Capitolo 1 || Contingenza

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Correva.
Correva come se lo facesse per sopravvivere.
Non faceva caso alla sabbia che scottava sotto ai suoi piedi, o al vento che gli scompigliava i capelli. Pensava solo a raggiungere l'acqua.
Era questa la terapia di Manuel, quando aveva bisogno di staccare da tutto il resto.

Ancora qualche metro...

Correva, con la sua tavola sotto il braccio e il suo costume, senza curarsi di tutte quelle persone che stava urtando lungo il percorso.
Pensava solo a raggiungere l'acqua.

Ci siamo.

Con un rapido movimento lasciò volare la sua tavola davanti a sé, per poi posizionarcisi prono e iniziare a compiere delle circonduzioni con le braccia agevolando il movimento. Sentiva la notevole differenza tra la temperatura dell'acqua e quella dell'ambiente mentre nuotava per raggiungere il punto dove si originavano - o quasi - le onde. Arrivato nel punto che riteneva adeguato, con uno scatto balzò in piedi flettendo le gambe e spingendosi in su con le braccia.
Era lì, sulla cresta dell'onda, l'unico posto in cui si sente libero per davvero. In cui non deve indossare una maschera, ma può essere la versione più autentica di sé stesso.

Non è forse questo ciò a cui tutti dovremmo aspirare?

* * *

«¡Una cerveza por favor!»
«¡Ya está!»
Ma non potevo imparare lo spagnolo prima di venire qui?

Simone quel giorno stava lavorando al chiosco di primo pomeriggio nonostante i suoi fossero turni serali, perché la sua collega Laura gli aveva chiesto di sostituirla essendo indisposta; aveva quasi finito con gli esami, per cui lavorare un po' di più non gli comportava alcuna complicazione nello studio.
Era domenica, nonché il giorno in cui la spiaggia di Ponce era più affollata. Inoltre nella stagione estiva la città si riempiva di turisti, e di conseguenza il numero di clienti si duplicava, ma Simone nell'ultimo periodo faceva molta fatica a sopportare la gente.

Sapessi chi stai per incontrare, Simone.

Il ragazzo procedette a spillare la birra dal fusto e la diede al signore che lo aspettava al bancone, ritirando poi i contanti e inserendoli in cassa. Nel giro di cinque minuti il chiosco si era sovraffollato tanto che era dovuto intervenire Antonio, il proprietario, a soccorrere Simone.

Perfetto. La mia pausa è andata a fanculo.

* * *

Dopo aver speso una buona parte del pomeriggio tra le onde, Manuel si avviò verso la riva. Mentre muoveva la testa freneticamente per rimuovere l'acqua dai suoi ricci marroni, scorse tra la folla due uomini, i quali gli parvero tutto fuorché amichevoli: erano entrambi molto alti ed uno dei due impugnava una lama; sembrava stessero cercando qualcuno.

Li riconobbe subito, e cercò di ragionare sul da farsi: ormai era troppo avanti per tornare in acque più alte, avrebbe attirato l'attenzione; allo stesso tempo, se si fosse messo a correre, lo avrebbero notato di sicuro.
Nell'agitazione, riuscì a pensare in modo razionale: uscendo dall'acqua, dispose la tavola in verticale, in modo che potesse coprirlo mentre passava davanti ai due. Nel farlo, notò il chiosco davanti a sé, che era ormai praticamente vuoto; certo, non era la prima volta che lo vedeva - anzi, sapeva benissimo ci fosse - ma ora gli sembrava la sua opzione migliore, nonché il nascondiglio più vicino.

Appena uscito dalla traiettoria visiva dei due uomini, Manuel lanciò velocemente la tavola per riuscire a correre meglio e si precipitò verso il chiosco. Arrivato lì davanti, poggiando prima un piede su uno sgabello per darsi lo slancio, con un balzo scavalcò il bancone — rovesciando almeno quattro bicchieri — e si nascose al di sotto di esso, all'interno del locale.

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