Quinto movimento, ovvero l'angelo della disperazione.

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E l'angelo della disperazione sussurrò:


È buio che si fa voce,

tenebra che si fa corpo.


Sul palcoscenico disseccato

del nostro andirivieni

discende dal cielo una cascatella

di stelline.


Occhieggiano da lassù.


Ridenti stelline, che fate?

Voi che siete di lassù, che

affari avete da spartire con noi

che battiamo questo trito

palcoscenico di miseria

e di miseria siamo fatti fin

nel midollo?


E il buio si fa voce e mormora

"Tu che non conosci le fortune di

laggiù, che hai da ridir verso noi

che dall'abisso discendiamo verso voi

che abbisognate del nostro conforto,

come noi del vostro? Sapete,

nell'abisso fa freddo."


E l'Uomo rispose:

"ma non v'è calore qui, null'altro

che ossa e sassi e miseria, voi che

brillate stelline ridenti statevene là,

anche se fa freddo una coperta prendete.

non v'è calore qui. Non v'è calore."

E la tenebra si fece corpo e abbracciò

l'Uomo.

"Ecco il calore che cercavo! Tiepida e morbida

creatura, tu rivesti del tuo dolce tepore

questa povera, povera anima risalita

dal buio. Brina mi scorre in vena,

ghiaccio secco dove non dico

e neve cade e cade nel mio cuore.

Ecco, scaldami, baciami coraggio."


L'uomo si accoccolò e disse:

"Oh amabile creatura del gelo, ti

stringerei se potessi! Se le braccia

avessero la forza di sorreggerti,

se il cuore la forza di battere,

il cervello di pensare,

i lombi di ardere... Ma non vedi che qui

è miseria e ossa e morte?"


... Eppure anche nella miseria

non possono forse un Uomo

e un Ombra

scaldarsi l'un l'altro?


Anche nella miseria,

non vale forse la pena

di sognare?


Un sogno:

è buio che si fa voce,

tenebra che si fa corpo.


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