⚠️ SUICIDIO ⚠️

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Il Suicidio, Edouard Manet, 1881

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Il Suicidio, Edouard Manet, 1881




In questo momento non voglio scrivere da autrice ma da singolo individuo. Non credo di avere il diritto e non ho la presunzione di impartire ordini o di comandare le vite degli altri, semplicemente vorrei dare degli avvertimenti e dei consigli nonostante non mi senta neanche nella posizione per farlo.

Oggi un ragazzo del mio piccolo paese di Messina si è suicidato in una piazzetta davanti casa mia. Una mia amica doveva venire da me e mi ha suonato a casa in lacrime per l'accaduto. Non ero amica di questo ragazzo e neanche lei ma era gentile seppur avesse un che di strano. Andavamo a scuola alle medie insieme. Diciamo che è difficile non conoscersi in un paese piccolo come il mio, infatti la notizia è dilagata subito. 

E volete sapere qual è la cosa che più mi fa rabbrividire? Che non l'avreste mai detto. Non avreste mai detto che un tipo come lui avrebbe avuto il coraggio di suicidarsi.

Sto scrivendo di questo non perché voglio che vi inorridiate o che stiate male, ma perché prendiate atto della situazione.

Oggi come oggi qui a Messina è il secondo caso di suicidio da parte di un ragazzo delle superiori.

Onestamente? Non ce la faccio più. Sono stanca di sentire queste notizie. Per questo nel mio piccolo provo a fare del mio meglio. Se per caso avete questo genere di pensieri cupi sulla vostra vita, non temete, fate un respiro profondo e rifletteteci un attimo con parsimonia e logica. 

Guardatevi intorno e chiedetevi: è davvero necessario? A chi sto facendo un torto? Chi farò soffrire? Sono pronto ad accettarne le conseguenze? Davvero non voglio più sentire la terra sotto i miei piedi? Davvero non voglio più sentire la brezza del vento sulla faccia? Davvero non voglio più percepire il calore del sole sulla pelle? Il vuoto della mia vita vale davvero il vuoto eterno della morte?

Voglio dirvi che se avete qualsiasi sorta di problema... di parlarne a parenti, amici, genitori, estranei, a chi volete. Basta che ci sia comunicazione. Potete anche scrivermi in privato e vi aiuterò perché sinceramente... non voglio più piangere come ho fatto oggi.

Voglio che vi lasciate andare, voglio che lasciate andare i vostri malesseri come una corrente fluida di acqua fresca in una discussione accesa con qualcuno. Non perché così quella persona vi risolva i vostri problemi ma affinché sappiate che non siete soli.

Certi malesseri sembrano montagne se li guardiamo da soli, ma piano piano la sabbia della montagna inizia a sgretolarsi se si è in compagna di qualcuno che è pronto ad affrontare la frana con voi.

E non è detto che parlandone una sola volta con qualcuno vi sentiate meglio, ognuno ha il proprio modo di guarire dai malanni e ognuno ha il proprio modo di scappare del proprio inferno. Ma se non impariamo a vedere la nostra mente come il paradiso che dovrebbe essere i fiori primaverile dell'Eden incominciano a sembrare le lingue di fuoco di un inferno dantesco.

Soffrire e piangere è un dolore che condivide l'umanità. Ma chi piange, prima o poi, troverà consolazione e se non da gli altri, è giusto che si trovi consolazione in se stessi.

Ecco qui alcune parole direttamente dal diario dell'artista Edouard Manet:

"L'unica morte <<adatta>> ad essere dipinta è la morte in guerra, la morte gloriosa in battaglia. [...] Le persone si suicidano perché sono in guerra contro la  tristezza, la paura, la solitudine, il dolore. E un unico colpo secco sembra preferibile ad un assedio quotidiano. Il suicidio non è eroico, né romantico, né idealistico, ma neppure vile o peccaminoso. Che sia commesso in un impeto di emozioni o in maniera assolutamente premeditata, è una scelta. [...] Se avessi voluto sconvolgere il pubblico avrei dipinto arti spappolati, pelle cadaverica, ferite aperte, volti febbricitanti e madidi di sudore. [...] Ho dipinto l'interno della nostra mente"

Detto questo, HAVE A GOOD LIFE<<33

e sta volta nel vero senso del termine.

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