Shopping e insalate condite

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Quando quella sera Jason aveva deciso di seguire sua madre, la sua ragazza e Thalia in una sfegatata e sfrenata corsa di shopping e compere per l'imminente festa di sabato sera non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a fare il porta buste della spesa: si stavano aggirando per il centro commerciale da quasi tre ore, avevano visitato all'incirca una dozzina di negozi, passato quindici minuti in ciascun camerino e fatto ore e ore di fila alle casse.

A Jason e non piaceva particolarmente il centro commerciale, Jason odiava il centro commerciale e dicerto frequentarlo con tre donne al seguito non era il massimo.
Difatti quando sua madre era entrata in camera sua imponendogli di vestirsi e cambiarsi in fretta, il ragazzo l'aveva osservata per un paio di minuti con uno sguardo confuso e insolito.

:-abbiamo bisogno di fare compere-: aveva esordito :-non vorrai lascare i tuoi amici a digiuno sabato sera-:

Jason non credeva che avrebbe lasciato i suoi amici a digiuno, anzi, era più che sicuro che non avrebbe lasciato i suoi amici a digiuno; a lui bastava una semplicissima pizza, ma sua madre, a quanto pare, non lo pensava allo stesso modo.

E così era stato trascinato in una corsa frettolosa e faticosa verso il centro commerciale che l'aveva costretto ad essere sballottolato da un negozio all'altro. Piper era stata molto contenta di accompagnare i ragazzi, già pronta con il portafoglio in mano quando la madre di Jason l'aveva chiamata; Thalia invece era stata meno contenta: non le piaceva molto girare per i negozi, avrebbe di gran lunga preferito restare a casa a vedere un film o recarsi in un negozio di videogame.

:-per quale motivo dobbiamo venire qui?-: continuava a dire.

:-ma io cosa c'entro in tutto questo?-:

:-non eravamo venuti per comprar il cibo? E allora perché ci troviamo in un negozio di

vestiti???-:

In effetti la loro passeggiata si era trasformata da "andiamo a fare scorte di cibo" a "andiamo a fare scorte di vestiti". Sua madre e Piper avevano trovato l'idea parecchio allettante, Thalia e Jason un po' meno.

:-Leo sta giocando a "World Zombie 2speed"!-: si lamentò Thalia in quel momento osservando irritata lo schermo del suo cellulare mentre sua madre e Piper si piantavano difronte alla vetrina dell'ennesimo negozio. Jason si voltò leggermente ad osservare la sorella con uno sguardo annoiato.

:-come?-: chiese distratto. Thalia sbuffò.

:-Leo sta giocando a "World Zombie 2speed"!!!-: ripeté come se fosse ovvio, poi grugnì infastidita e prese a tastare il suo cellulare con frenesia, scrivendo un messaggio impetuoso probabilmente rivolto a Leo. Jason la osservò confusa.

:-oddio, guarda che bei tacchi!-: esclamò entusiasta Piper puntando il dito contro un paio di scarpe color fucsia accesso con un tacco a spillo vertiginoso.

:-oh, se avessi ancora l'età...-: commento la madre di Jason con occhi sognanti. Il ragazzo e Thalia rimasero a guardare la madre sbigottiti: Era Grace* poteva anche apparire come una donna dura e riservata, una donna dedita al lavoro e alla famiglia, distaccata e formale e invece se riuscivi ad amarla, se riuscivi a capirla potevi scorgere in lei quel lato materno e amorevole degno di una mamma.

Il rapporto che Jason aveva con sua madre era totalmente diverso da quello che aveva con suo padre: Zeus era cinico, serio, preciso, freddo, molto duro con sé stesso e con i figli, costante, severo... Aveva un atteggiamento duro nei confronti di tutti, non si scioglieva mai davanti a nulla, non mostrava mai affetto paterno, pretendeva tanto dai suoi figli, così tanto che alle volte gli sembrava di avere a che fare con un capo più che con un padre.
Sua madre era l'opposto e Jason aveva un bellissimo rapporto con lei, uno di quei rapporti indescrivibili a parole che rendevano il ragazzo genuinamente felice: poteva parlare, poteva aprirsi, poteva sfogarsi, essere libero di esprimersi in ogni sua forma, Era faceva da madre e da padre colmando tutti i vuoti che Zeus non era mai riuscito a riempire.
Alle volte quella figura paterna gli mancava, alle volte avrebbe voluto urlare in faccia a suo padre di smetterla, smetterla di fare il duro, di trattargli come sue pedine di un gioco che a loro non piaceva, di smetterla di essere così freddo, di sciogliersi un po' e fare il padre, perché a lui mancava suo padre. Zeus non era mai venuto a nessuna delle sue partite di football, non aveva mai partecipato ai suoi compleanni da bambino perché "troppo occupato col lavoro", non gli aveva mai rivolto parole diverse dal "puoi fare di meglio", non si era mai congratulato con lui per qualcosa, non l'aveva mai trattato come figlio e Jason per lui non lo era mai stato, così come Zeus non era mai stato un padre.

ℙ𝕖𝕣𝕔𝕪 𝕁𝕒𝕔𝕜𝕤𝕠𝕟: 𝕚 𝕗𝕖𝕖𝕝 𝕝𝕚𝕜𝕖 𝕪𝕠𝕦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora