Capitolo 3 - I Feldon

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Pov di Boron

«Portatemi l'erede!» urlò l'oscuro e potente mago Sakorn.

«Sono entrati, Eve, non abbiamo più altro tempo... dobbiamo agire subito!» esclamai.

Non possiamo lasciarlo lì da solo e indifeso in quel suolo sconosciuto, Boron» rispose con un tono preoccupato mia moglie.

«Manda il custode, mio caro... lui è il tuo braccio destro e saprà portare a termine il suo compito egregiamente».

«D'accordo, lo facciamo solo per il nostro piccolo Peter, ma questo segnerà la sconfitta di Jokul. Fino al ritorno del suo legittimo erede al trono...» risposi in tono certo.

"Paith! Vieni qui, ho una missione da assegnarti con estrema urgenza!" pensai nella mia testa.

Puf!

Il fedele servitore si materializzò dopo aver sentito il messaggio.

«Eccomi, al vostro servizio miei sovrani».

«Prendi mio figlio, portalo al di là del portale, trovagli una buona famiglia e dì a loro di tenerlo al sicuro fino al compimento dei suoi 23 anni; non deve in nessun modo mostrare i propri poteri agli umani fino a quel giorno» gli ordinai.

«Abbi cura di lui, ti prego» gli raccomandò Eve. «E quando sarà giunta l'ora, digli che sua madre gli vuole molto bene e anche di cercarmi nell'Underworld».

«Mia cara... è il momento. Dobbiamo lasciarli andare adesso, altrimenti tutto sarà perduto» insistetti.

«Andiamo, piccolo erede, vediamo cosa ci riserva l'altra parte» bisbigliò Paith al bambino.

Pluff!

Il portale si chiuse dietro ai due facendo dissolvere le rune presenti al suolo.

Pov di Josh

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Pov di Josh

La luna dominava il cielo di Awervood, attorniata da numerose e splendenti stelle.

«Tesoro, era obbligatorio la benda sugli occhi?» insinuò con tono sarcastico Mary. "Lo sento che siamo vicini al mare", pensò la donna.

«Oh, amore mio... non ti si può proprio nascondere nulla, vero?» affermai senza nascondere un largo e pronunciato sorriso sul volto. «Volevo farti vivere come in una favola, e quale miglior occasione se non del nostro quinto anniversario?».

Le tolsi quel foulard color carbone che le impediva di vedere dove stessimo andando e non poteva credere a quello che c'era lì dinanzi a noi.

Era un pic-nic sulla spiaggia contornato da: due torce tiki poste ai lati opposti a far luce, petali di Orchidea Dendrobium che tracciavano il percorso dalla banchina sino alla tovaglia e, infine, un cesto pieno zeppo di tutti i suoi cibi preferiti.

Di scatto, mia moglie mi guardò con gli occhi luminosi come fossero due lampadine e con il cuore stracolmo di gioia esclamava: «Amore mio, nonostante siano passati cinque anni dal fatidico sì, mi rendi ogni giorno più felice. Grazie, mi sento come se fossi in una favola e non ti ringrazierò mai abbastanza; mi sento davvero fortunata ad averti incontrato, ti amo immensamente».

«Tu per me sei una principessa Mary, anzi, di più, una regina!» dissi. «E per te scalerei anche una montagna perché ti meriti questo e altro! Quindi, non ringraziarmi, sono io quello grato nell'averti trovata sulla mia strada».

In un impeto di passione, baciai mia moglie esprimendole in un solo atto, tutto l'amore che nutrivo per lei.

«Ora, Miss. F» la chiamavo così per sfotterla in quanto era docente di biologia all'Awervood High School; «si accomodi su questa comoda fouta e la prego, assapori queste prelibatezze».

Eravamo al settimo cielo... c'erano gli ingredienti per la serata perfetta, dall'amore nell'aria al rumore delle onde del mare a far sottofondo, ma tutto durò poco.

Non molto lontano da lì, ai piedi del faro, iniziai a notare una luce accecante che illuminava mezzo molo. Mary era alle prese con degli uramaki california, aveva la bocca piena e gli occhi lucidi come un bambino in un negozio di caramelle, al che mi dispiaceva disturbarla; magari era solo frutto della mia immaginazione, o del Chianti bevuto.

D'un tratto, quel bagliore si fece più grande tantoché chiesi alla mia metà se anche lei lo vedesse o se dovessi smettere di bere.

«Hai notato anche tu quel chiarore nei pressi del faro cara?».

«Stavo per farti la stessa domanda a dir la verità» annuì mia moglie sorridendo.

«Oh, grazie al cielo, pensavo di avere già la vista distorta» affermai sorridendo. «Credo che sia meglio andare a controllare. Non vorrei che qualche imbarcazione si sia incagliata tra gli scogli».

«Non vorrai mica lasciarmi qui da sola nel cuore della notte, vero?» domandò preoccupata la moglie. «Ricordati, Dottore, nella buona e nella cattiva sorte! Quindi, vengo con te e non si discute» rimarcò Miss. F. facendo leva sul mio lavoro come Neurochirurgo all'Awervood Medical Hospital, e la vocazione che ho nel salvare chiunque.

Lasciammo in spiaggia tutto così com'era e ci incamminammo verso il molo, inconsapevoli che da quel giorno la nostra vita sarebbe cambiata per sempre.

Arrivati nella zona limitrofa alla banchina, notammo una specie di porta sul suolo mai vista prima d'ora. Non aveva un ingresso come noi lo consociamo bensì sembrava come nei film, ma quelli sono effetti fatti al computer. Si mostrava come un varco color azzurro cielo ed emanava una luce profonda.

Pluff!

Quella specie di apertura si chiuse alla velocità della luce lasciando davanti a sé una losca figura, non potevamo credere ai nostri occhi: era un brutto ceffo con una divisa militare e un colorito azzurro cristallino, portava in braccio un neonato.

«Chi è il Re in questo reame?» ci chiese a gran voce.

«Mi perdoni... è uno scherzo vero?» gli domandai con un'aria stupita. «Lei piuttosto chi è? E perché ha in braccio un infante?».

«Josh, questo signore non mi piace affatto» bisbigliò preoccupata mia moglie.

«Non sono qui per arrecare danni, milady, io sono Paith, custode di Jokul e braccio destro del Re Boron Frost. E questo piccolino è Peter, unico figlio dei sovrani ed erede al trono» rispose la figura. «E ora, di grazia, ditemi chi comanda questa terra perché ho da affidarli un compito molto importante» proseguì.

«Mi spiace darvi questa notizia, ma qui nessuno è sovrano viviamo in democrazia. Questa cittadina si chiama Awervood, sita in California, Stato Occidentale degli Stati Uniti D'America. E lei, da dove proviene?» dichiarai al tizio in maschera.

«Oh, cielo, per tutti gli dèi... sono finito nel mondo terrestre» esclamò stupito il ghiacciolo. «Non c'è tempo da perdere allora, devo affidare a voi due questa missione importante; prima però forse è meglio che vi racconti tutto dal principio».


Spazio personale

Buongiorno a tutti ! Se siete arrivati fin qui vi ringrazio dal profondo del mio cuore!

Spero che questo flashback non vi abbia rattristati nel non conoscere ancora le sorti del giovane Peter però, ho fatto in modo di allietarvi con le new entry Josh e Mary :D

Domanda del giorno : vi siete immedesimati più in Josh o Mary? 

Detto ciò, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate di questo passo indietro per spiegare alcune origini della storia.

I prossimi appuntamenti, saranno a cadenza bisettimanale. Quindi, appuntamento a tra due settimane.

A presto,

JkF

Peter Frost e il regno di JokulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora