C'era una luce bianca attaccata al soffito, ero sopra ad un morbido materasso, avevo una bella coperta e c'era un bel calduccio.
Aprii gli occhi, non ero a casa ma in una stanza quadrangolare.
C'era una finestra grande quanto la parete e una piccola porticina da cui intravedevo un corridoio.
-Ma dove sono?- mi chiesi
-Ah sei sveglia?! bene sono contento-mi girai di scatto, era un uomo.
Aveva i capelli marroni, occhi neri e un grande sorriso rivolto verso di me.
Piena d'imbarazzo per via dei miei capelli scombinati abbassai lo sguardo.
Ero piena di lividi, non capivo, del giorno prima non ricordavo nulla, allora gli chiesi:
-Chi sei? Dove sono?-iniziai a fare domande a raffica senza neanche dargli il tempo di respirare.
L'uomo si stupì di tutte le domande che iniziai a porgli, per cui mi prese la mano per farmi stare calma anche se non ci riuscivo.
-Dov'è la mia famiglia!!!!- chiesi agitata.
L'uomo diventò pallido e abbassando la testa iniziò a raccontare:
-Vedi...-mi disse-La vita non è facile-
-Lo so...-bisbigliai.
-I tuoi genitori sono in volati via, ti abbiamo trovata pensando fossi scappata dall'incendio...-disse a testa bassa.
-cos-,non è possibile!!!!Dove sonooo!!!è una bugiaaa!!!-urlai.
L'uomo rimase in silenzio; afferrai la coperta e la gettai per terra,aprii la porta e scappai.
Il ragazzo iniziò a rincorrermi finché non mi afferrò per abbracciarmi,iniziai a piangere, stavo malissimo:
-Dovevo morire pure io,pure io,dovevo morireeeee!!!-iniziai a dire mentre tutti i presenti iniziarono a fissarmi.
L'uomo si stacco da me e con sguardo serio mi disse:
-Non lo dire neanche per scherzo!La vita è un dono che va vissuto!-
Mi asciugai le lacrime...Avevo solo 7 anni,e la mia vita era già finita,non avevo più nessuno...
-Come ti chiami?- Dissi con un grande sorriso
-Mi chiamo Jein- rispose- sono felice che ti sei ripresa, per la domanda di prima, siamo in un ospedale, sai cos'è?- mi chiese.
chinai verso destra il capo, con un punto interrogativo stampato in faccia.
-Vedi...è un luogo dove le persone ferite vengono per curarsi, e una volta guariti tornano...bhe...a casa-
Mi girai verso di lui e fissandolo negli occhi gli dissi:
-E io?...dove andrò?...-
Jein mi sorrise:
-Se non ti dispiace, ho detto ai medici che mi sarei presa io cura di te, spero non sia un problema?-
Lo guardai con aria sospetta e poi annuii.
Lo so, lo conoscevo da solo un ora ma era l'unico su cui potevo contare...
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VORREI VIVERE A TOKIO
RandomAva vive in una delle tante baraccopoli di New York...è una delle bimbe più intelligenti del posto anche se ai genitori non interessa molto. Ava sa di poter realizzare qualunque suo sogno,uno di quelli è vivere a Tokio...