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𝑆𝐴𝑁𝐸𝑀

Quei giorni in cui non riuscivamo a mettere da parte l'orgoglio. Quei momenti in cui non ne volevamo sapere più nulla. Quella rabbia che ci impediva di agire, facendoci seguire il cuore invece che la mente. Quel bacio era un cancellare ciò che ci aveva separati, quell'incastro di labbra era ciò che da sempre sognavamo di mettere in pratica e di non terminare mai.

I nostri cuori uniti, che battevano in contemporanea, impazziti. Le nostre bocche che si cercavano, come se avessero bisogno di droga per poter procedere con la loro vita.

Eppure, qualcosa mancava. La mia persona non c'era al cento per cento, e il ricordo di quello che lui era pronto a fare, nonostante la mia presenza nella sua vita, mi destabilizzò ancora. Mi distaccai, rimanendo con gli occhi fissi per terra e il cuore spaccato in due.

Lo volevo, ma al tempo stesso no. Avrei dovuto fermarmi per qualche attimo, smettere di agire secondo il volere del cuore e azionare la mente.

«Che ti prende? Perché ti sei allontanata?»

«È che... Io non ce la faccio, Can. Non si può risolvere tutto con un bacio»

«Ed io lo so, infatti non pretendevo questo. Avevo soltanto voglia di baciarti»

«Per cancellare i tuoi sensi di colpa? Io lo so, Can. So benissimo che hai voluto baciarmi per mettermi a tacere, per cancellare la tua colpa. Non si può fare sesso con una persona per rabbia, suvvia, diciamoci la verità perché non siamo più bambini»

Riuscì a trovare la certezza da sola e mi spaccai internamente, come mai avevo fatto. Ero stata la prima a commettere un errore, e a rendermene conto, ma in quanti sbagliamo e ce ne accorgiamo subito dopo?

Quante volte capitava di sbagliare, e non di uno sbaglio piccolo, ma di quelli enormi, e pentirti poi un secondo più tardi, quando il danno era ormai fatto? Si diceva che se non si sbagliava, la lezione non si poteva mai imparare, ed io avevo sbagliato.

Ero caduta in basso col mio atteggiamento, e avevo imparato la lezione quando mi resi conto che avevo frainteso tutto. Avevo soltanto vent'anni all'epoca: ero adulta, ma a quell'età, capitava di sbagliare molto spesso e ciò che avevo imparato, era che la fiducia doveva essere sempre alla base di una relazione, perché senza, non si poteva andare da nessuna parte.

«Sanem cosa stai dicendo?»

«La verità. Ho commesso un grande errore all'epoca, permettendo la nostra separazione, ma non credo di essere l'unica responsabile perché tu, avresti dovuto rimanere al mio fianco, piuttosto che andare via»

«Avrei dovuto restare ad Istanbul così ogni volta che ti vedevo la mia rabbia aumentava?»

«Si, esatto, avresti dovuto farlo. Non avremmo mai perso due anni della nostra vita e soprattutto, non ci saremmo mai trovati in questa situazione. Attenzione, non sto colpevolizzando soltanto te, che sia chiaro. Sto mettendo in chiaro le cose»

«Sanem io non sono riuscito a rimanere»

«Ed io non sono riuscita a non sbagliare, ma è capitato soltanto una volta, Can. Non mi sto giustificando, ma non credo neanche sia corretto il tuo atteggiamento! Sai che stavo facendo di tutto per rientrare nella tua vita, avevo messo da parte la mia paura di ricevere una porta chiusa da parte tua, e sono venuta da te, credendo di poterti almeno parlare, e invece che succede? Eri già pronto ad infilarti nel letto con un'altra! Il tuo letto, il nostro letto, dove ci siamo amati un sacco di volte! Volevi condividere quello spazio con qualcuna che non ero io, nonostante da quando ci siamo conosciuti, quel posto è sempre stato soltanto nostro?»

La mia voce era andata calando, ma non riuscivo a sopportare una delusione così profonda da parte sua. E mi sentivo incolpa, nuovamente, perché se non avessi creduto a quelle foto, non sarebbe mai capitato. O forse, ci saremmo lasciati in altro modo e lui, era pronto per stare con una sconosciuta.

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