Raccolsi i miei capelli ricci e dunque mi feci una coda di cavallo e incominciai a correre, era la mia mattinata libera dopotutto, potevo prendermela comoda. Erano circa le sette e niente mi era mai sembrato più luminoso del primo raggio di sole che spuntava dall'orizzonte colorando le increspature del lago che delimitava il mio percorso. Arrivai forse a metà e mi fermai per riprendere fiato, mi era sempre piaciuto correre, sentire il battito del mio cuore era rilassante.
Dal mio stesso lato della staccionata colsi due vecchietti, un uomo anziano con una maglietta gialla, capelli ingrigiti sorretto da un bastone, e probabilmente la sua compagna cinta da un vestitino viola acceso. I due si guardavano amorevolmente, con aria tranquilla si scambiavano sguardi fugaci traboccanti di un sentimento incomprensibile e imprevedibile. Erano così carini che mi sarebbe piaciuto far loro una foto ma non mi sembrava educato quindi mi costrinsi a continuare.
<<Aspetta caro, non riesco a calarmi>> si lamentò l'anziana signora. <<Allora vedi che stai invecchiando anche tu>> la prese in giro ridendo di gusto l'uomo. La sua risata mi riscosse e mi girai per vedere cosa fosse successo o se avessero bisogno di aiuto. L'uomo aveva una scarpa slacciata e la donna tentava invano di chinarsi per allacciargliela. Dopo le svariate proteste dell'anziana signora per il commento del marito quest'ultimo parlò.
<<Lasciala così, la allaccerò quando saremo a casa>> l'aveva liquidata ma la signora non ne volle sapere. <<E cosa faresti se cadessi? Non potrei mica portarti in ospedale dopo>> ribatté e a quel punto il vecchio si arrese. Stavo per domandargli se avessero bisogno di una mano ma la donna si piegò sulle sue ginocchia e con lentezza allacciò le stringhe delle scarpe del vecchio.
Li guardai andare via e io ricominciai a correre come niente fosse successo. Mi presi il mio tempo per riflettere mentre i miei capelli rimbalzavano alle mie spalle, mentre il mio cuore fremeva e la mia mente rimuginava sull'accaduto.
La schiena della donna era totalmente rivolta verso l'uomo quando si era chinata, era stato davvero un gesto gentile da parte sua, ma sospettavo che ci fosse dell'altro sotto. Io era conosciuta tra i miei amici per dare un doppio senso alle cose. Mi piaceva come quel gesto rappresentasse la fiducia reciproca. La donna lo stava aiutando ma comunque stava sporgendo la schiena ad una persona che avrebbe potuto approfittarne. Magari si conoscevano da una vita intera ma l'intimità di quel gesto mi scosse le viscere da dentro come se stessero navigando in un mare in tempesta.
Era come inchinarsi di fronte all'altro e prestare aiuto, rivolgergli il proprio rispetto e dimostrargli il proprio affetto. Questa sequenza di pensieri mi fece sorridere e non so perché mi migliorò l'umore. Sapevo che ogni volta che filosofeggiavo su qualcosa da quel momento in avanti l'avrei vista in un modo diverso e infatti non ne capivo il motivo ma adesso allacciare le scarpe mi sembrava un gesto più profondo rispetto a come lo avevo sempre considerato.
Stavo per arrivare alla fine del mio percorso quando da dietro la staccionata sbucò fuori un ragazzo con cui mi scontrai. Caddi a terra insieme a qualcosa di duro che si andò a scontrare con la mia coscia. <<Ouch>> esclamai. <<Oh Gesù Cristo! Perdonami, non volevo spaventarti, ti ho fatto male?>> mi porse la mano lo sconosciuto. Io alzai lo sguardo e lo osservai, era un ragazzo forse poco più giovane di me ed era anche molto, straordinariamente, contro ogni aspettativa e infinitamente attraente. Era proprio il mio tipo. E anzi mi stupii del fatto che dopo così tanti anni che vivevo in quel luogo non avessi mai incontro uno che rispecchiava talmente tanto le mie aspettative, voglio dire, abitavo in un paesino dimenticato da Dio, come potevo non averlo mai incontrato?
<<Tutto bene?>> mi chiese e io annuii afferrando la sua mano. Lui mi issò su e mi sorrise e quel sorriso fece male al mio cuore. Mi chinai a terra e raccolsi il suo libro. <<Don Chisciotte della Mancia>> lessi ad alta voce. <<Bel libro>> commentai.
<<Lo hai letto?>> mi chiese e io annuii. <<Niente spoiler per favore>> mi supplicò e io risi.Ci mettemmo per un po' a parlare del libro seduti sulla staccionata quando mi invitò a bere qualcosa insieme e io accettai volentieri. Come potevo rifiutare del resto? Stavamo per incamminarci quando mi bloccò. <<Aspetta, hai la scarpa slacciata>> affermò e si chinò per allacciarmela mostrandomi la schiena. <<Bene ora possiamo andare>> mi invitò e si incamminò, rimasi per qualche tempo a fissargli la schiena che si muoveva a ritmo con le gambe.
Decisamente avevo cambiato il mio modo di pensare riguardo ad allacciare le scarpe.
Sono tornata! Come state?
Io tutto bene per fortuna infatti mi aspetto l'inculata da un momento all'altro
cmq, che ne pensate?
Io ho sempre visto un modo per dimostrare la propria fiducia allacciare le scarpe alla gente.
Del tipo: "Non ti preoccupare non ti sto lasciando indietro" oppure "non c'è bisogno che muovi un dito ci sono io per te" o cose di questo genere
se avete qualcosa su cui volete che scriva non esitate a dire
grazie di leggere Spider Lily
detto questo, HAVE A GOOD LIFE <3
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Spider Lily
Historia CortaUna serie di racconti su alcuni temi della vita in generale, spero vi piacciano e anzi, se avete delle idee da darmi le accetto volentieri. Ho chiamato questa raccolta Spider Lily perché quest'ultimo è un fiore tipico giapponese che adoro moltissim...