Capitolo diciassette.

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L'unica cosa che gli fece superare i due giorni seguenti fu il pensiero di vedere Harry, il venerdì sera. Il saggio era uno di quelli difficili, e dopo aver cancellato e riscritto vari paragrafi stava perdendo la voglia di sopravvivere al giovedì sera. Bastò un messaggio da parte di Harry per farlo sorridere. 

Non vedo l'ora di vederti domani. Vuoi venire tu qui? Ti preparerò la cena. 

Sembra fantastico, rispose lui. A che ora? 

7.30 ti va bene?

Sicuro. Come sta andando il saggio?

Louis si lasciò sfuggire un gemito. Non chiedere. Oh, cielo. Così male? Sì, ma ormai è quasi finito. 

Sospirò, fissando le parole sullo schermo. Mancano solo duecento parole. 

Buona fortuna. Ci vediamo domani. 

Grazie. Ci aggiunse un bacio. Perché, cazzo, adesso Harry era il suo ragazzo e aveva il permesso di essere sdolcinato. Vide arrivare due baci e una faccina sorridente. Sorrise. Per quanto fosse allettante l'idea di continuare con lo scambio di messaggio, prima finiva quel cazzo di saggio prima avrebbe potuto dormire. Aveva bisogno di tutte le sue energie per il giorno dopo.

Venerdì sera fu Zayn ad aprirgli la porta, accogliendolo con un sorriso. 

«Ciao, entra.»

 «Ciao.»

 «Lui è in cucina,» gli spiegò. «C'è stata una specie di crisi culinaria, perciò non poteva venire alla porta.» 

«Sembra minaccioso. D'accordo, vado a raggiungerlo.» 

«Oh, e, Louis?» Zayn gli mise una mano sul braccio aggiungendo in tono serio: «Sono contento che abbiate sistemato le cose.» 

«Grazie.» Louis sorrise, colmo di felicità. «Anche io.» La cucina era bollente e le finestre erano appannate dalla condensa. Harry era da solo, a mescolare qualcosa in un tegame mentre, in un altro, qualcosa stava traboccando e sibilando. 

«Ti serve una mano?» chiese Louis. «No. È tutto sotto controllo.» Harry non alzò lo sguardo, e ondeggiò il sedere mentre mescolava. 

«Potrebbe essere una buona idea abbassare quel fornello.» 

«Sì, capito. Grazie.» Harry abbassò la fiamma, prima di ricominciare a mescolare freneticamente. Era chiaro che non poteva abbandonare quello che stava preparando, perciò fu Louis a raggiungerlo; rimase in piedi dietro di lui e gli mise le mani sui fianchi. 

«Ciao.» Poi gli diede un bacio sulla nuca. «Ciao,» rispose Harry in tono più morbido mentre si girava per dargli un bacio veloce voltandosi poi di nuovo verso i fornelli. Louis diede sbirciata da sopra la sua spalla. 

«Che cosa mangiamo?» 

«Maccheroni e formaggio. Sembrava facile.» Il suo tono imbronciato lo fece ridacchiare. 

«È facile se compri la salsa, ma prepararli da zero è un po' più complicato.»

 «Ma non mi dire. È diventato tutto grumoso.» Harry punzecchiò uno dei grumi con il cucchiaio, cercando di frantumarlo, ma senza riuscirci. 

«Avrà comunque un buon sapore. Sicuro che non posso aiutarti?» 

«No. Tutto il resto è pronto. C'è l'insalata, e ho grattugiato il formaggio da mettere sui maccheroni. Vuoi versarti da bere? Ho preso della birra, oppure c'è della limonata se preferisci. Secondo ripiano dal basso nel frigo.» 

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