Chapter 2: Bianco e Nero

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Non riusciva a concentrarsi.

Da quando si era svegliato, Eijiro non aveva fatto altro che sentire una stranissima sensazione strisciargli sotto la pelle. Poco prima di andare a scuola, infatti, era rimasto a fissare la porta chiusa della stanza di suo fratello Yuri.

La sua mano si era alzata, pronta per bussare, ma poi l'aveva fatta ciondolare lungo il fianco e chinato il capo. Non sapeva più come relazionarsi al suo gemello più grande. Sentiva il dolore nel petto ma non riusciva ad aiutarlo.

«Toyomitsu-kun, la potresti smettere di arrecare disturbo alla classe durante la mia lezione?».

Il rosso deglutì, irrigidendo la schiena. Si guardò intorno con fare spaesato per poi mormorare delle scuse flebili. Il suo ginocchio sinistro non aveva fatto altro che battere contro uno dei piedi di metallo del banco con un suono crescente.

Il nervosismo stava crescendo e aveva davvero molta paura.

Perché ora stava divenendo difficile respirare?

Improvvisamente un dolore al centro del petto esplose con un'orribile sensazione rovente. Un sibilo feroce attraversò la sua mente. Eijiro si alzò rumorosamente, con gli occhi spiritati e spalancati. Il suo petto si muoveva troppo velocemente; più prendeva avide boccate d'aria, più sentiva di soffocare. Le lacrime tracciarono striature calde sulle sue gote calde.

Era anche pallido, completamente sudato e le sue gambe molli come gelatina.

«Toyomitsu Eijiro-kun!» tuonò l'insegnante. «Che diavolo stai facendo adesso?».

Eijiro aprì la bocca per dire qualcosa. Un urlo agonizzante sbucò dalla sua gola.

Tutti i compagni di classe sussultarono spaventati, l'uomo alla cattedra perse istantaneamente il suo cipiglio arrabbiato e lo soccorse.

Eijiro crollò in ginocchio, con le mani sul petto e in più che visibile debito d'ossigeno.

«Y-Yuri...» riuscì a dire prima di perdere i sensi.



Eijiro dischiuse gli occhi stancamente, per via della mano gentile che aveva iniziato ad accarezzargli i capelli. Spostò pigramente i suoi occhi all'uomo seduto al suo fianco che aveva un volto grave e il naso arrossato per via del pianto.

«Eijiro, figlio mio...» disse Taishiro.

«Papà...» l'altro deglutì un terribile sapore lungo l'esofago. «D-dove mi trovo?».

L'altro dischiuse la bocca per rispondergli ma in quel preciso istante si udì un tocco leggero alla porta alla loro sinistra. Neomasa Tsukauchi entrò con un cenno di scuse. Eijiro corrugò le sopracciglia con fare perplesso, guardando poi Taishiro che si alzò e chinò il capo.

«Dov'è Yuri?» chiese istintivamente.

«Mi dispiace molto» introdusse pacato Neomasa.

Quando gli disse che il suo adorato Yuri era stato trovato da un passante in una pozza di sangue e senza vita, Eijiro andò in stato di shock. La stanza, suo padre, l'agente di polizia diventarono un po' sbiaditi, poi macchie nere presero a comparire e a scomparire ritmicamente.

Il ronzio nelle orecchie arrivò feroce, insieme a una sensazione di vomito nella gola. Il respiro era poco profondo, ma perché? Stava soffocando? Di nuovo?

«Figlio!» esclamò Taishiro.

Eijiro prese a tossire ferocemente: gli bruciava la trachea, i suoi occhi erano pieni di lacrime e stava letteralmente impazzendo. Artigliò le tremanti mani sugli avambracci di suo padre.

Petit Fleur Extra 2 : Il mio Eterno EijiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora