Peter Frost e il regno di Jokul

Capitolo 1- The Lighthouse

Awervood anno 2023

Era uno splendido venerdì di luglio ad Awervood, città situata sulla costa della California. Il sole si stava innalzando nel cielo per annunciare un nuovo giorno e Peter si svegliò per andare a fare una corsa mattutina sulla spiaggia come suo solito.

Si sistemò i capelli verso un lato con una maestria tale che solo chi ha la chioma ribelle sa fare. Indossò tutto l'occorrente: le Nike air pegasus color blu elettrico ricevute dai compagni di università come regalo all'ultimo compleanno, il completo adidas che sembrava fosse fatto su misura facendoli risaltare la sua prestanza fisica, l'ipod per farsi compagnia nell'allenamento e uscì di casa. Durante il classico giro di dieci chilometri dalla spiaggia al faro, notò a un tratto sotto il molo una losca figura che galleggiava.

«Aiuto! Qualcuno mi aiuti» gridò a squarciagola Peter in preda a un attacco di ansia.

Solo e preoccupato per la situazione, senza pensarci due volte si avviò incontro a essa per valutare la situazione e capire meglio cosa stesse succedendo.

Era il corpo di un uomo e, pensando al peggio, si tuffò in acqua per poter salvare il mal capitato. Come un fulmine, si trovò in un batter d'occhio dinanzi a lui che si presentava ricoperto di sangue. Impaurito dalla scena che gli si palesava davanti, lo prese sotto braccio in una morsa in modo tale da tenerlo a sé senza alcun problema.

Nel frattempo che Peter si apprestava a fare ritorno in spiaggia sbracciando con un solo arto, notò che lo straniero mostrava sprazzi di lucidità mormorando frasi senza senso. Il nostro salvatore, allora, tirò un sospiro di sollievo e provò a farsi dire come si chiamasse o cosa gli fosse successo, ma le uniche parole che udì furono:

«Ho portato a termine la missione, mio Re, e ora tocca a te. Sono pronto a sacrificare la mia vita per salvare il nostro mondo e non solo... Fa che loro rimangano all'oscuro della verità e che tu riesca a fare le scelte giuste. Lunga vita, Re Peter» dopodiché chiuse gli occhi.

Peter, elettrizzato come una scarica da diecimila volt, ripensò alle parole appena udite dallo strano tipo, prese il telefono e chiamò l'ambulanza: «P-pronto s-sono P-Peter F-Feldon q-qui c'è b-bisogno di aiuto; fate presto p-per favore».

Nell'attesa dei soccorsi, il nostro salvatore si sdraiò in spiaggia cercando di comprendere cosa gli fosse accaduto data la quantità di sangue presente sul suo corpo.

Peter, nel tentativo di cercare qualsiasi tipo di indizio, scrutò attentamente il corpo dell'uomo nel tentativo di trovare ferite e non credette ai suoi occhi, egli non presentava nessun taglio o altro che potesse ricondurre a tutto quel sangue che lo ricopriva.

Passò un'ora e dell'ambulanza ancora nessuna traccia eppure Peter, frequentando l'ultimo semestre della facoltà di medicina all'Awervood University, sapeva bene che dal General Hospital al faro ci sarebbero voluti solamente pochi minuti.

Irritato e agitato per il ritardo dei soccorsi, pensò che fosse meglio mettere in pratica tutte le lezioni apprese e controllò il polso per constatare se vi fosse presente il battito cardiaco. Non percependo alcuna risposta, impaurito per la situazione e l'incolumità del soggetto, si prestò a effettuare la respirazione cardiaca.

«Dai, non puoi mollare ti supplico!» esclamò Peter con le lacrime agli occhi.

«Non ora... Ho mille domande da porti su cosa diavolo tu voglia da me» gridò a voce alta.

Nonostante ci provò per ben quattro volte a effettuare la manovra, il suo corpo non reagì.

Lo straniero era morto e non era riuscito a fare nulla per poterlo evitare.

Spazio personale

Ciao a tutti! Sono lieto di essere qui su questa splendida piattaforma che è Wattpad!

Scrivere qui per me è una sfida in quanto vi apro le porte del mio mondo e spero possiate apprezzare le varie sfumature.

Detto questo, spero che questo primo capitolo sia di vostro gradimento e che vi incuriosisca sul proseguo della storia.

A lunedì per il prossimo capitolo.

A presto,

JkF :D