XXVI

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Apro gli occhi, non so perché. Mi guardo intorno. Non sono nella mia camera. Ah, giusto. Siamo a casa dei genitori di Kyky.
Abbasso lo sguardo e vedo Kyl con la testa ancora appoggiata sul mio seno. Inizio ad accarezzargli dolcemente la testa.
Dopo tre minuti, lo sento mugolare e, della labbra calde, si poggiando sul mio seno destro lasciandoci un bacio. Si stropiccia gli occhi e poi alza lo sguardo puntandolo nel mio. Gli sorrido accarezzandogli il volto.
"Bonjour, mon amour!"
Affermo dolcemente.
"A toi, ma cherie. Sei sveglia da molto?"
Mi chiede con voce impastata al sonno.
"No, mi sono svegliata cinque minuti fa."
Rispondo.
Annuisce e mi bacia le labbra.
"I tuoi seni sono un buon cuscino."
Afferma.
Gli tiro uno schiaffetto sulle spalle.
"Se stiamo ancora per molto così, rischio di farti di nuovo mia, poupée."
Afferma ghignando.
Ridacchio.
"Tu, allora, spostati dal mio corpo così mi alzo."
Affermo.
Si sposta ed io mi alzo e rivesto. Lo fa anche lui.
"Ho una proposta. Adesso, facciamo colazione e poi usciamo. Ti voglio portare in un posto."
Afferma afferrando le mie mani e stringendole nelle sue.
Sorrido. Ricambia.
"Va bene, frenchie."
Dico.
Scendiamo in salotto e troviamo Fayza già in piedi. Appena ci vede, ci viene incontro con un sorriso a 32 denti stampato in faccia.
"Oh, ma buongiorno, ragazzi. Tesoro, hai dormito bene?"
Chiede guardandomi e ridacchiando.
Ridacchio ed arrossisco lievemente.
"Buongiorno. Dormito benissimo, grazie."
Dico.
"Mamma, eddai!"
Sbotta Kyl.
"Ho preparato i caffè, se li volete. Li trovate in cucina."
Ci dice Fayza.
"Papà dov'è?"
Chiede Kyl.
"Oh, è uscito. Sai com'è, il lavoro chiama."
Afferma la donna.
Kyl annuisce.
"Ed Ethan è agli allenamenti. Tu stai a casa oggi?"
Chiede ancora il francese.
"Sì, ma tra un po' esco, devo fare dei giri. Voi che intenzioni avete?"
Ci chiede sorridendo.
"Oh, beh, la volevo portare in un posto."
Afferma Kyl stringendomi le spalle e lasciandomi un bacio in testa.
"Buona giornata, allora, ragazzi."
Ci dice.
Andiamo in cucina e beviamo il caffè. Poi, dopo un veloce saluto a Fayza e dopo averle promesso che ci saremmo viste presto, io e Kyl usciamo. Saliamo sulla sua auto e partiamo.
Dopo un quarto d'ora di macchina, non si ferma.
"Dove mi vuoi portare?"
Gli chiedo.
"In un posto che penso ti possa piacere. È un po' fuori da Parigi."
Risponde lui.
Annuisco.
Poggia una mano sulla mia coscia e la stringe.
"Che c'è? Ti vedo strana da quando siamo entrati in macchina."
Mi chiede con tono preoccupato.
"Ah...no, niente, tranquillo. Stavo pensando."
Dico.
"Sicura?"
Mi chiede lasciandomi un'occhiata fugace per poi tornare a guardare la strada.
Poggio la mia mano sulla sua.
"Sì, sicura."
Dico sorridendogli.
Ricambia.
"Se c'è qualcosa che non va o altro, parlane con me, vorrei provare ad aiutarti. Sono pur sempre il tuo ragazzo, ora. Non ci devono essere segreti tra fidanzati, o sbaglio?"
Dice ridacchiando ed accarezzandomi la mano.
"Giusto, hai ragione. Stai pur tranquillo, non ho segreti. Non mi è mai piaciuto averli."
Affermo.
Sorride e ridacchia.
"Sei come me. Mai tenuta una bugia."
Afferma.
"Stavo pensando ad una cosa, a dir la verità. Mi è venuto in mente che i miei genitori hanno una villetta in montagna, sulle Alpi, al confine con l'Italia. Che ne dici se, magari, in estate, ci andassimo? Magari una settimanina, poi andiamo dai miei così te li presento. So che è presto per mettere in mezzo certe cose, però, mi è venuta così spontanea."
Propongo.
Mi sorride.
"La trovo un'ottima idea. Dobbiamo solo capire quando. Io, le prime settimane di luglio, sarei libero dagli allenamenti, sospesi per due settimane. Se vuoi, e se va tutto bene, possiamo andarci in quelle settimane, poupée. Che ne so, così magari ci rilassiamo, pensiamo un po' a noi, a divertirci e fare qualche cosa."
Afferma ridacchiando e facendomi l'occhiolino.
Gli tiro uno schiaffetto sul braccio e gli faccio la linguaccia.
"Sei un pervertito."
Affermo.
Ghigna.
"Il tuo preferito, però."
Afferma.
"Scemo."
Dico.
Mi accarezza la guancia.
Dopo altri venti minuti, parcheggia la macchina.
"Siamo arrivati, cherie."
Mi dice uscendo dalla macchina.
Appena esco dalla sua auto, rimano letteralmente a bocca aperta. Davanti ai miei occhi, c'è un grandissimo e bellissimo parco, con erbetta verde ed alberi fioriti con fiori rosa, dei cespugli a varie forme e qualche panchina qua e la. È meraviglioso!
"Wow, io...non ho parole. È bellissimo questo posto!"
Esclamo.
"Mi ci portavano sempre mamma e papà quando ero piccolo ed anche con Et. Poi, ho iniziato a venirci da solo e non portarci nessuno, non ci viene nessuno qui. Completamente vuoto, tranne tutti i giovedì che vengono i giardinieri a curare gli alberi ed i cespugli. Ed io ho voluto portartici."
Afferma sordidendomi dolcemente.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte circondandogli il collo con le mie braccia. Ricambia.
"È il tuo posto segreto."
Dico.
"No, è il nostro posto segreto ora."
Afferma prendendo la mia mano, stringendola ed intrecciando le nostre dita.
"Più sto con te e più mi rendo conto di amarti."
Mi dice sorridendo.
Arrossisco lievemente ed abbasso lo sguardo dall'imbarazzo.
"Sei bella quando arrossisci."
Afferma.
Mi fermo e lo bacio a stampo sulle labbra.
"Mi fai sentire troppo importante così, e non lo sono."
Affermo.
"Per me lo sei."
Dice.
"Vieni, ti devo far vedere una cosa."
Afferma trascinandomi in un posto sperduto del parco.
Rimango a bocca aperta.
Cespugni di rose, alberi fioriti ed una bellissima altalena al centro.
Kyl si avvicina all'altalena.
"Vieni, madamoiselle."
Afferma ridacchiando ed indicando l'altalena. Vado da lui e mi siedo. Inizia a spingermi lentamente.
Mi lascio dondolare, nonostante non mi sia mai piaciuto. Con Kyl, però, è un'eccezione.
"Cherie?"
Mi chiama Kyl.
Mugolo.
"Ti piace questo posto?"
Mi chiede.
"Mi pare di avertelo già detto, è meraviglioso!"
Rispondo.
Ferma l'altalena e si mette seduto per terra poggiando la testa sulle mie gambe. Gliela accarezzo dolcemente.
"Che c'è, Kyky?"
Gli chiedo.
"Oh, niente. Mi vengono in mente tutti i pomeriggi in cui i miei mi portavano qui e giocavano con me. Vorrei tanto potrò fare anche io, con i miei figli."
Afferma.
"Lo farai, ok? Solo...ora non è il momento. Non me la sento. Non fraintendermi, io vorrei tanto avere un bambino, mi piacerebbe moltissimo vederlo giocare e correre insieme al padre, ma ora voglio prima laurearmi e trovare un piccolo lavoro."
Affermo.
"Sì, lo so. Ed aspetterò quel momento. So di essere, come dire, giovane, ma voglio avere una famiglia, costruirla, con la donna che amo. E se questo vuole dire aspettare, aspetterò il tempo che ci vuole."
Afferma.
Scendo dall'altalena e mi siedo per terra di fronte a lui. Prendo le sue mani tra le mie e gliele bacio.
"Sei troppo paziente, per questo ti ringrazio."
Dico.
"Tutto per la mia ragazza. Sono disposto ad aspettare anche dieci anni."
Mi dice.
"Oh, no, tranquillo. Io parlo di mesi."
Dico.
Appoggia la testa sulla mia spalla e mi lascia un bacio sul collo.
"Grazie per avermi portato in questo posto, frenchie."
Affermo accarezzandogli il volto.
"Ti amo, cherie."
Afferma.
"Anche io."
Dico.
"Devo cercare un modo per ricambiare tutti questo. Tutto quello che fai per me."
Dico ancora.
"Ehy, non ti azzardare a dirlo. Mi basta che tu sia felice e che mi ami, stop."
Afferma tirandosi su ed accarezzandomi il volto.
Lo bacio.
"Oggi hai allenamento?"
Gli chiedo.
"Dalle 15:30 alle 18:00. Magari, mangiano qualcosina insieme e ti porto all'allenamento con me, ok?"
Propone.
"Non voglio essere d'intralcio."
Affermo.
"D'intralcio? Ma se te l'ho chiesto io. Se fossi stata d'intralcio, non te lo avrei proprio proposto, non credi, cherie?"
Dice.
"Hai ragione. E va bene."
Dico.
Si alza e mi porge la mano. La afferro e mi alzo.
"Dove andiamo?"
Chiedo.
"Ci sediamo su una panchina. Tra mezz'oretta torniamo in centro, ci vuole circa mezz'ora."
Afferma.
Annuisco e raggiungiamo una panchina. Ci sediamo ed appoggio la testa sulle sue gambe.
"Sei comodo."
Dico ridacchiando.
"Io sono sempre comodo, anche quando ti addormenti sul mio petto."
Afferma vantandosi.
"Ah, quello pensavo di esserlo io."
Ribatto.
"Tu sei comoda in tutto. Sei accogliente, il tuo corpo è accogliente."
Afferma accarezzandomi il volto e scendendo ai seni ed al ventre.
Poggio la mia mano sulla sua accarezzandogliela.
"Vacci piano, frenchie. Frena gli ormoni e tieni a bada il tuo amichetto."
Affermo ridacchiando ed arrossendo lievemente. C'è una lieve protuberanza sotto la mia testa.
Abbassa lo sguardo imbarazzato.
"Sei tu che mi fai questo effetto, cherie."
Afferma ghignando.
Gli tiro uno schiaffetto sulle gambe.
"Dai, non fare lo scemo ed il pervertito Kyky."
Affermo.
Ridacchia.
Continuiamo a chiacchierare, ridere e fare battutine spinte. Passa mezz'ora.
"Cherie, torniamo in città, dai, tirati su. Mangiamo qualcosa velocemente a casa mia e poi direzione allenamenti."
Afferma ridacchiando il mulatto.
Annuisco e mi alzo.
Andiamo nella sua auto e torniamo in città, a casa sua.
Kyl si dirige in cucina, lo seguo. Apre vari mobili e cerca cose.
"Ma cosa stai cercando con tutti questi mobili aperti?!"
Esclamo poggiando le mani sui fianchi e guardandolo seria.
"Sto cercando la pasta! Eccola!"
Esclama prendendo un pacco di pasta.
"Ah, e così ti vuoi buttare su un piatto di pasta."
Affermo avvicinandomi a lui.
Annuisce e prepara la pentola, che appoggia sul fuoco.
Lo abbraccio da dietro appoggiando le.mani sui suoi fianchi e la guancia destra sulla sua schiena.
"Voglio proprio vedere se ci riuscirai."
Affermo.
"Mi sottovaluti, signorina. Te ne farò pentire."
Afferma voltandosi verso di me e bloccando le mie braccia. Sale ed arriva al mio collo. Brividi, mani calde sulla mia pelle, fredda. Accarezza le mie guance con i pollici. Mugolo. Mi lascio accarezzare dalle sue mani.
"Che c'è, bambola?"
Mi chiede.
Lo guardo e non rispondo.
"Perché le tue mani sulla mia pelle mi provocano dei dannati brividi?"
Mi ritrovo a chiedere spontanea.
Sul suo volto spunta un sorriso malizioso e trattiene una risata.
"Poupée, forse è l'effetto che ti faccio. O forse, perché hai la pelle fredda, o forse perché ti piaccio troppo. O forse...o forse perché mi desideri."
Afferma.
"I-io...non fare così, Kyl."
Dico togliendogli le mani dal mio collo.
Mi guarda interrogativo.
"La pasta."
Dico indicando la pentola. Si volta e gira la pasta. Dopo una decina di minuti, i piatti sono a tavola. Mangiamo. Poi, ci sediamo sul divano.
"Perché?"
Mi chiede.
"Cosa?"
Chiedo.
"Perché mi hai detto di non fare così?"
Chiede diretto.
"Ah, i-io...non lo so, sarà perché, come hai detto tu, ti desidero troppo."
Dico mordicchiandomi un'unghia.
"Non pensl che sia un male che tra due fidanzati ci si desideri, poi tra noi non sarebbe neanche la prima volta, no?"
Afferma accarezzandomi la mano destra s stringendola nella sua.
Mi sdraio sul suo corpo ed appoggio la testa sul suo petto, che si alza e si abbassa per respirare. Sento il battito regolare del suo corpo. Mugolo.
Mi accarezza i capelli.
"Kyky?"
Lo chiamo.
"Sì"
Dice.
"Avresti mai pensato, il primo giorno che ci siamo visti, che sarei diventata la tua ragazza?"
Chiedo giocherellando con l'anello di fidanzamento. Alzo lo sguardo aspettando una sua risposta.
"Oh...beh...penso di sì. E tu?"
Mi chiede puntando lo sguardo nel mio.
Arrossisco lievemente.
"Sinceramente, no. Non mi aspettavo di diventare la fidanzata di un calciatore famoso come te. Ma poi ci siamo conosciuti meglio, ed ho capito che sei il ragazzo che ho sempre aspettato."
Affermo.
Mi bacia dolcemente. Mi siedo a cavalcioni su di lui e gli accarezzo il petto.
"Che vuoi fare?"
Mi chiede appena mettiamo fine al bacio.
"Ahaha, niente. Che c'è? Non mi resisti?"
Chiedo ridacchiando e strisciando mi sensualmente su di lui.
Lo vedo deglutire rumorosamente.
"Ti ecciti così facilmente, frenchie?"
Chiedo disegnando il contorno del suo petto.
"Cosa mi stai facendo?"
Chiede retoricamente prendendomi per i fianchi e capovolgendo le posizioni.
Mi bacia bramosamente ed inserisce la lingua nella mia bocca. Stringe i miei fianchi. Mi tocca tutto il corpo. Mi accarezza tutta. Continua a baciarni. Avvolgo le braccia sul suo corpo attirando il suo corpo al mio ed allaccio le gambe ai suoi fianchi.
Scende a baciarmi desideroso il collo, leccandomelo e mordicchiandomelo.
Inizio a respirare più velocemente, mi fa mancare il respiro. Smette di baciarmi e mi guarda dritto negli occhi. Contatto visivo. Il mio respiro è ancora irregolare.
Mi bacia di nuovo le labbra. Gli accarezzo il volto ed il collo.
Continuiamo a baciarci per altri cinque minuti, non andiamo oltre. Sento che, anche il suo respiro, si sta facendo sempre più veloce.
Ci siamo, come dire, mangiati di baci a vicenda. Appoggia la testa sul mio seno.
"Dovrei fare io a te quella domanda, Kyky."
Dico accarezzandogli la testa.
Lo sento mugolare.
"Hai le labbra tutte rosse."
Dice passando il pollice sopra di esse.
"Chissà perché, eh!"
Esclamo dandogli uno schiaffetto sulla nuca.
Mette un finto broncio. Scoppio a ridere.
"Beh, sembrerà che ho messo il rossetto, dai."
Dico, provando ad alzarmi. Si sposta e mi permette di alzarmi. Vado in bagno e mi specchio. Ho le labbra gonfie e rosse e due segni rossi sul collo.
"Che bel lavorino."
Lo sento affermare alle mie spalle e ghignare. Sussulto per lo spavento.
"Mi hai fatto prendere uno spavento."
Dico.
Viene alle mie spalle e mi accarezza il collo con i pollici passandoli sui segni rossi.
Appoggia la testa sul mio collo.
"Kyky, che intenzioni hai?"
Chiedo poggiando le mani sui fianchi.
"Prepararmi per l'allenamento."
Dice lui.
"Allora, perché mi stai abbracciando?"
Chiedo.
"Perché lo voglio."
Afferma.
Mi giro verso di lui ed appoggio le mani sul suo petto scostandoli lievemente.
"Ti consiglio di iniziarti a preparare. Sono le 15:00."
Affermo liberandomi dalla sua presa ed andando alla porta.
"Ah, vero."
Dice.
"Ti aspetto giù, frenchie!"
Dico sorridendogli.
Ricambia ed annuisce.
Scendo in salotto e mi guardo un po' intorno e vedo foto e libri appoggiati sopra degli scaffali. Mi avvicino ad essi e li guardo attentamente. Vedo una foto che attira particolarmente la mia attenzione. Kyl con al fianco una ragazza. La prendo tra le mani e la osservo attentamente. La ragazza ha lunghi capelli biondi, grandi occhi verdi ed un sorriso sul volto, un braccio intorno alle spalle di Kyl. Ma chi è?
"Cosa stai facendo, amour?"
Mi sento chiedere alle spalle.
Sussulto e mi volto con la cornice tra le mani, che stringo. Lui abbassa lo sguardo e vede il quadro che ho tra le mani. La sua espressione facciale cambia improvvisamente. Diventa...persa.
"I-io...s-scusa. N-non volevo."
Dico balbettando e cercando di posare la foto. Blocca il mio polso con la sua mano ed abbassa il mio braccio.
"Tranquilla, non è colpa tua."
Dice sfilando la cornice dalle mie mani e stringendola quasi rompendola.
Si volta e va in cucina. Butta la foto.
Lo guardo interrogativa.
"Era...Zara. Io...non pensare che mi piaccia ancora, non so come sia possibile che quella immagine fosse ancora lì. Quando ci siamo lasciati, ho buttato tutte le nostre foto. Forse quella non mi era passata per la mente."
Mi dice abbassando lo sguardo.
Mi avvicino a lui e gli accarezzo il volto.
"Ehy, tranquio, è tutto ok. Non sono gelosa."
Affermo dolcemente sorridendogli.
Appoggia la mano sinistra sulla mia, la prende nella sua mano e se la porta alle labbra baciandone il palmo.
"Dovremmo scegliere una nostra foto ed incorniciarla."
Afferma.
"Lo faremo. Ti ricordo che non abbiamo foto insieme, frenchie."
Dico.
Ridacchia ed annuisce.
"Dai, andiamo. Sono già le 15:20."
Dice avvicinandosi alla porta.
Vado verso di lui ed usciamo dalla sua casa.  Entriamo in auto, mette in moto e partiamo. Dopo circa cinque minuti, arriviamo al Parco dei Principi e parcheggia nei parcheggi riservati. Usciamo dall'auto ed entriamo.
"Oi, Kyky, arriviamo insieme!"
Esclama qualcuno alle nostre spalle. Kyl si volta. Lo imito. È Achraf, se ricordo bene.
"Bro! Come ti va?"
Chiede Kyl abbracciando l'amico.
"Alla grande, a te?"
Gli chiede l'altro.
"Bene, bene."
Risponde il francese.
"Oh, ciao, Char."
Mi saluta sorridendomi.
"Ciao, Achraf."
Ricambio il saluto.
"Anche oggi qui?"
Mi chiede.
Nel frattempo, ci avviciniamo agli spogliatoi.
"Sì, il francesino è abbastanza insistente, mi ha praticamente obbligata."
Scherzo dando uno schiaffetto sul braccio a Kyl.
Lui mette il broncio e mi guarda male.
Achraf scoppia a ridere ed io mi unisco alla sua risata contagiosa.
Apre la porta dello spogliatoio.
"Kyks, andiamo?"
Chiede il marocchino al francese, che annuisce.
"Char, ci sei anche tu!"
Spunta Ney dallonspogliatoio.
Salto dallo spavento.
"MA PORCA MISERIA! DA DOVE CAVOLO SEI SPUNTATO TU?!"
Esclamo per lo spavento.
I tre ragazzi scoppiano a ridere.
"Ahahahaha, ero dentro, scema!"
Esclama il brasiliano.
Gli faccio la linguaccia.
"Non lo fare più, cavolo, mi hai fatto prendere un infarto!"
Esclamo.
"Scusami, chica. Non sapevo saresti venuta oggi. Bebe non è potuta venire, ha detto che deve fare delle cose per domani."
Mi dice.
Annuisco.
"Sisi, studiare per un test di recupero, lo so.  Beh, vi guarderò solo io, ragazzuoli belli."
Affermo facendo loro occhiolino e linguaccia.
Ney fa un muso e ricambia la linguaccia.
"Meglio te che nessuno."
Dice Kyl.
Aw, che dolce.
"A dopo, raga!"
Saluto, dopo aver dato un bacio sulla guancia al mio ragazzo. Vado agli spalti e mi siedo. Mentre aspetto che la squadra entri in campo per allenarsi, tiro fuori il telefono e scorro su Instagram. Decido di stuzziars un po' Bebe, quindi, faccio una foto al campo e gliela invio su WhatsApp.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora