XLIV

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La notte è passata in fretta e la sveglia suona circa alle 08:00. Sono la prima ad alzarmi, mi lavo velocemente e mi vesto con i vestiti che ho tirato fuori ieri sera, vestiti adatti per il viaggio. Esco dalla stanza e vado giù, dove trovo già Edu in piedi.
"Bonjour, petite sœur."
Dice, stampandomi un bacio sulla guancia.
Gli sorrido.
"Buongiorno a te, fratellone."
Dico, entrando in cucina e mettendo su la moca per il caffè.
"Quindi, oggi ve ne andate."
Dice.
Annuisco.
"Sì, purtroppo o per fortuna, sì. Sappi che vi vorrò sempre un mondo di bene, ma non so se riuscirò più a venire qui."
Dico, sospirando.
"Lo so e lo capisco, Chacha, ma se lo denunci e lo prendono, potresti continuare a venire."
Dice.
"Lo so, ma...ha preso dei biglietti per Parigi, dove vivo da due anni, capisco? Quello lì non si arrende, ed io ho paura, paura che possa fare del male a Kylian, che non c'entra niente in questa storia."
Affermo, aprendomi con lui e mostrando i miei dubbi e le mie insicurezze.
Non so perché ma con Edu riesco sempre ad aprirmi totalmente.
"Kylian è un ragazzo forte, si sa difendere e ti difenderebbe costi quel che costi. Promettimi una cosa."
Dice, fermandomi e voltandomi verso di lui.
Lo guardo negli occhi.
Mi accarezza il volto.
"Appena arrivate a Parigi, denuncialo, non voglio che continui a girarti intorno quel bastardo. Fallo per te, per Kyl e per noi."
"Edu, vi metterei in pericolo se non lo dovessero catturare subito."
Affermo.
"Charlotte, è meglio che rischi ora che aspettare che faccia qualcosa di brutto."
Dice, serio, mio fratello.
Sospiro e verso il caffè nelle tazze.
Bevo la mia tazza.
"No, Edu, no, non voglio mettere in pericolo le vostre di vita, la mia ormai è quel che è."
Dico, scuotendo le spalle.
"No, la tua vita è più importante della nostra, io, te, mamma, papà, Addie, Renée e Kyl sappiamo cosa hai passato per ritrovare la felicità, non permettere ad un bastardo di togliertela di nuovo."
Afferma, serio.
Gli bacio la guancia.
"Ci penserò."
Dico.
"Sorellina, la prossima volta verremo noi a trovarvi a Parigi, l'ho promesso anche a Sim che vuole tanto rivedere Kyl."
Dice.
Sorrido e gli stampo un bacio sulla guancia.
"Va bene, vi aspettiamo."
Dico.
"Dai, vatti a preparare e dopo ci salutiamo per bene."
Dice.
Annuisco e torno in camera. Trovo il letto già fatto.
"Oh, buongiorno, amour."
Dice Ky, baciandomi le labbra a stampo.
"A te, frenchie. Hai dormito bene?"
Chiedo.
Annuisce.
"Ti vedo strana, è successo qualcosa?"
Chiede, cambiandosi.
Scuoto la testa.
"No, niente, pensavo ad altro."
Dico, mentendo.
"È successo qualcosa?"
Chiede.
Sbuffo e tieo fuori la valigia dall'armadio.
"Perché cerchi di evitare gli argomenti importanti?"
Dice.
"Perché non sono cose importanti."
Dico, innervosendomi.
"No, cara, adesso tu mi dici cosa succede."
Dice.
"Non succede niente, dannazione!"
Esclamo, alzando un po' la voce.
"Allora, sei entrata strana in camera ed io, che sono il tuo ragazzo, non posso sapere perché?!"
Esclama, alterandosi anche lui.
Ha ragione.
Sospiro e mi siedo sul letto, mi passo le mani sul volto e le porto alla nuca.
"Scusami, hai ragione."
Dico.
Si siede al mio fianco e poggia una mano nel mio interno coscia.
"Ho paura."
Dico.
"Di cosa? Di cosa hai paura?"
Chiede.
"Di mettere in pericolo la tua vita, quella della mia famiglia e quella della tua, non so cosa sarebbe capace di fare, se dovesse capire dove viviamo a Parigi."
Affermo.
"Dobbiamo denunciarlo, cherie. Devi farti forza e coraggio e denunciarlo, non è un ragazzo a posto con la testa, ha bisogno di stare dentro per un po'."
Dice.
"Quello potrebbe fare del male a te, Ethan, Jir, Mel, ai tuoi ed ai bimbi, ed io non voglio che vi capiti niente, ok? Non voglio mettere a rischio la vostra vita per una relazione tossica passata."
Affermo.
"Non sarà mai passata se non la chiudi ora con una denuncia. Ti amo tanto, ma alle volte sei tanto cocciuta. Lo sai perfettamente che è la scelta migliore per te, per noi e per le nostre famiglie."
Afferma.
"Tu non lo conosci abbastanza per capire fin dove può arrivare."
Dico.
Sbuffa e si alza.
"Ma possibile che non capisci, Char?! Apri gli occhi! In questi giorni non stai facendo altre che parlare di lui, basta! La devi chiudere qui. La relazione con lui, per quanto sia stata tossica, è finita, ora stai con me, stiamo bene insieme e questo è l'importante, ok? Non pensare più a lui!"
Esclama, alzando un po' la voce.
Ha ragione, ancora una volta ha ragione.
"Io...io...non ce la faccio più...volevo passare una vacanza felice e spensierata con te, ma ho passato un incubo, tra Edu all'ospedale, l'aborto ed ora anche questo..."
Dico.
"La vita è così, è fatta di alti è bassi, di ricordi belli e brutti, ma bisogna godersi giorno per giorno, bisogna godersi ogni momento. Questo me lo ha detto, e me lo dice sempre, mia mamma, la prima volta che me lo ha detto è stato dopo il mio primo infortunio di una certa importanza, volevo lasciare tutto, volevo arrendermi, ma ho capito che nella vita non bisogna mai arrendersi, soprattutto quando si parla di voler e dover raggiungere i propri obiettivi. Ed eccomi ora, da che ero niente sono passato ad essere conosciuto in tutto il mondo, da una relazione dura e tossica sono passato ad una relazione spensierata e stabile con una bella, anzi bellissima, ragazza."
Afferma, tirandomi su per le spalle ed accarezzandomi il volto.
Lo abbraccio senza dire niente.
"Lo dobbiamo denunciare, lo devi fare per te."
Dice.
"Va bene, ma non oggi, facciamo dopo domani, giusto il tempo di riprendermi. Magari domani possiamo andare dai tuoi o a pranzo o a cena, non so."
Dico.
"Per me va bene anche stasera, cherie."
Dice.
"Non saremo stanchi per il viaggio?"
Chiedo.
"Se dormiamo in aereo non penso. E poi avevo già detto a mia mamma che saremmo andati stasera a cena."
Afferma.
"Allora perché mi fai proporre giorni alla cavolo, Kyky?!"
Esclamo, tirandogli uno schiaffetto sul braccio e ridendo.
"Ora sì che ti riconosco."
Dice, rubandomi un bacio.
Tiro giù le valigie dal letto e, con l'aiuto del mulatto, le porto al piano inferiore. Giù troviamo tutta la mia famiglia in piedi.
"Oddio, ma perché ogni dannata volta che me ne devo andare vi fate trovare così come dei soldatini?!"
Esclamo.
"Vi dobbiamo salutare per bene."
Dice Edu.
"Ma non stiamo partendo per un viaggio di un mese che non ci rivedremo più!"
Dico.
"Allora, fate buon viaggio e chiamami quando arrivate, tesoro, non tenermi in pensiero."
Dice mia mamma, abbracciandomi.
"Mi mancherete."
Dico.
"Anche tu, voi."
Dice Edu, per poi stringermi tra le sue braccia mentre mia mamma saluta Ky.
"Pensa a bene a quello che ti ho detto prima, sorellina."
Dice, dandomi un bacio sulla guancia.
Annuisco.
"Ti voglio bene, fratellone."
Dico.
"Anche io, piccoletta mia."
Dice.
Passo a salutare Addie.
"Oh Addie, non puoi capire quanto mi abbia fatto piacere rivederti!"
Dico, abbracciandola e sorridendole.
"Idem, Chacha, è stato bellissimo."
Dice, stringendomi forte.
Tocca a mio padre.
"La mia piccola principessa ora è cresciuta, eh! Tesoro, fai sempre e solo ciò che ti piace fare, ciò che ti rende felice e fallo con al fianco il ragazzo che ti piace."
Dice, mentre guardo Kylian che saluta Addie.
"È lui quello giusto per te."
Dice papà, dandomi due baci sulle guance.
Sorrido e gli dò un bacio sulla guancia.
"Ti voglio bene, papà."
Dico.
"Anche io, principessina."
Dice.
Mi riavvicinò a Kyl.
"Zii, zii!"
Ci corre incontro Simon, abbracciandoci le gambe.
Ky lo prende in braccio.
"Piccolo campione, ti prometto, anzi ti promettiamo che ci rivedremo presto."
Dice Ky, sorridendogli.
"È una promessa, la dovete mantenere."
Dice il biondino.
Sorrido e gli accarezzo il volto.
"Noi le promesse le manteniamo, tesoro. Ci rivedremo presto."
Dico, dandogli un bacio sulla guancia.
Lo fa anche Kyl.
"E tu continua ad allenarti che la prossima volta voglio vedere i miglioramenti, eh!"
Dice il mio ragazzo, facendo un buffetto sulla guancia al bimbo, che scoppia a ridere.
"Certo zio!"
Esclama Sim, abbracciandolo.
Dopo gli ultimi saluti, io e Ky usciamo di casa ed entriamo nel taxi privato che ci sta aspettando fuori al cancello. Carichiamo i bagagli nel bagagliaio e saliamo in auto. L'auto parte, direzione aeroporto. In quaranta minuti arriviamo a destinazione e Kyl paga il tassista. Prendiamo le nostre valigie e ci avviamo verso un'area riservata, dove non ci vede nessuno, ma, onde evitare, Kyl ha comunque messo il suo solito cappello con la visiera.
Ridacchio un po'.
"Che ridi?"
Mi chiede il mulatto.
Sorrido e mi appoggio a lui.
Mi bacia la fronte.
"Sei contenta di tornare a Parigi?"
Chiede.
"Sì, anche se la mia famiglia mi mancherà."
Dico.
"Per Natale allora li convincerai a salire, così passano un po' di tempo con noi, no?"
Dice.
Annuisco.
"Certo che sì, li obbligherò."
Dico.
Ridacchia.
"Poi si organizzerà qualcosa per farli incontrare con i miei."
Dice.
Annuisco.
"Direi di sì."
Concordo.
Dopo due minuti, arriva una chiamata a Kyl, che rispomde per poi mettere giù dopo due minuti.
"Possiamo andare, l'aereo è qui."
Dice, alzandosi e prendendo le sue e le mie valigie.
"Oh va bene."
Dico.
Ci avviamo verso l'area riservata ai jet privati e saliamo sul suo jet, che è grande e spazioso. Alcune hostess prendono le valigie e le posano nella stiva.
Rimango stupita per la grandezza del jet.
"No, va be', ma io ti amo troppo!"
Esclamo, saltandogli addosso.
Ride e mi stringe.
"Non mi devi amare per queste piccole cose, cherie."
Dice, baciandomi la guancia.
"No, io ti amo per tante altre cose."
Dico, sorridendo.
Sentiamo qualcuno tossire alle nostre spalle.
Sussultiamo e ci voltiamo, ritrovandoci davanti l'hostess.
"Signorini, ci dovete sedere ed allacciare le cinture, il jet partirà a breve."
Ci informa.
Facciamo come ci è stato detto e poi, quando l'hostess è abbastanza lontana, scoppiamo a ridere.
"Dai, che figura di merda!"
Esclamo.
"Capita, su. Non è successo niente di eclatante, ci stavamo solo abbracciando."
Dice, poggiando una mano sulla mia e stringendola.
"Ky, mi svegli quando atterriamo? Vorrei un po' dormire."
Dico, appoggiandomi sulla sua spalla.
"Certo, cherie, dormi pure."
Dice, baciandomi la fronte.
Chiudo gli occhi e mi addormento.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora