Capitolo III

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NaRi era appena arrivata al castello e iniziò a salutare chiunque le venisse incontro: la servitù si lasciò contagiare dall'entusiasmo della principessa, più coinvolgente che mai. NaRi era da tutti considerata una persona portatrice di allegria, e tutti si meravigliavano di come riuscisse a vedere del bello in ogni cosa.

Il castello dei Kim era molto famoso per la sua maestosità, regalità, e per i suoi numerosi affreschi che svettavano in tutta la loro grandezza sulle pareti, eppure NaRi si sentiva a suo agio solo nella biblioteca e nella sua stanza, anch'essa decorata da numerosi affreschi, specialmente sul soffitto. I colori erano principalmente sul rosa, bianco e dorato, da sempre considerati i suoi preferiti.

Arrivò in camera sua e subito si chiuse dentro, appoggiò la schiena allo stipite della porta e non poté fare a meno di far nascere un sorriso genuino sul suo volto.

Il ricordo del ragazzo era ancora vivido nella sua mente, e ripercorse ogni singolo momento trascorso con lui, e si meravigliò di quanto le mancasse già, nonostante il tempo che avevano trascorso insieme non fosse stato così tanto esteso, ma soprattutto, si accorse di quanto assurdo fosse stato l'incontro.

Si chiese del perché il destino avesse atteso così tanto per farli incontrare, dopotutto anche lui era un arduo frequentatore di quel luogo. Non le dispiaceva affatto che anche il ragazzo conoscesse il suo posto segreto, il motivo era che voleva continuare a godere della sua compagnia, a parlargli o semplicemente a stargli vicino.

Abbassò lo sguardo sulle sue mani e vide il libro che il ragazzo le aveva lasciato, andò sul suo letto, e lentamente lo aprì, come se avesse paura che da un momento all'altro si sarebbe rotto; la prima cosa che vide fu un fiorellino bianco posto proprio all'inizio della pagina, vicino ad una data: "12/03/1879".

"Questa data risale a tre anni fa, chissà che età aveva all'epoca. Mi chiedo quanti anni abbia, ma suppongo sia un mio coetaneo, o almeno lo spero", pensò. Prese in mano il fiorellino un po' rovinato, e lo portò vicino il suo naso, e si beò della sua fragranza. "Deve averlo posato nel libro mentre io ero distratta", sorrise per la dolcezza di quel piccolo gesto.

Un movimento concitato e un urlo la risvegliarono dai sui stessi pensieri, posò il libro e si incamminò verso la porta, la aprì e si ritrovò davanti la sua cameriera personale, nonché la sua migliore amica, di nome Jisoo: "Ma si può sapere dove sei stata stamattina? Ti ho cercata dappertutto!" disse la giovane cameriera.

Jisoo aveva un anno in più di NaRi ed era la figlia della governante del castello, colei che aveva cresciuto i piccoli Kim come suoi figli dopo la morte della regina. La principessa l'aveva sempre considerata la sua migliore amica e mai la sua 'cameriera personale'.

"Scusami Jisoo, solo che stamattina è stato un tripudio di emozioni e dovevo rimanere da sola per pensare, o almeno era quello che pensavo accadesse", disse NaRi. L'amica sgranò gli occhi e subito le chiese: "Oh mio Dio, cosa è successo? C'entra forse un ragazzo? Dovevo capirlo dalla tua faccia da pesce lesso. Oddio, ORA STAI ANCHE ARROSSENDO! NARI SBRIGATI A RACCONATARMI ALTRIMENTI...".

NaRi le tappò la bocca con le mani per farla smettere di parlare, perché la conosceva fin troppo bene, e sapeva che quando iniziava a parlare così vivacemente era arduo riuscire a farla smettere. "Jisoo secondo te come posso raccontarti tutto se tu non la smetti di parlare?", le chiese con una risatina.

"Hai ragione, scusa scusa, va bene ma ora parla!". NaRi si lasciò sfuggire un'altra risata, troppo divertita dal suo modo di fare, poi iniziò: "Allora, sarò breve e concisa: stamattina ero in biblioteca come al mio solito, quando d'un tratto entra di soppiatto mia sorella urlando ai sette venti che il suo matrimonio era alle porte e che papà avesse scelto un pretendente anche per me affinché mi sposassi. Naturalmente tutti quanti conoscono la mia posizione riguardo questa tematica, perciò ne ho parlato con mio padre dicendogli che l'idea del matrimonio non fosse giusta per me, che io ancora non ero pronta e che soprattutto non avevo intenzione di sposarmi con uno sconosciuto ecc. Lui mi ha ascoltato molto attentamente e mi ha detto che avrebbe pensato a tutto ciò, ma credo di averlo convinto, anche perché continuerò a ribellarmi per il resto della mia vita se continueranno con questa storia."

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