Capitolo IV

49 4 7
                                    

La bellezza è tutto ciò che si può contemplare razionalmente, ed è riferita ad un qualcosa di armonico, calmo ed equilibrato, mentre il sublime è l'emozione che si prova di fronte ad uno spettacolo estremo ed incommensurabile.

Ma cogliere il sublime non è affatto semplice: è un'esperienza rara e indimenticabile, e per renderla tale, dev'essere improvvisa ed inaspettata, talmente tanto da riuscire a rendere ogni cosa puerile e banale agli occhi inesperti dell'essere umano.

Ci accorgiamo di quanto in realtà tutto sia superficiale nel momento in cui viviamo qualcosa di assolutamente perfetto e irripetibile: ci si può riferire a qualsiasi cosa, ma per i due giovani, ogni realtà era stata modificata nel momento in cui i loro occhi avevano comunicato in un modo totalmente nuovo, seguendo un loro linguaggio estraneo a tutti gli altri.

NaRi non riusciva a crederci: pochi giorni fa si chiedeva se mai avesse trovato una persona capace di farle vivere dei sentimenti allora ignoti, eppure ora stava vivendo in uno dei sogni più voluti e significativi per il suo animo.

Il ragazzo aveva letto una moltitudine di libri e di poesie, e anch'egli era un sognatore, uno di quelli rari, uno di coloro che riescono a vivere grazie alle parole degli autori romantici più diversi. Egli era rimasto incantato nel momento in cui la giovane ragazza gli aveva raccontato ogni sensazione provata nel leggere il libro, e si meravigliò di quanto armoniosamente avesse colto ogni singolo messaggio che l'autore desiderava riferire al lettore attraverso il personaggio tormentato di Werther.

Lei, disinibita come non mai, gli confidò di quante lacrime avessero solcato le sue guance più e più volte nel mentre della lettura, e di quanto avesse avuto paura, perché l'anima del protagonista era talmente tumultuosa da rendere tale anche il suo di animo: pensò a quanto dura potesse essere stata per Werther provare la perdita dell'essenza unica di tutta la sua vita, l'amore per Lotte.

Gli confidò di quanto avesse patito per lui a causa della sua immensa empatia e, naturalmente, gli confermò una cosa fondamentale: nessun libro aveva mai avuto un tale impatto su di lei, e non riusciva a spiegarne il motivo. Addirittura lo paragonò ad una sonata di Beethoven, quella al Chiaro di Luna, tanto misteriosa quanto tempestosa.

Il giovane si sentì fortunato a ricevere tali confessioni, e beò di ogni sua singola considerazione. Rimase felice nel momento in cui ella gli disse che, quel libro, era diventato il suo preferito nel momento in cui lo aveva associato ad un pezzo classico che adorava, perciò egli decise che glielo avrebbe regalato, rivelandole che niente e nessuno poteva avvicinarsi sensorialmente alla considerazione appena divulgata dalla sua anima.

Trascorsero molti giorni in cui godettero della compagnia reciproca, e questi furono talmente importanti da risultare benefici su di loro. I primi giorni erano ancora pudici nelle loro parole, ma poi divennero uragani ricchi di sentimenti, rivelazioni e segreti.

Il ragazzo le rivelò della sua immensa passione per la poesia, e lei ne fu estasiata, dicendogli che fosse un'arte nobile e che fosse libera da qualsiasi barriera temporale, perché è solo grazie alla poesia che l'uomo rende immortale ogni cosa.

"Sai, non ho mai rivelato a nessuno di questa mia passione, anche perché la considererebbero futile ed inefficace per il destino che mi attende; eppure, non riesco a farne a meno, in quanto per me risulta quasi catartico rivelare al foglio tutto ciò che sento: scrivo di sogni, di passioni, di sentimenti laceranti e positivi, di tutto ciò che mi passa per la testa."

Si trovavano seduti sotto l'ombra di quel ciliegio, ed il sole stava quasi per tramontare. D'improvviso il suo sguardo si fece cupo, sicuramente a causa di un pensiero doloroso, e i suoi occhi persero la loro antica luminosità.

«...ancor prima di incontrarti»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora