11: Gelosia

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Ciro pov's

«Sveglia ragazzi. Che non abbiamo tempo da perdere»

Urlò Lino facendo finta di aprire ogni cella.

«Edua anche tu vedi di alzarti, che non è che si speciale» 

Disse Lino avvicinandosi al nostro letto.
Appena uscì dalla nostra cella, io mi alzai,  andando verso il bagno, ma non prima di guardare nella cella davanti alla mia, dove si trovava Gaia, che si era appena sveglia.
Inevitabile dire che fosse bella anche da appena sveglia.

«C ré te si incantato a verè la principessina?»

Gli dice Edoardo ridendo.
Di rimando Ciro gli fece un sorrisetto colpevole.

«Mi hai beccato»

Entro in bagno sistemandosi.
Quando uscì, si misi in fila, controllando prima dove si fosse messa lei.
Ed eccola qua, mentre parlava con Totò, di chissà cosa, e rideva con Cardiotrap per qualcosa.
Ciro lo doveva ammettere, era quasi invidioso che Gaia scherzava e rideva con qualcuno che non fosse lui, ma non poteva farci niente.
Lei era libera di fare quello che voleva, e lui non era nessuno led decidere cosa fare e non fare.
Si mise all'inizio della fila, e quando Lino li porto in mensa, per fare colazione, ognuno prese il proprio vassoio e si mise al rispettivo tavolo.
Ciro si mise con i suoi compagni, mentre Gaia, si sedette con Carmine e Filippo.
Conosceva Filippo da poco, ma le bastava sapere che Nadiza si fidava di lui, che lei poteva stare tranquilla su di lui, mentre su Carmine non era sicura di potersi fidare di lui, ed era sicura che il sentimento era reciproco.

«Cirù a principessa tua non se assettà accant a te»

Gli dice Edoardo guardandola, la stava mangiando con gli occhi e questo stava cominciando a innervosire il Ricci, che doveva cercare di fare di tutto per non fargli vedere che lui fosse interessato a lei.

«Nun è mia Edua. Io voglio solo Viola, e nesciun altro. Essa non me interessa»

Disse lui guardandola con il suo solito sguardo.
Vederla li che parlava con O Piecuru e il Chiattil lo rendeva nervoso, e non capiva cosa gli stava prendendo, ma doveva cercare di nascondere il tutto.

«Sicur Cirù? L'altro giorno quando si turnà con ess, non ho visto tutta sta indifferenza nei suoi confronti»

Insistette Edoardo guardandolo osservare Gaia.
Il suo sguardo diceva tutt'altro.
Per quanto cercasse di coprire il suo interesse verso di lei, non ci riusciva, perché il suo modo di guardarla in ogni momento, controllando cosa facesse e con chi parlasse era evidente che non gli era indifferente.
Ma Edoardo voleva fargli ammettere i sentimenti nascosti che provava, perché aveva capito che Gaia era diversa, aveva lo stesso carattere del giovane Ricci, e questo l'avrebbe aiutato a trovare se stesso.
Era la ragazza perfetta per lui.

«So sicuro Edua, non insiste pecché tanto nun cambio idea. E si stressant qui vedi de daje una chiusa»

Disse Ciro stanco già della conversazione.

«Va bene Cirù, allora c'è posso prova senza che te arrabbi»

«Si Edua, nin c'è stanno problemi»

Ciro cerco di usare un tono di voce più indifferente possibile, ma per quanto poteva negarlo gli dava fastidio solo l'idea. 

Edoardo si alzo dal loro tavolo e andò verso Gaia che stava mangiando in pace.
Ciro vide che quando l'amico si sedette al tavolo della Rossi, Carmine e Filippo non siano stati molto contenti, ma loro erano l'ultimo suo problema.
Edoardo inizio a toccargli i capelli, e il Ricci noto che Gaia ci stava, facendogli gli occhi dolci e facendolo pendere dalle sue labbra.
Ciro senti il sangue ribollirgli nelle vene, gli dava così fastidio che quando aveva appoggiato il bicchiere sul tavolo non si era accorto di averlo rotto stritolandolo.

 Ciro senti il sangue ribollirgli nelle vene, gli dava così fastidio che quando aveva appoggiato il bicchiere sul tavolo non si era accorto di averlo rotto stritolandolo

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I suoi compagni del tavolo lo guardarono quasi spaventati.

«Su ragazzi è ora di tornare in cella che tra non poco avrete lezione»

Urlò Lino facendo alzare tutti i detenuti dalle celle.
Edoardo si alzò da vicino alla ragazza tutto sorridente, cosa che fece andare su tutti i nervi Ciro.
Ma si doveva trattenere, non poteva permettersi di fare scenate, non adesso, non per lei.
O almeno credeva.

Quando arrivarono nelle proprie celle per prepararsi per le lezioni Edoardo si avvicinò a lui che stava seduto sulla sedia intento a fumarsi una canna.

«Cirù, Gaia me agg dett che so Bell, te rendi conto. Già l'ho conquistata la uagliona»

Sorrise Edoardo toccando il petto dell'amico.
Ma Ciro tolse subito il braccio di dosso in meno di due secondi.

«Nun me devi tocca. Agg capito?»

Quelle parole erano uscite così dure e ferme, che Edoardo capì per che cosa l'amico si fosse arrabbiato.

«che tieni Cirù, si geloso della principessa?»

Lo provocò.

«Io non so geloso proprio di nessuno. L'unica che voglio è Viola, e basta. Non voglio quella ragazzina viziata. Te la puoi pur tene, a me nun me ne frega un cazz di lei»

L'acidità con cui Cirò sputò quelle parole fecero ridere Edoardo.

«Se lo dici tu Cirù»

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«Allora ragazzi oggi vorrei aprire con voi un dibattito. Vorrei chiedervi se voi siete d'accordo di pensare a quale motivo siete qui, e domandarvi cosa vi aspettate che il carcere vi dia. Potete dire qualsiasi cosa, l'importante è che sia il vostro pensiero»

Disse l'insegnante facendo zittire tutto il vocio che c'era.
«Professore, che ve devo dì. Il carcere nun serve a annénti»

Disse Edoardo Facendo ridere la classe.

«È inutile»

Continuo un'altro detenuto, con l'approvazione del resto della classe.

«Ragazzi pensateci, non è detto che il carcere non vi dia niente»

L'insegnate parlo, facendo ridere per la millesima volta la classe.

«E che c'è deve agg da? U premiu?»

Rispose Edoardo facendo alzare il chiacchiericcio.

«No, ma ad alcuni di voi vi farà cambiare in meglio»

«O in peggio»

Rispose uno dei detenuti all'insegante.

«Stai zitto»

Rispose Gaia alterata.
Non era d'accordo con la loro insegnate, ma non sopportava quella mancanza di educazione.

«pecché tu che te pensi principessa, che ti migliori il carcere?»

Disse Ciro facendo Ridere la classe.

«No, però spero che alcuni riesca almeno di far crescere un po' di cervello che gli manca, ma non è il tuo caso, il tuo rimane sempre uguale. Piccolo e insignificante»

Gli rispose Gaia facendo ricadere l'attenzione di tutta la classe su di lei.

Come Calamite | Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora