"Chiagni e fotti"

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È il giorno del tuo colloquio. Vedrai tua madre per la prima volta dopo il tuo arresto.
«Ehi, come mai sei così in ansia ? È pur sempre tua madre» Silvia cercava di rincuorarti vedendoti nervosa.
«No è che...»
Una guardia vi interruppe «De Rosa? Al colloquio muoviamoci».

Mentre camminavi, esitasti un momento. Avevi cominciato a tremare dalla paura. Addirittura provavi una fortissima emozione quale la paura prima di entrare al tuo primo colloquio.

Sedutati sulla sedia difronte tua mamma, aspettavi che lei esordisse in un discorso.

Ma nulla.

«Mamma dobbiamo guardarci in faccia ? Torno in cella se è questo quel che vuoi fare»
«No. Io ti volevo...» guardava in basso cercando di non piangere.
«Cosa c'è mamma?»
«Tn...vedi, io ho deciso di andarmene da Napoli. Senza di te non ho nulla che mi mantenga qui...torno dai miei genitori al nord»
«Mi lasci sola? Sai bene che era solo per difendermi ciò che ho fatto!»
Tua madre si alzò in piedi e ti guardò fissa negli occhi «Tu per me sei morta, sei una delinquente come tuo padre, vedrò come fare appena uscirete per farvi stare insieme, non ci vedremo più...scontati questa pena» fece per andarsene quando tu le afferrasti il braccio.
«Una madre non abbandona mai la figlia nel momento del bisogno, lo dovrei dire io che tu sei morta per me»
«Ti sto lasciando al tuo destino»
«QUALE DESTINO?!» alzasti un po' troppo la voce.
Si girò un ragazzo che ti sembrava familiare.
Ciro Ricci? Il fratello di una tua compagna di scuola, Rosa, nonché tua amica.
Era anche lui all'IPM di Napoli?
«Basta, me ne vado»
«Ma arò vaje! Tu p me nun esisti chiu', e' capit?!» le tue urla soffocate da un pianto disperato.
«Oè!!! Piccrè, che so ste' scenate? Torniamo in cella».

L'ultimo sguardo prima di andartene lo rivolgesti a Ciro, in segno di aiuto.

Quando fu ora di andare nella sala comune, eri ansiosa di vedere se lui l'aveva colto.
«Buongiorno ragazzi, oggi ai colloqui c'è stato movimento...ma nonostante questo, abbiamo deciso di chiudere un occhio e fare comunque le attività comuni...»
Le sue parole per te erano rumore, stavi fissando Ciro in speranza che si avvicinasse a te per potergli parlare.
«Tn, ma perchè non provi a suonare il piano con Filippo? È una bella cosa suonare uno strumento e sfogare le emozioni in qualche modo in esso...che ne pensi?»
A quel punto si introdusse Serena «No Beppe vedi che Tn è brava a cantare! Facciamola cantare!»
Arrossisti dall'imbarazzo.
"Non è proprio giornata!" Pensasti.
«Ma over sai cantà?» si avvicinò a te Cardio Trap.
«Si Cardio, è proprio un usignolo!» ribatté Naditza.
«E allora dai, cantaci qualcosa! Magari fai un duetto col nostro Cardio» Beppe sembrava entusiasmato all'idea di un duetto musicale con l'aiuto ovviamente di Filippo.
«Non tengo genio» la tua risposta gelò Beppe.
«E vabbè ragazzi io ci ho provato, dai Filì suonaci qualcosa» la rassegnazione lo segnava ormai da tempo.

In quel momento Ciro si avvicinò, con Edoardo, Cardio e Pino, a te.
«Signorina...tu sei Tn De rosa...non è così? Ti ho riconosciuta ai colloqui vedendo tua madre»

Sequenza dialogica (dialogo senza descrizioni)
Cardio «Tu quindi sei la figlia di Lorenzo De Rosa, eh!»
Ciro «Famme capì, pecchè stai cca'?»
Tn «Tentato omicidio, non è andata però esattamente come dicono, era difesa personale dato che quell'uomo voleva aggredirmi»
Ciro «No stai tranquilla, io ti credo, sangue buono non mente però, tuo padre ha tanti precedenti...»
Tn «Mio padre non è un assassino»
Edoardo «E chi la itt?»
Ciro «Tn...ho sentito quel che ti ha detto tua madre, tieni bisogno di una mano?»
Pino «O, eh, noi stamm ccà»
Ciro «Tn, ij so serio. Tua madre si è comportata male, vuoi una mano?»
Tn «E che sarebbe questa mano?»
Ciro «Quando esci di qua, vai a casa mia, avvisa Rosa, puoi stare da noi»
Edoardo «C sta pure Carmela,mia moglie»
Ciro «Stai tranquilla che tutto si risolve»
Tn «Non ti preoccupare , mio padre uscirà presto e starò con lui, ma apprezzo»

Ti voltasti.
Se ne andarono.

«E va bene ragazzi, tornate in cella» una guardia vi accompagnò nelle vostre celle.

«Hai a che fare con quel perdente di Ciro Ricci?» per la prima volta dopo tempo, Viola ti aveva rivolto la parola.
«Sono amica con la sorella» cercavi di essere il più vaga possibile, tutti ti avevano parlato di Viola e della sua natura.
«Mi eviti perchè tutte ti dicono di farlo, non ce l'hai un pensiero tuo?»
«C vuo? Eh?»
«Sto cercando di fare amicizia, o hai paura di me?»
«Sai come si dice a Napoli? "Acqua cà nun cammin fa pantano e feta" e sai che vo ricere? Non ti fidare mai di chi sta zitto e non dice mai apertamente la sua, ca po tramano nell'ombra per danneggiarci facendo uscire il loro marcio interiore. Tu non parli mai e osservi. Tu cerchi il punto debole di tutti per ferirci facendo credere che lo fai per il bene nostro. Ma tu chi si? Chi t piens r'essere nennè?»
Viola ti guardava senza parlare.
Poi si avvicinò al tuo orecchio «Pensi davvero che le tue parole sul mio conto mi interessino? Io cercavo di essere cordiale» sorrise e poi si mise sul suo letto.

Il giorno dopo la direttrice convocò tutti in cortile.
«Ragazzi, vi ho convocato tutti qui per un semplice motivo, domani andrete a fare una gita in barca con Beppe. Comportatevi bene!» sorrise.
Tutti esultavano.
«Però se so che qualcosa non va, niente più permessi, niente più colloqui per un bel po' ragazzi» finirono di esultare.

«Che significa la gita in barca ?» chiedesti a Nad.
«Ci portano sul mare».

Nel pomeriggio mentre stavate svolgendo le attività in sala comune ti si avvicina Ciro da solo.
«Pensaci alla proposta che ti ho fatto».
Immediatamente dopo se ne andò.
Quella proposta era allettante per il lusso in cui la famiglia di Ciro si trovava ma non volevi assolutamente abbandonare tuo padre.
Lo avresti aspettato.
Nel tuo cuore ci tenevi a lui nonostante tutto, era rimasto solo lui della tua famiglia. L'unica persona che ti voleva bene.

«Signorinella! Cos'è questo broncio?» chiese Silvia.
«Silviè quant si bella» ti complimentasti per divagare il discorso, come facevi sempre d'altronde.
«Ciro ti viene dietro, ha persino lasciato Viola per te!!»
«Ma c vai ricenn?»
«Stavano assieme e si sono lasciati dopo la vostra ultima chiacchierata. Non lo sapevi ?»
«No ma comunque non penso sia per me, Ciro è gentile solo perchè sono amica della sorella...la conosci? Rosa Ricci, e poi chella, Viola, è na pazza»
«Mai sentita...o forse si, chissà, rimane il fatto che secondo me ha una cotta per te!»
«E ja ferniscila!» le vostre risate riempirono la stanza di gioia.

«Piccrè aroppo chiagni e fotti» te lo aveva sussurrato Ciro prima che vi portassero in cella.

Ora la scelta era tua, volevi affidare la tua vita nelle sue mani o no?




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