Capitolo 4 - Un brusco risveglio

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Non potei credere a cosa fosse successo. Provai ad atterrare quella guardia, ma poi si fece buio come se l'oscurità avesse inghiottito Awervood. D'un tratto si fece luminoso e mi ritrovai in un posto sconosciuto quasi paradisiaco. Mi trovavo su un monte mai visto prima con una flora singolare costituita da elementi visti soltanto nei film come: tentacule velenose, cespugli spinosi, una strana pianta con dei frutti blu simili a delle lampadine e un albero gigantesco e massiccio; vi erano lì presenti anche delle strane creature simili a delle scimmie urlatrici, ma con le ali.

Non sapendo cosa stesse succedendo, pensai che magari durante l'attacco del ghiacciolo avessi avuto la peggio, fossi svenuto e stessi sognando, dato il posto fittizio e i numerosi dettagli davvero fantasiosi.

Frush.

I cespugli si mossero facendo battere il mio cuore all'impazzata creando una sinfonia di emozioni tra ansia e paura.

«Chi c'è la?» gridai con la speranza di far spaventare qualsiasi cosa fosse presente tra i cespugli.

Dopo aver sentito queste parole, comparvero, da dietro la flora, due figure, un uomo e una donna ben vestiti e di bella presenza, che si avvicinavano a me in modo amichevole.

«Peter, figlio mio adorato quanto sei cresciuto» pronunciò con tono amorevole la donna.

«Mi scusi, signora, ma credo che mi abbia confuso con un'altra persona» dissi intimidito. «I miei genitori si chiamano Josh e Mary, quindi, credo proprio di non essere quello che sta cercando».

«Oh, tesoro... credo che Paith non sia riuscito ad avvisarlo ancora» espresse l'uomo che era con lei.

«Aspetta un attimo... io conosco quel nome» pensai ad alta voce davanti ai due. «Un losco tizio vestito come uno delle forze speciali che sembrava un ghiacciolo?» aggiunsi.

«Allora hai conosciuto il mio braccio destro, sapevo che non poteva deluderci, quindi ora dovresti essere già al corrente di tutto, figliolo» esclamò esaltato il signore.

«No, aspettate un attimo. Volete per caso farmi credere che tutta la faccenda dei Frost, Jokul e i cosi là come si chiamano... Kupar, Kucar, Kukir... ah si, Kugar ecco, sia vero?» dichiarai inorridito. «Per non parlare dell'adozione che già questa è una cosa davvero assurda in quanto i mei genitori non me lo hanno mai detto e noi non abbiamo segreti».

«Peter, caro, è la verità. Paith doveva avvertirti di ogni cosa a suo tempo, però per lo meno ti ha detto dove poterci rincontrare» comunicò la signora.

«Ma di cosa diavolo stai parlando? Questo è solo un sogno, frutto di una botta in testa che mi ha fatto perdere i sensi!» riferì gridando alla coppia.

«Ah, sì? Credi davvero che, non conoscendo né me né tantomeno tua madre, tu possa immaginare nei meandri della tua mente proprio noi due?» affermò Boron. «Figliolo, non credo che abbiamo molto tempo ormai. Che tu ci creda o meno al momento, devo parlarti di una cosa molto importante e tieni bene a mente queste parole; Sakorn, il potente mago oscuro, beh lui è...» proseguì il Re.

Mentre l'uomo parlava, iniziai a sentire un leggero tremolio attraversarmi lungo tutto il corpo come se avessi ricevuto una scarica elettrica che, a poco a poco, mi risucchiava via da quel mondo come una calamita.

Tutto si fece luminoso come se avessi la luce del sole in piena faccia, ma dopo pochi istanti iniziai a focalizzare bene il posto in cui mi trovavo in quel momento.

«Bentornato tra i vivi, Pete. Mi hai fatto prendere un bello spavento. Meno male che hai la pelle dura» si sentì esclamare accanto a me.

Ero nel letto di un ospedale con flebo, collare e apparecchiatura per monitorare i battiti cardiaci, insomma ero in ottima forma. Al mio fianco c'era la mia inseparabile amica Carla, una ragazza bella da togliere il fiato, divertente come pochi, ma con la mania del controllo. Ebbi la fortuna di conoscerla casualmente tra i banchi all'Awervood University al primo anno di medicina e da lì non ci siamo mai più separati.

«Cosa mi è successo, Car?» le chiesi preoccupato, ma al contempo incredulo nel sapere che poco prima probabilmente stavo davvero sognando.

«Ah, questo devi dirlo tu a me. All'arrivo dell'ambulanza in spiaggia, dopo la tua telefonata, i paramedici ti hanno ritrovato solo e privo di sensi. Ehm... Peter, non avevi segni vitali... fino all'arrivo in ospedale» mi informò la mia amica stupita.

«Oh, merda. Ora ricordo. Credo di essere svenuto nel tentativo di atterrare quel tizio vestito da ghiacciolo!» esclamai.

«Frena un attimo, volevi picchiare chi?» mi chiese Carla.

«E' una storia lunga e sono davvero molto stanco al momento, possiamo riparlarne?» le dissi senza pensarci due volte.

Prima dovevo parlare con i miei genitori e capire se è stato solo frutto di un brutto sogno o se mi hanno tenuto all'oscuro di tutto.

«Va bene. Riposa un po' ok? Io, nel frattempo, avverto i ragazzi dell'accaduto, magari passeranno più tardi a vedere come stai» dichiarò la ragazza uscendo dalla stanza.

Non appena rimasi da solo iniziai a pensare se le infinità di cose apprese in un solo giorno sia solo frutto di un periodo di stress accumulato o se fosse davvero tutto reale. Poco dopo iniziai a sentire un bruciore sull'avambraccio che, a mano a mano, si fece sempre più intenso come se si stesse sciogliendo la pelle dall'interno.

«Aaaah!»

Come per magia, quel dolore lancinante, lasciò spazio a un qualcosa di strano e singolare, uno strano simbolo marchiato a caldo sull'avambraccio.



Spazio personale

Buon Lunedi a tutti! 

Ecco il ritorno del nostro Peter Frost e la scoperta, poco a poco, della verità.

Spero che questo capitolo allieti la vostra giornata e magari vi strappi anche un sorriso.

Cosa fondamentale, cosa ve ne pare della new entry Carla? 

A tra due lunedì per il prossimo capitolo!

A presto,

Jkf :D

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 03, 2023 ⏰

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