Mi trovavo dal dentista. Non mi era mai piaciuto andarci. Mettevano oggetti in bocca che mi facevano sbavare come un cane in estate che tenta di prendere più boccate d'aria possibili per sopportare quel caldo indecente.
Decisi di distrarmi con una di quelle riviste che lasciano nelle sale d'attesa per ingannare la noia.
Ne presi una e immediatamente mi spiattellarono sulla copertina pettegolezzi sulle celebrità, sotterfugi politici e vittorie sportive.
E come era solito, arrivai in quello scompartimento delle riviste, che non era così nascosto come potrei avervi fatto sembrare, in cui ogni parte perfetta del corpo di qualche modella era ostentato dai gusti insistenti e irraggiungibili che la società imponeva.
Ero perfettamente conscia del fatto che la maggior parte di quelle foto fossero modificate... ma nella mia mente era impossibile non paragonarsi a cotanta bellezza.
E attenzione, non per presunzione... ma per insicurezza.
Presi il telefono e una notizia di Google non aveva tardato ad arrivare con una foto scattata da qualche paparazzo di Bella Hadid. E mi chiesi se non mi stessero spiando.
Presi la fotocamera del telefono e incominciai a specchiarmi per notare tutti i difetti che in quelle foto avevano accuratamente eliminato. La vecchia accanto a me che leggeva il giornale mi lanciò uno sguardo di compassione, come se fosse naturale attraversare quella fase della vita. O come se fosse naturale paragonarsi a dei canoni inesistenti.
Mille dubbi mi attraversarono la mente come una nuvola burrascosa pronta a sconvolgere ogni mia certezza.
Mi chiesi quando avrei smesso di essere così in carne.
Mi chiesi quando le mie labbra avrebbero smesso di essere così piccole.
Mi chiesi quando il mio taglio degli occhi avrebbe smesso di essere così banale.
Mi chiesi quando il mio naso avrebbe smesso di avere la gobba.
Mi chiesi quando sarei diventata più alta.
Mi chiesi quando le mie braccia avrebbero smesso di sembrare così grosse in foto.
E ancora mi chiesi quando avrebbero smesso di farlo anche le mie cosce.
Mi chiesi quando la mia pelle avrebbe smesso di essere così rovinata.
Mi chiesi quando le smagliature avrebbero cominciato a non spuntare più.Mi posi un sacco di quesiti a cui solo madre natura avrebbe potuto dare una risposta. Non ero solita compiangere il mio aspetto ma era difficile non farlo quando ogni giorno mi bombardavano di donne da copertina senza alcun difetto. E dunque la domanda sorse spontanea:
Senza quei difetti mi avrebbero ancora potuto definire umana?
Sorrisi e mi guardai nello specchio di fronte a me. La signora accanto a me quasi mi guardò con invidia per la fiducia che avevo deciso di riporre in me stessa.
<<Scusa cara, è il tuo turno>> mi chiamò l'assistente e io mi alzai col sorriso in volto pronta a varcare quella soglia.
E, dunque, anziché chiedermi quando avrei raggiunto una perfezione fittizia, incominciai a chiedermi come avrei potuto mantenere quel sorriso spensierato che mi aveva illuminato il volto.
Ehilà bella gente! Sono tornata!
Vi sono mancata? Credo neanche un po'.
Ho deciso di scrivere questo perché quelle stesse domande me le pongo spesso pur sapendo che è sbagliato porsele. E credo che sia più legittimo che quelle stesse domande abbiano attraversato anche la vostra mente.
Ho scelto una ragazza perché siamo quelle più soggette a questi giudizi ma ciò non toglie che anche un ragazzo possa ritrovarsi ad avere questi pensieri.
Mi raccomando non lasciatevi divorare dai cattivi pensieri perché non è il vostro aspetto che vi definirà come persone.
detto questo, HAVE A GOOD LIFE <3
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Spider Lily
Storie breviUna serie di racconti su alcuni temi della vita in generale, spero vi piacciano e anzi, se avete delle idee da darmi le accetto volentieri. Ho chiamato questa raccolta Spider Lily perché quest'ultimo è un fiore tipico giapponese che adoro moltissim...