°Capitolo2°

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°ZEFIRA'S POV°

Oggi era il giorno dell'attacco al treno, lì avremmo presi alla sprovvista e avremmo vinto anche questa battaglia.

Lo'ak venne verso di me correndo con in mano un paio di barattoli di vernice: " Dipingimi il viso così sarò più forte!" : "Lo'ak non dire stupidaggini, io lo faccio ma se papà chiede qualcosa te lo sei fatto da solo, intesi? ", lui annuì contento.

Montammo in sella agli ikran, Neteyam guardava stranito il fratello: " Che gli è successo alla faccia? " : " Voleva diventare più forte e mi ha chiesto se gli dipingevo il viso ", sorrise leggermente e io con lui, concordando sul fatto che fosse una sciocchezza.

Eravamo stati affidati alla ricognizione, dovevamo rimanere in volo e avvisare se si avvicinavano elicotteri, presimo il volo e l'imboscata cominciò.

Mamma aveva abbattuto qualche elicottero mentre papà, grazie all'esplosivo posizionato il giorno prima, era riuscito a fermare il treno distruggendo completamente la locomotiva.

" Dobbiamo andare laggiù! " Lo'ak era sicuro di quello che diceva così gli ricordai un piccolo particolare: " Papà ci scuoia se ci vede la sotto " : " Fira ha ragione non possiamo ", Neteyam come al solito era dalla mia parte: " Avanti non fate i fifoni, ci vediamo a terra! ".

Neteyam dopo un po' di riluttanza lo seguì, sapevo che se non fossi andata pure io sarebbero morti entrambi: " Tra tutti i freatelli dovevo avere proprio due skxawng? ".

Arrivai a terra pochi secondi dopo Neteyam, Lo'ak teneva in mano una mitrglietta ed esultava: "Non la sai nemmeno usare ", provocai il più piccolo facendolo sorridere fiero: " Papà me l'ha insegnato ", roteai gli occhi in segno di resa quando un elicottero si materializzò dal nulla lanciando una razzo proprio vicino a noi.

D'istinto protessi Lo'ak prendendogli la testa tra le mie braccia ed abbassandolo, alzai lo sguardo ma del più grande non c'era traccia: " Rimani qui non ti muovere io torno subito ", lui annuì spaventato.

Mi misi a cercare Netayam, quando lo trovai ero spaventata poichè era a terra e non si muoveva: "Neteyam rispondimi per favore ", arrivò papà preoccupato, lo girava di lato per vedere come era messa la schiena: "Cosa ci fate qui? Che vi è venuto in mente? ", mio fratello si scusava ed io ero delusa da me stessa.

Tornammo a Campoalto: la nostra fortezza all'interno delle montaghe Hallelujah.

" In riga " papà era arrabbiato e per non fare peggio lo ascoltai, come entrambi i miei fratelli: "Dovreste essere avvistatori, vedete i nemici e date l'allarme da lontano! ", non sapevo che dire, mamma era dietro di me con le mani sulle mie spalle: " Affido a voi una missione e disubbidite ad ordini diretti! " : " Signore mi assumo tutta la responsabilità ", era Neteyam che come sempre si prendeva la colpa per le decisioni stupide di Lo'ak.

Papà stava per dire altro quando mamma gli ricordò una cosa: " Ma Jake tuo figlio sanguina " : "Fatti ricucire avanti, Zefira vai con lui ", ero salva ma Lo'ak era rimasto lì, girandomi gli mimai un 'mi dispiace' con le labbra.

Arrivati alla tenda nonna cominciò subito a mettergli apposto le ferite, Neteyam soffriva e si lamentava così mi venne un'idea: mi sedetti davanti a lui e gli presi le mani, stavo immaginando di prendere un po' del suo dolore in modo tale che smetesse di dimenarsi almeno un po'.

Sembrava funzionare perchè, come pensavo, aveva smesso di muoversi.

"Zefi noi andiamo a trovare mamma vieni?", era Kiri a domandarmelo ma rifiutai: " Andrò più tardi ora proprio non posso, sto aiutando nonna e appena abbiamo finito qua dobbiamo andare in perlustrazione" : " Va bene sorella allora te la saluto", sorrisi a Kiri dopodichè lei uscì.

Avatar : un amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora