Capitolo 2 || Distruggere per Creare

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Ora che Simone aveva trovato qualcuno con cui valeva la pena passare del tempo, quel lunedì mattina al suo risveglio l'appartamento gli sembrava fin troppo vuoto.
La notte prima lui e Manuel erano rimasti fino all'una del mattino su quel dondolo al chiaro di luna, a parlare del più e del meno.
Il più grande gli aveva raccontato di come lui e sua madre avessero passato gli ultimi cinque anni a costruirsi una nuova vita, cercando di lasciarsi alle spalle tutto il male che li aveva sopraffatti.

«Mi madre è la persona più forte che conosco. Quando mio padre l'ha lasciata, le ha fatto passà 'e pene dell'inferno... c'è stato un momento in cui s'è concessa de crollà, poi ha capito che quel cojone non se meritava manco una lacrima.
Io so' felice che si sia resa conto de quanto vale, e che non je serve un uomo per brillà; lo fa già benissimo da sola»

Fece una pausa.

«Lei per me ha dato tutto, perciò quando m'ha parlato di sta opportunità pe' lavorà fuori dall'Italia non c'ho dovuto manco pensà.
Me dice sempre che è grazie all'amore per me, che si è risollevata. Io non je ho mai dato 'a soddisfazione de farle sapè che lo penso, ma senza il suo, di amore, non ce l'avrei mai fatta ad andà avanti negli anni»
«È proprio vero che l'amore è salvifico.» era intervenuto Simone.
«E infatti, non era sicuramente il caso de quel cojone de mi padre.
Un sentimento come quello dovrebbe fatte sentì come se fossi costantemente su'e montagne russe. Dovrebbe fartì sentì vivo, no' in gabbia»

Entrambi accennarono un sorriso mentre i loro sguardi si intrecciavano dicendo tutto ciò che i due, a parole, non esprimevano; erano entrati l'uno nella vita dell'altro come un fulmine a ciel sereno, e riconoscevano di essere rimasti, forse, un po' fulminati.
Non capita tutti i giorni di trovare qualcuno con cui hai un'intesa così forte da far sparire il resto del mondo intorno a te, quando gli stai vicino.

«Ce vorrebbe più amore» aveva ripreso Manuel.

Lanciò un' occhiata verso Simone, che aveva già i suoi occhi posati su di lui.

«Le persone hanno perso la capacità de amà davvero. Ed è triste, un mondo senza amore. Non credi?»
«Credo che... quando in te vive un sentimento così forte, cambi il tuo modo di vedere le cose. Le vedi con una luce diversa, più pura. Fai meno fatica a trovare un faro che ti guidi nel buio. Forse se le persone conoscessero per davvero questa sensazione, il mondo potrebbe tornare a colori. Se ci fosse più amore»

Avevano poi parlato degli studi: di come lui non si fosse mai sentito parte di quella classe piena di figli di papà, di come Simone avesse lasciato indietro tutto per venire a studiare medicina in un universo completamente nuovo; gli aveva parlato di suo padre filosofo, provocando una risata in Manuel per l'assurda coincidenza.
Si erano detti anche le cose più banali, i piccoli dettagli: il colore preferito, il cibo preferito, le loro esperienze sportive o di vita in generale; c'era stato pure un piccolo battibecco su quale fosse la stagione più bella dell'anno.

Ma l'atmosfera si era spezzata quando il più piccolo aveva chiesto nuovamente spiegazioni per ciò che era successo quel pomeriggio.
«È complicato» era stata la risposta; subito dopo, il ragazzo se n'era voluto andare, dicendo che si era fatto tardi. Aveva riaccompagnato Simone a casa e si era dileguato con un "Buonanotte, Simò" senza nemmeno guardarlo in faccia.

Forse non voleva parlarne perché si vergognava? O forse doveva essere sicuro di potersi fidare?

Simone riconosceva di essere stato un po' invadente, soprattutto considerando che non si conoscevano da nemmeno 24 ore, ma non poteva fare a meno di preoccuparsi per quel ragazzo. Era una sensazione strana, insolita, ma sentiva la necessità di dargli la protezione di cui sembrava aver bisogno.

E non sapeva la cosa fosse reciproca.

La routine mattutina di Simone durante la sessione, era sempre la stessa: si alzava, andava a correre, rientrato a casa si faceva una doccia e si metteva a studiare. Nel pomeriggio invece era sempre solito a rilassarsi un po', magari vedere qualche amico e poi riprendere a studiare fino all'ora in cui doveva prepararsi per lavoro.

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