Kingdom Come [TRADUZIONE]

Chapter Thirteen: Aquarius

Aquarius:  Nella mitologia babilonese, l'Acquario è identificato come (il grande), il dio Ra stesso e, nei racconti egizi, si diceva che la costellazione rappresentasse il dio del Nilo.

Attenzione! Questo capitolo contiene una fanart un po' esplicita.

Il palazzo è in subbuglio.

La seduta si conclude bruscamente e tutti vengono fatti uscire.

Le voci sull'accaduto si diffondono con mormorii impossibili da fermare.

I cavalieri vanno a caccia di indizi, mentre il Re esige che tutti i coinvolti siano portati al loro cospetto. Tra questi ci sono anche gli Elfi Domestici assegnati alle cucine, che sono talmente terrorizzati da confessare qualsiasi cosa per paura di perdere la vita.

Singhiozzano su pasti che non hanno preparato nel momento stesso in cui sono stati richiesti.

Scorciatoie segrete.

Preferenze alimentari.

Membri della nobiltà il cui odore e sgradevole.

Continuano a non parlare di veleno, a punirsi sbattendo la testa sul pavimento, finché Draco non diventa frustrato e se ne va. Hermione lo guarda andare via, ma rimane indietro con Pansy, che rimane scioccata mentre decine di elfi si feriscono su varie superfici.

I loro pianti e le loro urla raggiungono un livello assordante proprio nel momento in cui arrivano Astoria e Theo, entrambi incaricati dal re di occuparsi degli elfi.

I due si bloccano sulla porta.

«Da dove dovremmo cominciare?» Theo si guarda intorno, tristemente spaesato.

«Fermatevi!» ordina Astoria con voce autorevole. «Fermatevi tutti immediatamente!»

La cosa non fa che peggiorare la situazione.

Gli elfi singhiozzano più forte, ora anche per scusarsi di essere una vergogna. Uno si picchia con un candelabro con un'intensità che fa indietreggiare Astoria.

Hermione si inginocchia davanti all'elfo e gli strappa il candelabro dalle mani prima che si ammazzi.

«Va bene, va bene. Basta.» dice con calma. «Ti sei punito abbastanza.»