Neon Kiss

20. Dejavu

Un dejavu è un fenomeno psichico rientrante nelle forme d'alterazione dei ricordi che consiste in eventi, cose, animali o persone che entrano in contatto col soggetto, provocando la sensazione di un'esperienza precedentemente vista o vissuta. La pelle si ricopre di brividi mentre, con River a seguito mi precipito giù dalla barca a tutta velocità. Ci sono due poliziotti sul retro di casa mia e riesco ad intravedere i lampeggianti della polizia parcheggiata davanti.
No. Non può essere, non ancora.
Solo perché sono sopravvissuta una volta non significa che ho intenzione di passarci una seconda.

«signorina deve allontanarsi immediatamente» mi urla un poliziotto mentre faccio per entrare dal cancello sul retro.
« È casa sua! Ha tutto il diritto di entrare.» la voce di River si fa imponente alle mie spalle.
«Può anche essere il presidente in persona ma deve attendere. Stiamo cercando una persona scomparsa, stiamo raccogliendo delle prove.»
Delle prove? Prove di cosa? Vorrei parlare ma la paura sta prendendo il sopravvento.
Ho sempre cercato di essere forte, inattaccabile, ma tutte le mie certezze iniziano a vacillare.

«Persona scomparsa? Di chi si tratta?» River parla al posto mio, non riesco a dire una parola, la paura mi tiene immobilizzata, bloccata, mentre sento le mie gambe iniziare a cedere. Non mi rendo nemmeno conto di essere indietreggiata di qualche passo fino
a quando la mia schiena sbatte contro il petto di River che, forse prevedendo un mio vicinissimo crollo, mi poggia una mano sulla spalla.

«Di una certa...» dice il poliziotto mentre, con aria distratta controlla una cartella che ha tra le mani. Ottimo. Non sa nemmeno lui chi sta cercando. «cristo, che nome, Skye Ocean Rose Clark.» e alle sue parole il mio cuore si blocca.

«Ma porca, è lei la ragazza! » urla River, ma la sua voce mi arriva ovattata. Non sono scomparsa, sono qui.
Non capisco.

«Beh allora mistero risolto. Togliti ragazzo. L'accompagno dentro» il poliziotto compie un passo goffo nella mia direzione e River con uno strattone che mi sbilancia mi tira più a lui, se non mi stesse tenendo a quest'ora sarei finita per terra.
«con tutto il permesso, agente vista la sua incompetenza accompagno io lei dentro casa sua.» e senza dargli modo di dire una parola, River inizia a camminare verso casa mia spingendomi con il suo corpo, mentre io mi muovo come un automa, senza sentire il peso delle mie gambe, senza che il mio cuore abbia ripreso a battere.

Non appena varchiamo la soglia di casa sei paia di occhi sono puntati su di noi, o meglio, su di me.
Vorrei dire di non aver mai visto delle espressioni così, eppure sarebbe una bugia. Conosco bene quegli sguardi di terrore. Mio padre si alza e rimane a bocca aperta, mentre mia madre corre nella mia direzione, lanciandomi le sue braccia addosso, stringendomi con una forza tale che sento le mie ossa avvolgersi un po' troppo attorno ai miei organi vitali.

«cosa... cosa è successo?» domando incredula, e noto gli occhi lucidi di mio fratello che però non sta guardando me, sta guardando River, male. Molto male.
Mia madre non smette di piangere mentre continua ad abbracciarmi e l'unica cosa che riesco a capire tra un suo singhiozzo e un altro è una frase che mi spezza il cuore.
«pensavo di averti persa, pensavo te ne fossi andata anche tu.» ed eccomi che scivolo a terra con le ginocchia, sotto il peso di mia madre.

«cosa succede?» chiede River, ma mio fratello si izza contro di lui.
«ti dovresti dirci che cazzo succede! Pensavamo fosse morta porca puttana» ma mio padre gli fa cenno con la mano di tacere.
«dove eravate?» chiede mio padre verso me e River e riesco a percepire sollievo e rabbia allo stesso tempo nel suo sguardo.
Non capisco, voglio capire, perché è arrabbiato?

«Un attimo. Potete spiegarmi che diavolo è successo qui?» dico staccandomi a fatica da mia madre mentre volgo uno sguardo a River. Se la stanno prendendo con lui e dopo quello che ha fatto non è giusto.