•16 - Bugie.

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L' aula tace, gli sguardi sono tutti uguali: sconvolti, provati e attoniti.
Ho detto tutto quello che non ho mai detto a nessuno, che era nel mio profondo e aspettava solo questo momento per uscire.

Poso gli occhi su mia madre e Taehyung, lei gli sta stringendo la mano ma entrambi hanno la stessa espressione.
Nessuno si aspettava che nascondessi così tanto.
Lei sta piangendo silenziosamente, forse perché ho raccontato in maniera cruda ciò che mi ha fatto Seokmin e non aspettava che potesse essere così.

«Signorina Cha, ha delle domande fare per l'accusa?»
Eunbi scuote la testa, «il teste ha detto tutto, signor giudice.»
«Signor Jung?»

L'avvocato di Seokmin mi guarda, senza rispondere al giudice.
Vorrebbe trovare il modo per mettermi in difficoltà, ma purtroppo credo che non abbia i mezzi per riuscirci vista la mia testimonianza.
Seokmin gli tira il braccio, per costringerlo ad intervenire ma lui si limita a deglutire.

Inclino la testa di lato, assottigliando gli occhi mentre lo guardo con un sorrisetto soddisfatto dipinto sul viso.

«Signor Jung?» Il giudice lo richiama ancora.

Si alza, schiarendosi la voce. «Hai detto di lavorare in uno strip club, vero?»
Faccio spallucce, «ballo in uno strip club.»

«Allora non sarebbe più logico pensare che tu abbia provocato il signor Kim?»
Schiocco la lingua. «Ho detto ballare, non scopare» dico, subito.

Ingoia un groppo, per poi tornare a sedersi.

«Non ho domande, signor giudice.»

Sento dei bisbigli, ma io mi limito a lasciarmi uscire un respiro trattenuto.

Una volta uscito dall'aula, Eunbi mi viene incontro contenta. «È la prima volta che quando faccio questo lavoro che l'altra parte non ha la capacità di fare domande.»
«È andata bene» le dico, con un sorriso.

«Jungkook!»
Mia madre cammina velocemente verso di me, ancora con le lacrime agli occhi e Tae la segue in silenzio.
Appoggia le mani sulle mie spalle, «perché non mi hai mai detto niente di tutto questo?!»
«Perché non mi hai fatto capire quanto stavi male?!» Alza la voce, senza riuscire a smettere di piangere.
«Mi dispiace, mamma.»

Mi abbraccia, stringendomi forte tra le sue braccia. «Sei stato bravissimo, tesoro.»
Sorrido, ricambiando l'abbraccio.
Guardo Taehyung, che non ha ancora parlato da quando è uscito dall'aula. Tiene i suoi occhi fissi su di me, con un velo di tristezza e le mani nelle tasche dei jeans.

Cammino verso di lui e appoggio le mani sulle sue guance. «È andata bene, vero?»
Penso che mi stia per baciare, ma finisce per levare le mie mani da lui e allontanarsi in maniera gelida.
Lo guardo sorpreso, deglutendo.

«Ho bisogno di uscire» sibila, per poi raggiungere l'uscita e lasciarmi da solo con mille domande che affollano la mia mente.
Cos'è successo? Che ho fatto? Che gli è preso?

È terribilmente strano da settimane, ma non riesco veramente a capire cosa ci sia che non vada.
Lui non mi dice niente, si comporta così e dopo fa finta che non sia successo niente.

Quando torniamo a casa, passiamo la sera come se tutto quello avvenuto in tribunale non fosse mai accaduto.
Non lascia trasparire alcun segno di quello che è successo dopo che mi ha lasciato da solo e la cosa mi fa sentire una stretta allo stomaco, terribilmente fastidiosa.

[...]

Scendo le scale, stiracchiandomi e sentendo il bisogno di bere un caffé per svegliarmi del tutto.
Taehyung è seduto al bancone, già vestito per andare alla Elektra.

STRIP 3 | Madness-Lies Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora