18. Scuse

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Guardo il mio armadietto interdetta, c'è una rosa dentro. Una rosa bianca, ma a giudicare dallo sguardo di Millicent sono abbastanza convinta di sapere da chi proviene, e la firma sul bigliettino me lo conferma, Josh.

Una parte di me vorrebbe sapere come ha fatto a scoprire la combinazione del mio armadietto ma non posso nascondere la sorpresa, nessuno mi ha mai regalato dei fiori e, per quanto sia semplice, è proprio la purezza e la semplicità di questo gesto a renderlo speciale.

«sei complice?» e Millicent risponde con un sorriso, beccata.

«sapete, non sono un esperta ma mi gioco i miei capelli che lui ti muore dietro.» dice Jass mentre mi guarda con aria sognate.
Non posso darle torto, è vero, in questi giorni mi ha scritto, si è interessato a me, non mi sono dimenticata della festa, ma è anche vero che, ha sbagliato e lo ha riconosciuto, non è successo nulla di grave, una seconda possibilità se l'è più che guadagnata se la vuole e se devo essere sincera non mi dispiacerebbe.

Vado con le ragazze nello spogliatoio e le osservo indossare le loro divise da cheerleader mentre posano negli armadietti le loro borse griffate. Non è una questione di soldi ma, mi sento totalmente fuori luogo, come un pesce fuor d'acqua. Posso permettermele anche io, semplicemente non ne trovò l'esigenza o l'interesse, sono sempre stata così. Le mie coetanee sbavano dietro una borsa di Valentino, mentre io no, preferirerei... non lo so. Onestamente non ne ho la più pallida idea, non ho mai avuto un hobby.

Le invidio, Jass, Millicent, perfino Hollie. Loro vivono per essere cheerleaders, si vede la gioia nei loro occhi, l'orgoglio nell' indossare la divisa, mentre io non ho interessi. Forse non è colpa mia, non ho mai avuto tempo di coltivare un qualcosa di mio.
Sono sempre stata obbligata a fare danza e con il tempo che mi portava via, non ne restava nemmeno un po' per me.

«ci vediamo a pranzo?» domando mentre mi infilo il top e i pantaloncini corti. Non è un outfit che indosserei per allenarmi? Ovvio.
Ma la mia cara, adorata, dolce madre ha ben deciso di non farsi gli affari suoi e mettere mani nella mia borsa, scegliendo lei, tanto per cambiare come devo vestire, come devo essere.

«no, abbiamo la parata per la partita di domani, sfileremo in corridoio con la squadra e la banda» dice Jass mentre si sistema un fiocco tra i capelli.

Giusto, una volta a settimana fanno questa, dal mio punto di vista, stupida parata per la scuola, con la banda che suona, per ricordare a tutti della partita, certo, perché fare un annuncio agli altoparlanti era una cosa troppo sobria.

« allora ci vediamo dopo, buona fortuna ragazze.»

« La fortuna è per gli sfigati, se una è brava non ne ha bisogno.» dice Hollie intromettendosi.

«oh, scusami, non pensavo ti sentissi tirata in causa» le ringhio dietro. Dio. Lei e quella sua fotutta linea di eye-liner perfetta, il suo fisico perfetto, il suo profumo perfetto, la rendono solo più irritante.
Ma chi diavolo ha chiesto la sua opinione?

«la mia era solo una constatazione» dice senza nemmeno guardarmi in faccia, mentre mi da le spalle.
Incredibile, ha anche un culo perfetto, come la sua faccia da culo. Perfetta.
Faccio per aprire bocca, ora gliene dico quattro, ma Millicent mi blocca.

«Ragazze! Subito in campo. Non perdiamoci in chiacchiere inutili» e mi fa un occhiolino. È brava, ha sfruttato la sua posizione da capitano per richiamare e rimproverare Hollie, molto maturo, io se avessi potuto scegliere le avrei cavato gli occhi.

La palestra è quasi vuota, molti degli studenti stanno facendo le prove della banda prima della parata, o semplicemente hanno di meglio da fare.
Sono qui da poco ma ho capito che saltare le lezioni per stare seduti in caffetteria è più che normale e nessuno dice niente.
Certo, potrei fare la stessa cosa, ma voglio guadagnarmelo l'ingresso al college, non voglio che mi accettino solo perché ho frequentato questa scuola, voglio ancora credere alla meritocrazia.

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