4. kooklanida palace

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Quella sera tornai a casa per prepararmi, appena varcata la soglia notai subito il foglio piegato a metà e risposto sul tavolino davanti all'ingresso.
Sapevo cosa conteneva ma lo aprii comunque sospirando. Lo lessi velocemente per avere conferma e le mie ipotesi si rivelarono corrette e molto accurate. Mamma e Max erano partiti per Miami, sarebbero rimasti due settimane, la prima per permettere al mio patrigno di sorvegliare la filiale locale e la seconda per prendersi un po' di tempo per loro e per rilassarsi.
Sorrisi ironicamente soffermandomi sull'ultima parte del messaggio che diceva che la spesa era già stata fatta e che Maria, la nostra collaboratrice domestica, sarebbe venuta qualche volta per tenere in ordine.
Come poteva pensare mia madre che quell'ultima riga potesse anche solo lontanamente compensare il fatto che era andata via senza nemmeno avvertire o salutare.
"che stronza" bisbigliai frustata strappando il biglietto in quattro parti e gettandolo nel cestino della cucina. Già che c'ero presi un bicchiere e ci versai tre dita del preziosissimo e costosissimo amaro di Max che era stato accuratamente riposto nel carrello dei super alcolici.
Portai il bicchiere alle labbra e gettando la testa all'indietro buttai giù il contenuto tutto d'un fiato.
Ripetei l'operazione un paio di volte e una volta raggiunto il livello desiderato di leggerezza mi diressi nella mia stanza per prepararmi per la serata.
Mi feci un bel bagno caldo e mi misi un vestito corto nero in raso che segnava il punto vita ma cadeva morbido sul resto del corpo.
Completai l'opera con solo una leggera passata di mascara e infilando le converse dello stesso colore dell'abito.
Guardando l'orologio notai che mancavano solo dieci minuti alle undici, JhonB sarebbe passato a prendermi a breve, così uscii e accesi una sigaretta sedendomi comoda sul divanetto.
Io sarei stata la prima, poi saremmo passati da Kie e tornando indietro verso il Cut ci saremmo dovuti fermare da Pope e Jj.
Feci in tempo a fare giusto qualche tiro prima di sentire il rombo di una moto avvicinarsi. Pensai che fosse quel coglione di Rafe, il fratello di Sara, ma quando il vecicolo si fermo davanti al mio cancello mi sporsi dal portico per capire chi fosse alla guida.
Jj si tolse il casco e sorrise nella mia direzione facendomi segno di andare. Abbastanza contrariata mi avvicinai a lui "Doveva venire JohnB a prendermi" gli ricordai.
"Oh non ti preoccupare non è di nessun disturbo essere venuto fino a qui per recuperarti" ribadì infastidito, poi fece scorrere i suoi occhi sul mio corpo. "Muoviti vai a cambiarti non ho voglia di aspettare" disse infine.
"Ma che cazzo?" chiesi accigliandomi sia per il tono che aveva usato ma anche per la frase che aveva detto.
"A meno che tu non voglia alzarti quel coso fino a sopra il culo per salire in moto, cosa che per inciso non mi dispiacerebbe per niente, allora ti consiglio un paio di pantaloncini" mi rispose ammorbidendosi e ammiccando.
Dio santissimo.
Era perfetto e sapeva di esserlo, era consapevole dell'effetto che faceva solo fissando le persone e sapeva sfruttare a pieno i suoi mezzi.
Sbuffando mi incamminai verso la porta principale "mi aspetti qui o entri? " gli chiesi senza sapere bene il perché.
JJ mi seguí subito.
"Non capita tutti i giorni di essere invitato ad entrare nella reggia di kooklandia" disse amaramente. Quella frase mi fece irrigidire ma realizzai subito che non potevo prendermela con lui in quanto non sapeva assolutamente nulla della mia situazione.
"I tuoi non ci sono?" chiese appena varcata la soglia.
"Beh" iniziai a rispondere in modo sarcastico "Non so nemmeno chi sia mio padre, se tu sai dirmi addirittura dove si trova fammelo sapere così almeno vado a dargli un bel calcio in culo per aver abbandonato mia madre subito dopo aver scoperto che fosse incinta. Mia madre è partita poco fa con il suo compagno senza nemmeno salutarmi" buttai fuori tutto d'un fiato senza preoccuparmi di nascondere quel filo di amarezza che mi sfuggiva sempre quando parlavo dell'argomento genitori e famiglia.
JJ mi afferró dolcemente un polso facendo una leggera pressione in modo tale da costringermi a voltarmi verso di lui e a incrociare il suo sguardo.
"Cazzo mi dispiace non..."
"Non ne avevi idea" finii la frase al posto suo e quando notai il suo dispiacere gli dissi semplicemente che era tutto ok e che non mi andava di parlarne.
Mi affrettai a indossare un paio di pantaloncini neri e un top argentato che lasciava la schiena completamente scoperta e al piano di sotto dove avevo lasciato il biondino.
Mi incantai a metà scale quando notai la sua espressione mentre si osservava intorno, era davvero tenerissima.
Fissava con lo sguardo ogni angolo del salone come un bambino che scopre il mondo per la prima volta, era come incantato.
Lo osservai attentamente mentre scrutava l'enorme divano in pelle bianca posto al centro della stanza, lo schermo piatto grande come un campo da calcio attaccato alla parete e persino l'antica libreria in mogano nero attiró la sua attenzione.
Solo qualche istante dopo mi accorsi che sulla mia faccia era stampata la stessa espressione solo che il mio interesse era catturato esclusivamente dalla sua perfezione. 
Mi diedi una scossa mentale e scesi gli ultimi gradini raggiungendolo.
Appena gli fui a un passo, JJ uscì dal suo stato di trance e inizió a fissarmi in un modo talmente intenso e penetrante da farmi quasi perdere ogni controllo.
Gesù quel ragazzo mi avrebbe uccisa.

SPAZIO AUTRICE
ciao fanciulle,
come state?
Oggi doppio capitolo.
buona giornata ❤️

così come pioggia nell'oceano|| jj Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora