CHEWING GUM ⇝ NCT DREAM

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Renjun quel giorno non andò a scuola per via di svariate visite mediche: nulla di preoccupante ma ugualmente inevitabili. Riuscì a finire il tutto in tempo per accettare la richiesta di Donghyuck ad andare a sostenere i loro amici durante gli allenamenti. Il motivo per cui accettò l'invito fu esclusivamente Jieun. Rimase nei suoi pensieri tutto il giorno e riuscì inoltre a ricevere degli aggiornamenti tramite Jaemin. L'unico problema però fu che quelle news non furono quelle che Renjun sperò di sentire. Ebbene Renjun era l'unico del gruppo a sapere tutto: sapeva dell'incontro tra Jieun e Jaemin e sapeva che lei sarebbe stata agli allenamenti solo per l'amico.
Un senso di tristezza lo pervase improvvisamente, lo sguardo perso sulla tazza di caffè e latte ancora fumante. L'unico che riuscì a distrarlo fu Donghyuck con un leggero schiaffo sul braccio. Alla maniera dei Lee.
"Renjun! Cosa ci racconti? Sei stato in silenzio fino ad ora! Le visite?"
"Uh? Ah sì, bene bene. Niente di che. Controlli di routine" Rispose disinteressato Renjun alzando le spalle.
Donghyuck invece non smise mai di sorridere: non vedeva l'ora di raggiungere il campo da calcio per fare il tifo. Non c'era alcun doppio scopo ma a Mark questo non convinceva.
Non distolse lo sguardo involontariamente serio dalla figura di Donghyuck, e vederlo con il suo solito sorriso stampato in faccia gli fece ribollire ancora di più il sangue nelle vene. Era inevitabile. La bustina di zucchero tra le sue mani ormai inesistente per averla stracciata in mille pezzi.
Un altro ragazzo era nella stessa situazione di Mark: Chenle. Era preoccupato che non avrebbe fatto in tempo a chiedere di uscire, o ancora meglio ad esternare i suoi sentimenti, alla ragazza prima di Jaemin. Forse l'unico ignaro di tutto con ancora la testa fra le nuvole e sognante su una possibilità con Jieun, era Jisung. Il fatto che i loro nomi iniziassero con la stessa lettera, per lui, era un segno del destino.
"Cosa sono queste facce lunghe?" Interruppe Donghyuck.
"Mark? Qualcosa non va?"
Lo sguardo del più grande si fece meno serio, più sorpreso perché non pensava di aver appena esternato le sue emozioni così tanto.
"N-No... tutto ok"
Donghyuck si guardò attorno per poi tirare fuori il suo telefono per controllare l'ora.
"Beh- mi sembra ora di andare: tra dieci minuti iniziano gli allenamenti"
Il ragazzo si alzò dalla sedia seguito dal resto del gruppo. Tirava ancora una brutta aria tra loro.
Ci misero poco a raggiungere il campo da calcio: il bar era vicinissimo a scuola quindi bastava girare l'angolo per trovarsi davanti al cancello aperto non tanto pullulato da studenti. Ma c'era da aspettarselo: non era una partita vera e propria, erano solo dei semplici allenamenti.
Il gruppo si allungò verso gli spalti e presero posto uno accanto all'altro.
Renjun fu il primo a guardarsi attorno alla ricerca della ragazza dei suoi sogni.
Mark non distoglieva lo sguardo da Donghyuck per nulla al mondo e Chenle cercò Jaemin assottigliando gli occhi per mettere a fuoco ogni componente della squadra.
Vide Jeno impegnato a riscaldarsi prima dell'inizio degli allenamenti.
"C'è Jeno là in fondo!" Avvisò indicando il ragazzo.
Mark, Renjun, Donghyuck e Jisung spostarono la loro attenzione verso l'amico e subito dopo Donghyuck aggiunse: "E li c'è Jaemin!"
A sentire quel nome i pugni di Chenle si fecero più stretti e la sua mascella si serrò simultaneamente. Sperava che nessuno l'avesse visto.
Seguirono tutti con lo sguardo le movenze di Jaemin: videro che stava entrando in campo ma poi lui cambiò la direzione seguendo la ringhiera che contornava una parte di esso. Chi curioso e chi stranito, si chiesero il motivo per cui non avesse raggiunto Jeno per il riscaldamento. I loro dubbi, ad un tratto, ebbero risposte.
Mark strabuzzò gli occhi, l'espressione di Renjun si fece più cupa, la bocca di Donghyuck si aprì talmente tanto che poteva toccare facilmente terra, mancava poco e Chenle poteva scalfirsi i palmi delle mani con le unghie da quanto stesse stringendo i pugni e Jisung si alzò di scatto per la sorpresa e per vedere meglio la scena.