Mi sveglia la maledettissima suoneria del telefono. Apro gli occhi e me li strofino, oggi non ho la minima voglia di andare a scuola, però, ci devo andare. Quindi, mi alzo e scendo a fare colazione. Torno in camera per vestirmi. Decido di mettere una felpa azzurra della Puma e dei leggins neri a cui abbino delle Adidas. Raccolgo i capelli in una coda bassa e non mi trucco. Prendo lo zaino ed esco di casa. Dopo circa dieci minuti, arrivo a scuola e vedo i miei amici. Mi avvicino a loro.
"Ciao ragazzi!"
Saluto sorridendo.
"Buongiorno, Char!"
Mi salutano loro.
"Ho sentito Bebe, dice che le mancate."
Dico.
Ci mettiamo a parlare del più e del meno fino a che suona la campanella. Entriamo e raggiungiamo l'aula di filologia.
Oggi abbiamo un'ora di filogia, un'ora di letteratura greca, due ore di grammatica latina ed un'ora di letteratura francese.
Giornata abbastanza impegnativa.
Entra il prof di filologia in classe ed io ed altri ripassiamo. Dopo essersi sistemato, chiama colore che vuole interrogare, tra cui me. Per fortuna, che ho studiato molto bene ciò che vuole sapere. Dopo una lunga ora, suona la campanella di fine lezione ed il prof ci manda a posto. Penso, spero, di aver preso una sufficienza.
Intanto, andiamo io ed i ragazzi entriamo nell'aula di letteratura greca.
Mi siedo vicino ad Agathe.
"Bravissima all'interrogazione, comunque."
Mi sussurra.
"Grazie!"
Dico.
Ci sorridiamo a vicenda.
La lezione ha inizio. Il greco è una lingua che mi ha sempre affascinata, fin dai tempi delle superiori.
La lezione inizia. Molto interessante. Suona la campanella, è ricreazione. Prendo le mie cose e vado nell'aula di latino.
Prendo il telefono e scorro nella mia Home di Instagram. Mi arriva un messaggio su WhatsApp. Lo apro. È Kylian.Ehy, madamoiselle
Guarda guarda chi si fa sentire😅 ciao
Divertente, guarda🙄
Cosa vuoi?
Niente, ringraziarti per ieri. Mi sono divertito.
Mmmh...quale parte del pomeriggio intendi?
Quando abbiamo giocato alla play e dopo. Sai cosa intendo.
Ho capito, ho capito. Oggi hai allenamento?
Sì, alle 17:15. Sei a scuola?
Sì, sono stata interrogata in filologia.
Che?! Che roba è?! Com'è andata?
Bene, dai.
Bene. Va be', ti lascio libera. Ci sentiamo😏😉
Smettila con questa faccine, Kyl.
No, mai.
Va be'🙄 ciaoo!
A te👋🏻
Mangio qualcosa velocemente e chiacchiero con i miei amici. La ricreazione finisce. Iniziano le ultime tre ore. Queste passano in fretta, anche troppo per i miei gusti. Suona la campanella di fine giornata. Prendo le mie cose e con Agathe, Agnè, Alexis ed Andrè esco dall'edificio scolastico.
"Raga, visto che dopodomani è il mio compleanno, vi aspetto tutti a casa mia alle 17:00, faccio una festa. Mi raccomando, eleganti. Char, dillo anche a Bebe."
Afferma Agnès.
"Oh ma bene. Noi ci saremo!"
Dicono i due ragazzi.
"Presente all'appello!"
Esclama Agathe.
"Ci sarò. Oggi Bebe mi ha chiesto di uscire per chiarire una cosa, glielo chiederò."
Affermo.
"Grandi, ragazzi. Va benissimo, Chacha."
Dice Agnès.
Annuisco.
"Io vado, ci vediamo domani!"
Li saluto.
"A domani!"
Mi salutano loro.
Torno a casa, porto lo zaino in camera mia e preparo qualcosa da mangiare. Un piatto di pasta alla panna. Lo mangio in una decina di minuti. Torno in camera e faccio alcuni compiti per domani, li finisco dopo. Visto l'orario, le 15:00, inizio a prepararmi.
Metto una maglia nera a maniche lunghe con una scollatura a V sul petto e dei jeans bucati alle ginocchia a cui abbino un paio di snickers della Nike. Sciolgo i capelli e mi trucco con un filo di eyeliner, mascara e gloss. Metto il mio profumo preferito, Hollister. Perfetto, sono pronta. Prendo le chiavi di casa ed esco. Mi avvio verso il bar, è abbastanza vicino alla casa mia e di Bebe, nel giro di cinque minuti arrivo.
Cerco tra i tavoli la mia amica e la trovo seduta ad un tavolo isolato.
Mi avvicino al suo tavolo. Alza lo sguardo e mi guarda. Mi sorride lievemente. Ricambio. Mi siedo di fronte a lei.
"Ciao, Bebe."
La saluto.
"Ciao a te, Char."
Mi saluta.
"Una persona mi ha detto che hai invitato anche un altro."
Dico alludendo a Neymar.
"Si, ho invitato anche Neymar. A lui ho chiesto di venire alle 16, però, volevo prima chiarire con te."
Dice.
"Era nervoso ed arrabbiato ieri."
Dico.
"Come fai a saperlo?"
Mi chiede.
"Kylian mi è venuto a trovare a casa ieri ed ha ricevuto una sua chiamata. Alla fine, è venuto anche lui. Beh, che dire, era incazzato ed amareggiato anche."
Dico.
Annuisce.
"Mi dispiace. Sono veramente molto dispiaciuta per tutto quello che è successo, davvero. Mi accorgo che tutto quello che mi hai detto qualche giorno fa è vero. Ho usato gli uomo per accontentare i miei piaceri dopo ciò che mi è successo anni fa. Io voglio chiederti scusa per averti urlato contro e per non averti dato ragione fin da subito. Sono mortificata. Prometto che proverò a migliorare ed a cercare di non usare più gli uomini, ma trovarne uno che mi ami veramente per quella che sono. Io proverò a trovare l'uomo giusto per me. Ho intenzione di farlo e lo farò, anche se penso che lui non voglia più vedermi."
Dice abbassando lo sguardo.
"Bebe, io ti perdono. In realtà, non sono mai stata arrabbiata con te. Solo delusa. Delusa perché ogni ragazzo che usavi poi lo dimenticavi. Sono felice di questa tua scelta, sono sicura che riuscirai a trovare l'uomo giusto per te. Trova un modo per farti perdonare dal brasiliano. Ci tiene a te, lo so io, lo sa lui, lo sai tu e lo sa anche Kylian. Questi mi ha detto che si è ubriacato a casa sua ed è stato una mattinata intera, ieri, a lamentarsi ed a piangere. Ci tiene a te. Non so, forse veramente per lui sei stata un colpo di fulmine. Tienitelo stretto, semmai riuscirà a perdonarti."
Affermo sorridendole incoraggiante.
Annuisce e ricambia il sorriso.
Ci abbracciamo.
"Ah, venerdì è il compleanno di Agnè, alle 17:00 a casa sua."
Dico.
"Certo."
Dice.
"Quando hai intenzione di tornare a casa? Non mi piace stare da sola."
Chiedo.
"Oh certo, non ti piace proprio. Se dopo mi accompagni da tua nonna a prendere le mie cose, torno oggi. Se no, domani."
Mi dice.
Annuisco.
Chiacchieriamo un altro po'. Alle 16:55, scorgo una figura familiare avvicinarsi. È Neymar.
"Preparati. Qualcuno sta arrivando."
Dico indicandolo con gli occhi.
La mia amica si gira e lo guarda. Si volta di scatto.
"È lui."
Dice.
Viene al nostro tavolo e si siede.
"Ciao!"
Lo saluto sorridendo.
Ricambia il mio sorriso.
"Ciao a te, Char."
Mi saluta.
Si mette a guardare Bebe freddo e duro.
"Ciao."
Dice freddamente.
"C-ciao."
Dice lei.
"Io ordino tre caffè, va bene?"
Chiedo per rompere il silenzio creatosi.
Annuiscono.
Mi avvicino ad un cameriere ed ordino tre caffè macchiati. Torno al tavolo.
"Ti do questa possibilità: o hai una buona scusa per farti perdonare oppure io preni e sparisci dalla mia vita."
Dice duro guardando per terra. Non riesce a guardarla in faccia.
"Penso che questa che ti sto per dare lo sia, allora."
Dice Bebe.
Penso di aver capito a cosa vuole arrivare. Gli vuole raccontare ciò che ha passato con quella bestia.
La guardo spalancando gli occhi ed interrogativa.
Annuisce.
"Sì, proprio quello, Char. Gli, anzi ti, voglio raccontare perché ho fatto questo, non solo a...a te...ma anche ad altri..."
Dice lei.
"Ah, non sono neanche l'unico. Benissimo."
Dice sarcastico lui.
"Ascoltami,nti prego. Poi, starà a te decidere se pardonarni o meno, ma almeno ascolta ciò che ti voglio dire."
Lo supplica lei.
Lo vedo annuire.
"Quando avevo 10 anni, vedevo Kia mamma sempre cupe e triste, con dei lividi in faccia, sul corpo in generale, gli occhi rossi dal pianto e le labbra rotte sempre a sangue. Le chiedevo sempre cosa avesse, ma diceva sempre che era caduta, o inciampata. Essendo piccola, le credetti. A cena, silenzio totale, non parlavamo, i miei genitori si ignoravano completamente. Questo continuò per un anno. L'anno dopo, mentre stavo studiando per una verifica, senti delle urla e dei lamenti provenire dalla stanza dei miei genitori. Mi avvicinai di soppiatto alla porta della loro stanza e sposi dalla porta semi aperta. Le scene che vidi erano orribili. Mia madre piegata in due sul letto che piangeva, gemeva, si lamentava ed urlava, mio padre che la violentava, picchiava, frustava con la cintura ed urlava anche lui. Non ce la feci più. Scoppiai a piangere. Volevo un mondo di bene a mia madre, era la mia ancora. Spalancai la porta e mi misi ad urlare. Minacciai addirittura di chiamare la polizia. Mio padre lasció mia madre e si avvicinò a me. Mi prese per il collo e mi sbatte contro il muro. Non riuscivo a respirare, ero diventata tutta rossa. Mia madre provò a liberarmi, ma quel mostro le diede un ceffone. Lei svenne. Mi portó in camera mia e chiuse in camera. Mi...mi violentò come se...come se non ci fosse un domani... ciò continuóper un anno. All'età di 12 anni, una notte, mentre quello mi stava violentando e picchiando, qualcuno sfondò la porta della mia camera e catturò mio padre. Vidi la figura di due poliziotti che lo tenevano fermo e mia madre che corse ad abbracciarmi. Mi sentivo libera. Quella bestia finì in carcere, dove è ancora adesso. Mia madre...mia madre morì un mese dopo la cattura di quello. Aveva un cancro all'ultimo stadio al fegato. Io crebbi con mia nonna e, beh, quando divenni abbastanza autonoma, mi trasferii nella casa dove abito tutt'ora con Charlotte. Per mesi rimasi chiusa in camera a piangere, disperata. Non dormivo la notte, facevo gli incubi. Poi, man mano, mi ripresi. Mi truccavo per nascondere le occhiaie ed i ragazzi mi trovavano bella. Quindi, per soffocare il mio dolore e darmi piacere, ma in un modo che a me piacesse, ho iniziato ad andarci a letto e poi i giorni dopo a felregarmene di loro."
Spiega la mia amica con le lacrime agli occhi.
Le stringo le mani.
So quanto per lei sia difficile parlarne. Si è trovata in difficoltà anche quando lo ha raccontato a me.
Scoppia a piangere.
"I-io...s-scusami...d-davvero...m-mi d-di-dispiace di a-verti t-tr-trattat-to in quel modo...cre-credimi, per favore...p-penso che...che tu mi p-piaccia per davvero... s-sì, t-tu mi piaci...d-da m-mia non-n-na l'ho capito..."
Dice balbettando e singhiozzanda.
Vedo Neymar guardarla non più duramente, ma più dolce, come se avesse capito ciò che ha provato.
Porta le sue mani alle guance di Bene e le asciuga le lacrime.
"Mi dispiace."
Dice solamente.
Barbare poggia le sue mani su quelle del ragazzo.
"S-scu-sami."
Dice lei singhiozzando anche lei.
"Ti perdono. Però, non farmi mai più una cosa del genere, se no rischi veramente che non li faccia più vivo."
Dice lui.
"Te lo prometto. Sono...sono mortificata..."
Dice la mia amica.
"Anche io, per averti urlato in faccia. Penso che anche tu mi piaccia. Vorrei provare a frequentarti."
Afferma lui.
Bebe annuisce.
Lui le sorride. Ricambia.
"Lo voglio anche io."
Dice lei annuendo.
Neymar le asciuga le lacrime restanti e si avvicina a lei. Le lascia un bacio sulla fronte.
"Smetti di piangere ora."
Dice lui.
"Ragazzi, mi sono commossa."
Dico facendo i labbroni.
Scoppiano a ridere.
"No, davvero. Sto dicendo la verità."
Dico.
Beviamo i caffè che ci sono stati serviti.
Vedo Bebe alzarsi. Vuole pagare.
Mi alzo anche io.
"Nono, tu non paghi. Faccio io."
Dico.
"No. Io vi ho invitato per scusarmi, ho il diritto di pagare."
Ribatte.
"Azzardati e ti ammazzo."
Dico.
"Rischio allora."
Dice lei fiondandosi dentro. Paga lei.
"Scema!"
Esclamo incrociando le braccia sotto il seno quando torna da noi.
"Ma dai, lo so che mi vuoi bene."
Dice lei ridacchiando.
"Ah, questo lo sanno tutti, penso."
Dico.
Scoppiano tutti a ridere.
"Senorite, volete un passaggio per tornare a casa?"
Ci chiede il brasiliano.
"Oh, non voglio essere di disturbo io. Penso che Bebe sia felice di accettare."
Dico.
Bebe mi tira uno schiaffo sul braccio.
"Ao, sei normale?!"
Esclamo.
"Sei una scema. Accettiamo."
Dice lei a nome di entrambe.
"Ti ammazzo."
Le sussurro.
"Bene, venite."
Ci dice guidandoci alla sua auto.
Rimango di stucco appena la vedo. È un'Audi di ultima generazione nera con specchietti scuri.
"Wow, che nell'auto!"
Esclamo.
"Grazie."
Dice il proprietario.
Ci apre la portiera. Entro.
"Penso che alla mia amica faccia piacere stare davanti, vero Bebe?"
Le chiedo facendole l'occhiolino.
Mi fulmina con lo sguardo.
Neymar ridacchia e chiude la portiera posteriore per poi aprire quella a lato passeggero. Bebe entra.
"Dove vi porto?"
Ci chiede.
"Un attimo a casa di mia nonna per prendere le mie cose."
Dice la mia coinquilina.
Lui annuisce. Gli dà l'indirizzo e dopo dieci minuti arriviamo a destinazione. Bebe scende dalla macchina ed entra in casa.
"Sono felice che le cose si siano sistemate."
Dico sorridendogli.
"Anche io, anche io. Tunlo sapevi già?"
Mi chiede guardandomi dallo specchietto.
Annuisco.
"Senti, tra te e Kyky come va?"
Mi chiede.
Mi mordo il labbro inferiore e lo guardo.
Ridacchia.
"Ti piace?"
Mi chiede.
Scrollo le spalle.
"Non lo so, in realtà. Quando sto con lui e quando si avvicina a me, sento qualcosa dentro di me smuoversi."
Dico.
Si volta verso di me e ghigna.
"Ok, ti piace."
Dice.
"Ho detto che non lo so."
Dico.
"Ed io ti dico che ti piace. Dai, queste sono le tipiche sensazioni che si provano quando ti piace qualcuno. E Kyky ti piace."
Dice sorridendo.
Gli faccio la linguaccia.
"Certo certo, proprio come a te piace Bebe."
Dico.
"Eddai, stiamo parlando di te, qua. Ti posso confidare una piccola cosa?"
Mi chiede.
Annuisco.
"Penso che tu gli piaccia. Agli allenamenti non fa altro che parlare di te e sorride quando lo fa. Gli si fanno gli occhi a cuoricino. Non l'ho mai visto così. Neanche con la sua prima fidanzata. Lui non lo ha ancora ammesso, ma lo si capisce ancheba due kilometri di distanza che gli piaci. E, secondo me, anche lui ti piace. Guardati, sei diventata tutta rossa."
Afferma ridacchiando e ghigandno.
"Scemo. D-davvero parla di me?"
Chiedo stupita e mordicchiandomi un unghia.
"Non dico bugie. Parla un sacco di te, o almeno, parla di una ragazza bellissima, solare, divertente e che sa mettergli i piedi in testa."
Afferma facendomi l'occhiolino.
Arrossisco.
"Ney, io non sono così."
Dico.
"Lo sei, per lui. E fidati, non parla mai di ragazze agli allenamenti, parla solo di PS5 e calcio in generale. Mai di una ragazza, neanche quando era fidanzato. In conclusione, già era uno scemotto prima, adesso è fuso completamente."
Dice ridacchiando.
Gli sorrido.
"Ney. Posso chiederti una cosa?"
Chiedo.
"Certo, chica!"
Afferma.
"Io...mi trovo bene in sua compagnia, davvero. È un ragazzo simpatico, affascinante e bello. Mi batte il cuore quando lo vedo e mi scombussola tutto il cervello quando mi guarda e mi sorride. Secondo te, questo si prova solo quando ad una persona piace qualcuno?"
Chiedo.
"Cosa sono?! Un consigliere d'amore ora?! Ahahah. Sì, si provano solo in questa circostanza. Secondo me, ti conviene dirglielo o, almeno, farglielo capire."
Mi dice.
Annuisco.
"Eccomi!"
Esclama la voce di Bebe entrando in macchina con un borsone della Nike.
"Di cosa stavate parlando?"
Ci chiede.
Non rispondo.
"Non posso dirtelo io."
Dice Neymar guardandomi dallo specchietto.
Gli faccio la linguaccia.
"Chacha, che succede?"
Mi chiede la mia amica.
"Penso che mi piaccia Kylian."
Dico per poi mordermi il labbro inferiore.
"Awwww, lo sapevo."
Dice la mia amica battendo le mani e guardandomi felice.
"Manco avessi incontrato il mio attore preferito!"
Esclamo sarcastica.
"Ma dai, è una cosa bella che ti piace Kylian!"
Esclama Bebe.
"Glielo devi dire."
Dice la mia amica.
"Sì, guarda, adesso mi faccio lasciare a casa sua. Busso e gli dico: Ciao, Kylian. Sai una cosa? Tu mi piaci. Mi piaci da morire."
Dico ironica.
"Ah, guarda, per me non c'è problema, abita qui nelle vicinanze, se vuoi ti ci posso lasciare veramente."
Si intromette il brasiliano.
"NO!"
Esclamò ad alta voce.
"Okok, ma stai calma."
Dice lui.
Ridacchio.
"Scusate."
Dico.
"Char, ma ti dovrò sopportare nel sentirti parlare sempre di lui?"
Mi chiede Bebe.
"Boh, può darsi di sì come può darsi di no."
Dico.
"Messi bene, guarda. Neyyyy aiutami tu, chi la sopporta questa quando è innamorata di qualcuno!"
Esclama la mia amica.
Il ragazzo scoppia a ridere.
"Senorite, siamo arrivate a destinazione. È stato un piacere."
Ci dice sorridendo. Ricambio il sorriso.
"Grazie per il passaggio e la chiacchierata."
Dico.
"Di nulla, chica!"
Dice facendomi l'occhiolino.
Bebe gli dà un bacio sulla guancia ed esce dalla macchina sorridendo.
"Ciao, Ney!"
Lo saluta.
"A presto, ragazze!"
Ci saluta sorridendo.
Mette in moto la macchina e se ne va.
"Oggi hanno allenamento, se no gli avrei chiesto per conto tuo di restare per cena."
Dico facendole l'occhiolino.
"Scema, allora io avrei invitato Kylian."
Dice lei.
Scoppiamo a ridere. Entriamo in casa. Bebe va in camera sua a sistemare le sue cose. Io vado nella mia. Finisco i compiti per domani in circa mezz'ora. Poi, scendo in salotto e mi butto sul divano.
Mi arriva una notifica su WhatsApp.
È Kyl.Santa misericordia, finalmente Ney non sia sta lamentando più. Grazie grazie grazie
Ahahaha, non devi mica ringraziare me, Kyl
Lo so, ringrazio la tua amica da parte mia. Sono troppo felice, non dovrò più sopportare le sue lamentele!
Ahahah, felice per te. Scusa, ma non sei ad allenamento?
Sì, ma iniziamontra mezz'ora, adesso mi sto cambiando.
Oh, ok. Vai, dai. Se no ti distrai
È una bella distrazione, però 😏😉
Dai, smettila
Ti stai imbarazzando?
N-no...cosa vai a pensare...
Adesso ne ho la conferma, madamoiselle. Vado, ciao!👋🏻
Ciaoo!👋🏻
Sospiro e sorrido. Perché questo ragazzo mi fa sorridere senza un motivo preciso?
"Char, perché stai sorridendo?"
Mi chiede Bebe sedendosi al mio fianco.
"Non lo so, Bene, non lo so. Quel francesino riesce a farmi sorridere anche quando fa l'idiota."
Affermo.
"Ah, mia cara amica, mi sa tanto che tu ti sei innamorata!"
Esclama Bebe accarezzandomi le spalle.
"Non mi succede da quanto? Uno o due anni?"
Dico.
"Eh, lo so. L'amore è questo."
Dice.
Accendiamo la TV e guardiamo un film scelto a caso. Alle 19:40, mangiamo qualcosa velocemente. Poi, guardiamo i primi quattro episodio di una serie TV. Alle 23:30, a letto.
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~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé
RomancePREQUEL DE "~LA VIE~" Una giovane ragazza francese, Charlotte, proveniente da Nizza, è cresciuta a Parigi, la cosiddetta città dell'amore, e studia alla famosa università di Sorbonne all'indirizzo di lettere. Farà la conoscenza della squadra del Par...