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𝑆𝐴𝑁𝐸𝑀

Un'altra settimana era giunta al termine. Pensavamo che tutto si fosse risolto tra noi, dal momento in cui avevamo ripreso ad essere vicini come una volta, ma non era affatto così.

C'era stato qualcosa, o qualcuno, in quei sette giorni, a mettere il dito nella piaga, e non seppi se descriverlo in maniera positiva o negativa. Di una cosa ero sicura, ed era che non si poteva ignorare tale avvenimento.

Sono stata male, sia emotivamente che fisicamente, e si credeva fosse per via dell'ansia di perdere nuovamente Can, ma quello che celavo dietro un "sto bene" era immensamente più grande.

Osservai il test di gravidanza davanti ai miei occhi, rimanendo fissa sul mio obiettivo. Tante emozioni erano coinvolte, dal non potermi lasciare in pace per scoprire finalmente tutta la realtà.

I sintomi di una possibile gravidanza c'erano, erano presenti uno ad uno, ed io avevo ansia di non riuscire a sopportarlo, poiché il mio più grande errore non fu quello di fidanzarmi con Demir, ma quello di concedermi a lui, in una notte dove neanche io ero ben consapevole di quello che volevo
Probabilmente credeva fossi sicura, ma la verità era che non lo ero affatto. Non ricordo molto di quella notte, semplicemente il fatto che al posto di Demir c'era Can, e adesso portavo addosso il peso di quell'azione.

Non ebbi il coraggio di puntare gli occhi verso il basso e di osservare ciò che aveva in serbo per me il destino. Avrebbe cambiato la mia vita, se ci fosse stato, ed io non potevo permettere a nessuno di rovinarmela.

«Sanem? Stai bene? Sei da dieci minuti chiusa in bagno» La voce di Can mi preoccupò ancora di più. Come avrebbe reagito se avesse scoperto la mia gravidanza?

«Sto bene»

«Non mi pare... Apri la porta»

«Can ti giuro che sto bene, sto avendo mal di stomaco» Quella spiegazione bastò a tranquillizzarlo, ma a differenza sua, la mia calma esteriore non era apparente e soprattutto, internamente ero messa peggio.

«Va bene, se hai bisogno di qualcosa chiamami, hai capito? Ti aspetto giù»

"Magari fosse così facile chiamarti"

Non avevo certezza di quello che avrebbe detto, se avrebbe accettato la situazione nella quale si era trovato coinvolto. Finalmente, riuscì a gettare lo sguardo sul test e quelle due linee mi smozzarono il fiato.

"Sono incinta"

Altre al mio posto sarebbero state felici, ma io non lo ero affatto ed era ben chiaro la motivazione. Avevo rovinato la mia vita, e non soltanto.

Piansi, e quella volta non mi fermai. Portai le mie cinque dita sul ventre, per sfiorarmi quel piccolo essere umano che viveva da poco tempo dentro di me.

«Allah» Borbottai fra me e me, gettando poi il test, affinché nessuno potesse vederlo. Mi maledì, maledì quel momento e maledì chiunque avesse programmato per me quella vita.

Scesi giù in cucina, pronta per confessare a Can com'erano messe veramente le cose. Sperai che non si arrabbiasse, ma non controllavo i suoi sentimenti e le sue emozioni.

«Ehi»

«Sanem, tutto apposto? I tuoi saranno qui a breve»

«Lo so»

«Sanem stai bene? Sei sconvolta» Ero solo sconvolta? Non riuscivo a mettere piede per terra, sapendo quello che mi aspettava.

«Can io ho bisogno di parlarti urgentemente»

«Parlami, e per favore, sta tranquilla»

«Vedi... Non è facile per me parlarne, anche perché non me lo aspettavo, ma è arrivato... Ed io... Io... Non so come reagire davanti a questo»

«Di che stai parlando?»

«Mi dispiace anche dirtelo, perché in questo momento penserai che sono io quella che ha sbagliato di più, fra i due»

«Sanem, Allah, di che stai parlando?»

«Sono incinta Can»

Non aprì bocca. Era rimasto con lo sguardo puntato verso di me, sbiancato tutto ad un tratto.

«Aspetto un bambino. Ed è inutile persino dirti chi è il padre, considerando che...»

«Considerando che io e te non ci tocchiamo da due anni a questa parte»

«Scusami, io...»

«Dovresti parlarne con Demir»

Avrei dovuto farlo, ma avrei voluto risolvere con Can. Non era una situazione facile, e mi detestavo per ciò che avevo fatto, poiché un bambino e una grossa responsabilità, ma il passato era passato e dovevo assumermene le conseguenze.

«Can non cambiare discorso»

«Non sto cambiando discorso»

«Si, invece. Ti stavo parlando, e tu hai immediatamente detto che devo parlarne con Demir, ignorando quello che avrei dovuto dirti»

«Sai cosa? In questi due mesi ho cercato di fare qualsiasi cosa, pur di rispettarti. Non ho toccato nessuna donna Sanem, nessuna. Mi sono dato piacere pensando a te, alla tua bellezza. E poi scopro che tu, al contrario di me, hai fatto sesso con qualcuno che non ero io, e per giunta, sei anche incinta? Io non ho messo incinta nessuna ragazza, nonostante me le scopassi spesso, e ti parlo di anni fa»

Aveva ragione, non potevo negarlo, e neanche dovevo. Il dolore era forte, usciva dal petto e provocava tagli profondi, cicatrici che non sarebbero andate via per nessuna ragione al mondo.

𝐶𝐴𝑁

Seguire se stessi. L'avevo sempre fatto, avevo sempre richiesto a me stesso di non mancare di rispetto a nessuno, nonostante i miei voleri fossero diversi da quelli degli altri.

Eppure era giusto così, eravamo esseri umani ognuno diverso dall'altro. Se fossimo stati tutti uguali, non ci sarebbe stata altra alternativa che vedere il mondo diverso da quello che era.

«Com'è successo? E quando?»

«Can quella sera ero ubriaca, credetti non ci fossero state conseguenze, e invece ci sono»

«Sanem sai bene di quello che stai parlando? Perché se realmente eri ubriaca, lui ha approfittato di te. Non ha importanza quello che volevi tu in quel momento, perché non eri te stessa»

L'idea che Sanem non fosse cosciente in quel momento, mi calmò, ma il solo pensiero che quell'uomo l'aveva toccata contro la sua vera volontà, mi mandava in bestia.

«Io... Non me ne sono resa conto. Quando mi sono svegliata la mattina, non ricordavo nulla Can, nulla. Poi, Demir mi ha raccontato com'erano andate realmente le cose, e di lì ho avuto qualche flash. È stato come se davanti ai miei occhi ci fossi stato tu. Mi ricordo che l'ho chiamato col tuo nome, e lui aveva finto di sorridere»

«Sanem stai riempiendo un sacco, sei consapevole?»

«Can cosa dovrei fare?»

La prima cosa era parlarne col padre del bambino, ma non accettavo l'idea di lei che andasse da sola, perciò mi sollevai e la guardai.

«Noi due adesso andremo da Demir»

«Da Demir?»

«Si, non ci vai da sola e soprattutto, ho voglia di dirgli un paio di cose»

Per mia fortuna, Sanem non venne contro di me. Al contrario, sembrò felice di avermi accanto, ed era quello il bello dell'amore vero.

Nei momenti di difficoltà, ci saremmo sempre stati l'uno per l'altra.

Ho preferito seguire il capitolo com'era già impostato, modificando soltanto la scrittura.
A me non piacciono le cose scontate, mi sembra giusto dirlo.❤️

Voi cosa ne pensate?

È come dice Can?

Ricordatevi, se vi va, di lasciarmi una stellina per il supporto.✨

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