Prologo

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1 ora prima dell'arresto.

Gaia si trovava in una piccola stanzetta al buio, piena di armi.
Era legata ad una sedia con delle corde.

Davanti a lei c'erano tre uomini che la volevano torturare per quello che lei le aveva fatto.

La ragazza aveva spesso il vizio di andare in alcuni pub prendersi gioco degli uomini e poi fregargli tutti i soldi che avevano in tasca.

Ma quel giorno qualcosa andò storto, fu costretta ad allontanarsi dagli uomini dopo aver rubato il loro portafoglio in meno di due secondi, solo perché  si era resa conto che facevano parte di qualche clan mafioso, per via di un signore che si avvicinò a loro chiedendogli della droga.

I loro scagnozzi la seguirono con l'intento di prenderla una volta che si accorsero che Gaia gli aveva rubato tutto quello che avevano.
All'inizio lei era riuscita a scappare ma dopo un paio di giorni se li ritrovò davanti alla casa di affitto in cui viveva in quei mesi.
La presero e la portarono in quella stanza con l'intento di ucciderla.

Gaia era sicura che ancora non era arrivato il suo momento, e che per liberarsi da quella posizione doveva ucciderli, stava cercando un modo di arrivare alle armi senza farsi notare.

«Che ci hai fatto con i soldi puttana»

Urlò uno dei tre sul viso della ragazza.

«Adesso pagherai puttana per quello che hai fatto»

Disse uno dei tre avvicinandosi a lei con un coltello.

«Ne sei così sicuro?»

Affermò lei sorridendogli befardemente.

Odiava quel tipo di uomo, che era sempre sicuro di se, che non aveva altro modo per farsi rispettare con la violenza.

Quando l'uomo si avvicinò Gaia gli dirò una testata facendolo cadere all'indietro.
Riuscì ad afferrargli il coltellino svizzero che aveva sulle mani e tagliare in poco tempo le corde che l'avvolgevano.

Era abituata a questo tipo di cose, lei viveva per fare questo.

Andò dritta verso l'uomo atterra e

«Che cazzo stai facendo?»

Rispose uno dei due rimasto vivo.

«Secondo te?»

L'uomo gli sferrò un colpo di pistola, ma la manco di poco.
Grande errore, perché Gaia ebbe il tempo di afferrare una pistola dal tavolo ricoperto darmi e sparare agli ultimi due rimasti in vita.

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«Nome e Cognome prego»

«Gaia Rossi»

«Età?»

«17 anni»

L'uomo si fermo e la guardò attento.
Stava rispondendo alle domande che l'agente di polizia gli stava facendo.
Dopo aver sparato hai tre uomini, si ritrovò davanti i poliziotti pronti per portarla in questura.
Sospirò.

«I tuoi genitori lo sanno che sei qui?»

Chiese.

«Secondo lei i miei genitori lo sanno che sono qui?»

Rispose lei prendendolo in giro.
L'uomo scrisse qualcosa al computer e poi lo chiuse.

«Per ora vedrai portata IPM di Napoli. I tuoi genitori verranno avvertiti quando sarai lì»

Disse lui facendo il segno hai colleghi di portarla via.

La chiusero in un furgone della polizia e lo accesero.

Gaia si mise le mani tra i capelli.

«Toglimi una curiosità» Inizio a parlare la guardia accanto a lei « Ma che hai fatto per essere trasportata con urgenza al carcere minorile di Napoli?»

Gaia apri la bocca sconcertata.
Ma la gente non era brava a farsi i fatti suoi?

«E tu toglierla a me... Perché non ti fai i cazzi tuoi invece»

Rispose lei secca.

«Dai ti prego dimmi che hai fatto. Non mi hanno riferito niente per privacy»

Insistette lui.
Ok sarà un lungo viaggio.

Come Calamite | Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora