochissimi fedeli, condividessero le usanze ormai antiche e superate di quel rozzo omuncolo zoppicante, così dopo l'ennesima strage, Lauren agì. Erano tutti radunati vicino ai tavoloni disposti attorno all'albero maestro, la corvina li guardava dal ponticello in legno e le loro risa disgustose e sporche seguenti i brutali racconti le facevano accapponare la pelle mentre una morsa le stringeva fortemente lo stomaco, guardò verso Jack che dal suo posto a tavola le fece un cenno divertente come a darle il via, per qualsiasi cosa fosse. Il Pirata dagli occhi smeraldo non ci pensò due volte e sfoderando la sua spada dalla fondina urlò ''Hey, Capitano!'' gettando l'arma dal balconcino che toccò immediatamente il suolo, dinnanzi a tutti. Le espressioni sui volti dei compagni erano abbastanza simili, alcuni mostravano fierezza, altri stupore ed altri ancora incredulità ma nessuno, pareva, volevasi opporre a ciò che quel gesto mosso dalla giovane volesse significare. Il vecchio deglutì alzandosi dal suo posto con un sorriso beffardo, scioccato dalla stupidità di quella giovane donna che credeva essere un'adulta pirata.

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