Gaia pov's
«No, però spero che alcuni riesca almeno di far crescere un po' di cervello che gli manca, ma non è il tuo caso, il tuo rimane sempre uguale. Piccolo e insignificante»
Gli rispose Gaia facendo ricadere l'attenzione di tutta la classe su di lei.
Gaia capì di aver esagerato, ma gli venne spontaneo, non sopportava quel modo così arrogante con cui si rivolgevano alle persone.
«Ma cum te permitti a parlamme cusci? E poi tu non sei tanto meglio di noi, hai ucciso tre uomini, e ora stai qua dentro proprio come tutti qui, paghi il prezzo di quello che hai fatto proprio come me»
Ciro aveva perfettamente ragione lei non era migliore degli altri, e doveva pagare per quello che aveva fatto.
Si alzo dal banco, minaccioso verso la ragazza davanti a lui.
Da quando era arrivata aveva cambiato posto di banco, obbligando chi si era assegnato quel posto di farci sedere lui.
Non sapeva perché a tutti i costi voleva mettersi accanto a lei.
Per guardarla meglio?
O per stare semplicemente vicino a lei?«Io parlo a chi voglio e come voglio, non sarei tu a farmi cambiare idea, e poi non dico di essere migliore degli altri, si li ho uccisi, ho strappato le loro inutili vite, facendo piangerò i figli e le mogli, e sono qui per pagarne le conseguenze, e non mi tiro in dietro proprio come voi che siete qui»
Gaia si alzò, facendo fare un primo piano sul suo lato B a tutti i detenuti dietro di lei, specialmente Ciro che appena lei si giro lo becco ancora fisso su quel punto del suo corpo.
Alzo poco dopo lo sguardo, cercando di coprire quella piccola scintilla che gli aveva provocato.«Quindi la principessa a capit che ca drinto nun se chiacchjarià»
Sorrise soddisfatto Ciro.
Ripenso a quello che era successo in cella con lei, e sorrise quasi come uno scemo.«Scusate l'interruzione, ma i ragazzi sono costretti ad andare alla sala d'arte per un cambio di programma»
Entro Lino nella stanza, interrompendo gli sguardi omicidi che Ciro e Gaia si stavano mandando.
Tutti i detenuti si alzarono dalla sedia, guardando i due attenti, come se da un momento all'altro si sarebbero scannati.
Quando tutti uscirò, Ciro e Gaia erano ancora lì, a fulminarsi l'uno con l'altro.«Ragazzi potete andare»
«Ti assicuro che la storia non finisce qui ciùciù»
Disse Ciro non badando alle parole dell'insegnante, e uscendo dalla classe prima di lei.
«Coglione»
Sussurrò Gaia appena mise piede fuori dalla stanza.
«Rossi aspetta»
Si fermò, non capiva cosa volesse ora lei.
Sgridarla?«Ho notato che tra te e Ciro non scorre buon sangue»
«Che introito professore»
«Dico sul serio Gaia, voi siete così uguali che nemmeno te ne rendi conto. Se solo vi sforziate ad andare d'accordo secondo me avrete pure degli ottimi risultati insieme»
«Con quello la? Professoressa non voglio mancargli di rispetto, ma io con un montato come lui non ci voglio avere niente a che fare. In nessun modo»
Mise in chiaro Gaia, diventanto più seria del previsto.
«Vedrai con il tempo che cambierai idea, ora vai sennò il Lino si arrabbia»
Disse l'insegnante entrando nella classe, mentre la giovane ragazza si diresse verso la sala disegno senza obbiettare.
Sapeva che le parole dell'insegnate erano sbagliate, ma dentro di lei sapeva che in parte aveva ragione.
Lei e Ciro erano uguali.
Questo non lo poteva negare.Appena arrivo, si mise vicino a Nadiza e Silvia che la abbracciarono all'istante.
«Allora abbiamo un cambio di programma, il disegno che dobbiamo ricreare ci metterà un po' ad arrivare, però le lezioni ci saranno lo stesso, sempre alla stessa ora»
Parlo un uomo, sulla cinquantina d'anni.
Per tutto il tempo, Ciro la aveva osservata senza toglierle gli occhi di dosso, nessuno dei due gli era importato del motivo per cui l'avevano chiamata, l'unica cosa che in quel momento era: non distogliere gli occhi da Ciro nemmeno per un secondo.«Ora ragazzi potete ritornare in cella, per una doccia che dopo si andrà in menza»
Disse Lino battendo le mani, facendo muovere ogni prigioniero.
«Gaie ma tu come te la fai la doccia? Voglio dire, non te la farai mica con tutti quei maschi»
Scherzo Nadiza facendo ridere anche Silvia.
«Mado magari io al posto tuo, avrei fat tutte cose con chille»
Disse Silvia con occhi sognante mentre guardava in alto.
Ma Gaia non aveva ascoltato di nemmeno una parola, era troppo concentrata a non togliere gli occhi da Ciro.
Quel nero che gli contornava la pupilla, lo rendevano così attraente che la ragazza doveva sforzarsi per non abbassare lo sguardo.«Non lo so, dopo chiederò»
Disse lei concentrata.
Le due guardavano nella direzione in cui l'amica stava guardando e sorrisero compiaciute.«Che è te si incantat?»
Disse Nadiza dandogli una spallata amichevole.
«Di quello? Manco morta»
«E allora pecche ve state fissando a vicenda? Nun è che quasi quasi c'è qualcosa sotto»
Continuò Nadiza ridendo.
«No, gli voglio fare capire solo che io non sono un suo oggetto, e non sto agli ordini di nessuno»
Sputo Gaia acida, per poi dirigersi verso la fila che si era creata fuori dalla stanza.
Ciro la segui con lo sguardo finché non si trovo quasi alla porta.
Andò verso di lei afferandogli il braccio e portandola dietro a dei scaffali della sala.
Gaia si trovo tra la parete e il corpo di Ciro, incastrata in mezzo.
Lo guardò attenta, mentre lo osservava guardargli le labbra.«Si può saper e che vuoi? Non ti è bastato prima in classe»
Disse Gaia guardandolo negli occhi.
Quegli occhi buoi e spenti, che la attiravano.«Ti già avvertito, non mi devi parlare così. Io voglio rispetto»
Disse lui mentre gli toccava i capelli, mettendo una ciocca dietro all'orecchio.
Poggio una mano sulla sua spalla, e una sul fianco sinistro.
Facendo venire un brivido su tutta la schiena di Gaia.«Io porto rispetto solo a chi ritengo che ne valga la pena. E tu non fai parte di quelli»
Ciro poso lo sguardo su i suoi occhi ghiacciati.
«Ah no?» Si avvicinò al suo collo, soffiandoci sopra «Non mi sembrava che io non facessi parte di quelli che non meritano il tuo rispetto quando ci trovavamo nella tua cella, e non facevi altro che guardarmi le labbra»
Quelle parole, dette sul suo collo gli fecero venire una striscia di adrenalina il corpo.
«Lo so che non vedi l'ora di assaporarle»
Ciro inizio la lasciare una scia di baci su tutta la lunghetta della collo, facendo venire i brividi alla ragazza.
Aveva ragione.
Gaia moriva dalla voglia di assaporare le labbra del ragazzo, per vedere di cosa sapevano e se erano così morbide come credeva.
Lo scansò via, correndo verso l'asfalto del carcere, trovando tutti li in fila ad aspettarli.«Alla buon'ora Piccere, pensavo ti eri persa» Iniziò Lino aprendo le braccia «Ciro dov'è?»
«Non lo so. Non era con me»
Disse Gaia con un filo di voce.
Non riusciva a parlare.
A quelle parole il Ricci uscì dalla Stanza con un sorriso soddisfatto, mentre la guardava.
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Come Calamite | Ciro Ricci
FanfictionL'amore può nascere tra le celle di un carcere? Gaia riuscirà ad accettare Ciro per com'è? Ciro riuscirà ad accettare i suoi sentimenti per Gaia? I due c'è l'ha faranno a superare tutti gli ostacoli che gli si presenteranno davanti? questa stori...