Capitolo 5 - Davide e Golia

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L'elicottero continuava a volare a distanza dall'Achilles, mentre Vanovskij pensava a come abbatterlo.

In apparenza, era indistruttibile.
I proiettili degli altri elicotteri lo avevano solo graffiato, niente di più.

-Nulla da fare. Kathryn, portaci all'hotspot di incontro con le unità di terra.

-D'accordo, d'accordo.

Intanto Bastille aveva appena finito di stringere le garze sul polso di Komyuk.

Il pilota emise un sibilo di dolore all'ultima stretta, per poi accasciarsi sulla parete dell'elicottero.

-Come sta il polso?

-Lo vedi, Vanovskij. È tutto sfasciato. Sembra abbastanza grave a giudicare dal dolore e dal rigonfiamento.

-Resisti, brat. Tra non molto arriveremo alla base di terra e ti lasceremo in infermeria.

In quel preciso momento l'elicottero si avviò ad atterrare in una via della città, dove si erano riuniti unità pesanti, carri armati e camionette blindate varie.

Leão spalancò il portellone.

-ABBIAMO UN FERITO! PORTATELO IN INFERMERIA!-, gridò Vanovskij.

Komyuk scese mantenendosi il braccio, andando incontro ai medici, ma prima si girò verso il compagno ancora una volta.

-Aleksej?

-Dmitrij?

-Se non torni vivo, ti vengo a cercare all'inferno.

Non rispose, sorrise leggermente. L'istinto da fratello maggiore non l'aveva mai perso.

-Vedi di rimetterti a posto. So badare a me stesso.

Komyuk scosse la testa, vedendo l'altro che si allontanava verso gli altri ufficiali per pianificare le prossime mosse.
Poi seguì i medici.

____

-...dunque proveremo ad attaccarli frontalmente con gli Zapner per cercare di rallentarli, ma questo possiamo farlo solo contro le unità minori. Per l'Achilles, o come si chiama, non so come potremo fare.

Vanovskij entrò nella tenda mentre Lockmann, capo del secondo squadrone, parlava della situazione. Mancava solo lui.

-Oh, arrivi sempre con i tuoi tempi tu, eh?

-Abbiamo avuto incontri spiacevoli nel tragitto. Allora?

-Il problema l'avrai già visto.

-Achilles?

-Esatto.

-Non possiamo batterlo. Non con questi mezzi.

-COFF, COFF - Grazie al cazzo...

Kathryn tossicchiò, cercando di nascondere le parole. Leão le mandò un'occhiataccia, cercando tuttavia di soffocare una risata.

-Tuttavia,- disse Vanovskij rallentando, fulminando i due nel mentre, -dobbiamo aggirarlo in qualche modo.

Indicò il centro della mappa sul tavolo, dove si era schiantata la capsula.

-Il mostro si è liberato qui. A ben notare, è l'unico posto che ha distrutto, evidentemente sta cercando di non fare danni e sta girando in questa zona da un po', che va dal porto fino al quartiere del Palazzo di Governo.

-È estremamente preciso nei movimenti, com'è possibile?

-Non vorrei avanzare proposte affrettate, Lockmann,- disse l'uomo rialzandosi,
-ma credo che dentro ogni robot ci sia un pilota, in grado di controllarlo come fossero un unico corpo. Non so come, non so come sia stato possibile, ma è una tecnologia troppo avanzata per noi.

L'Ultima Speranza: Il Mondo Senza l'Ombra Di ErenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora