IV

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«Nuova comanda: tavolo 9, 5 coperti, 2 spaghetti 1 filetto e 2 tartare.»

«Si, chef!» risposero i cinque componenti della squadra blu, iniziando subito dopo a mettersi d’accordo sui tempi. «10 minuti al pass, okay?» chiese Simone iniziando a preparare la carne.

In quel caos che era quella cucina quel giorno, Simone sembrava l’unico calmo. Era così concentrato su quello che stava cucinando che gli altri pensieri che gli venivano durante il giorno sembravano come un piccolo rumore di sottofondo.

«Un minuto al pass!» dettò il tempo agli altri togliendo il filetto dalla griglia e preparandosi per impiattare. Si avviò per primo e, sotto lo sguardo attento dello chef, iniziò a impiattare la cane.

«Vado al pass, rega’.» la testa di Simone scattò subito verso sinistra, verso la voce che aveva appena parlato, quella voce.

Ancora ricurvo sul piatto a rifinirlo e ultimarlo, osservò Manuel arrivare al pass e, come se fosse stato richiamato da quello sguardo, si girò verso di lui. I suoi occhi si illuminarono appena lo videro, facendo nascere così un sorriso su entrambi i volti. Simone deglutì a vuoto e mandò fuori il piatto in fretta per poi tornare in postazione quando, senza prestare la minima attenzione a tutte le telecamere che li circondavano, Manuel gli fece l’occhiolino facendo andare a fuoco le sue guance.

Ecco, ora i pensieri che lo stavano travolgendo da giorni non erano più solo rumore di sottofondo, ma un intera colonna sonora al massimo volume.

Simone se ne era accorto, si era accorto del cambiamento che c’era stato nel loro rapporto. Del suo cambiamento. Lo sentiva il cuore che accelerava ogni volta che Manuel era nella stanza, ogni volta che si avvicinava troppo a lui o quando la sera decideva di rinunciare a uscire con gli altri concorrenti per rimanere a cucinare con lui.

Sospirò al solo pensiero, cercando di tornare a concentrarsi sull’ennesima comanda che lo chef aveva appena chiamato. Si girò per prendere i vari condimenti per la carne ma - «Simo, ti ho finito il pepe. Scusami.» Laura gli passò dietro scattando per raggiungere l’altro lato della cucina.

«Non c’è problema, vado a prenderlo. Mi controlli la carne?» chiese senza aspettare una risposta e scattando verso la dispensa.

Appena aprì la porta si trovò davanti all’oggetto dei suoi desideri da ormai una settimana. Manuel era di spalle e stava cercando qualcosa nello scaffale di mezzo. Era leggermente piegato in avanti mentre spostava e controllava tutti i barattoli e le pietanze che aveva davanti.

Simone si morse il labbro e, alzando gli occhi per distoglierli dal sedere in bella vita del ragazzo, vide il pepe nero sullo stesso scaffale posizionato però in alto. Si avvicinò per prenderlo, «Attenzione» sussurrò allungandosi a prendere il pepe e poggiando una mano sul fianco di Manuel stringendolo leggermente.

Il tocco di Simone e la sua voce fecero scattare Manuel che, preso di sorpresa, si girò di scatto verso il ragazzo trovandosi a pochi centimetri dal suo volto. Il corvino, accortosi dello scatto, guardò in giù e abbassò la mano dove aveva la spezia e si trovò ad annegare in quegli occhi scuri.

Il silenzio li circondò, spezzato solo dal flebile rumore dei loro respiri che, per la vicinanza delle loro labbra, si stavano come mischiando in uno solo. Gli occhi profondi di Manuel scurarono quelli grandi e sorpresi di Simone e, prendendo un po’ di coraggio, si fece leggermente avanti fino a far toccare i loro nasi. Manuel passò la lingua sulle proprie labbra inumidendole, stava a succede? Ora? In mezzo a un servizio? Sotto le telecamere?

La testa di Simone era in tilt, sentiva il respiro del ragazzo infrangersi direttamente sulle sue labbra e Dio come gli piaceva. Ma, quando vide Manuel chiudere gli occhi come ad aspettare che lo baciasse, Simone fece un passo indietro e, con il dispenser di pepe in mano, lasciò la dispensa tornando alla sua postazione e lasciando Manuel ancora contro quello scaffale.

Hell's KitchenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora