III

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Le cicale cantavano insistentemente, sembravano stessero nella mia camera. Si boccheggiava dal caldo quel luglio ed io ero nei preparativi per un'uscita con i miei compagni di classe. Volevo notassero il mio cambiamento, la mia serenità.
Gabriele ed io immaginavamo da giorni il nostro abbraccio dopo tutto questo tempo. È davvero bravo a descrivere quando ci si impegna, ed io ero entusiasta del fatto che gli importasse di me, gli importasse in primis abbracciare me.
La piazza era piena di gente, bambini con il gelato che gocciolava, anziani che giocavano a carte ai tavolini e poi in lontananza vedo apparire Giada e Isa che già ridevano rumorosamente.
Abbraccio le mie amiche con forza, le adoro e mi sono mancate molto. Questa volta sono i ragazzi a farsi attendere.
- Ragazze avete sentito gli altri?- chiesi sedendomi sul muretto vicino la fontana.
-Gabriele, Luca e Marco stanno arrivando, gli altri in vacanza..- risponde Isa guardandomi di sottecchi, poi aggiunge: -Tranquilla Marti, Riccardo aveva un impegno. -
D'accordo, lo ammetto ci sono rimasta malissimo. Avrei voluto sbattergli in faccia che ce l'avevo fatta, ero felice anche io ora, superiore. Ma avrei voluto anche rivedere i suoi occhi nocciola, magari mi avrebbero guardato come una volta, quando i nostri cuori battevano allo stesso ritmo.
Arriva un autobus ed ecco apparire i nostri amici. Gabriele siiii, mio dio che bello rivederlo.
Gli andiamo incontro, saluto tutti e lascio il mio migliore amico per ultimo, così da concederci qualche secondo di più.
Mi afferra i fianchi da dietro trascinandomi a se, poi mi avvolge con le sue braccia ancora non molto abbronzate, e mi stringe, dio, come solo lui sa fare. Poggia il suo mento sulla mia spalla sinistra e mentre dice il mio nome mi giro e gli stampo un bel bacio sulla guancia. Quanto lo adoro.
Il caldo è insopportabile, optiamo per un mega gelato. Come al solito Gabriele si sporca i jeans, assurdo, non riesce mai a non sporcarsi.
Tutti ci raccontiamo delle nostre vacanze appena trascorse e di quelle che dovevano ancora iniziare, e inevitabilmente il discorso ricade sulla scuola: commentiamo i professori e incoraggiamo i rimandati.
Gabriele era seduto vicino a me, mi guardava fisso, con i suoi occhi verdi meravigliosi. Conosco quello sguardo stava per farmi una domanda seria.
-No, non mi interessa più Riccardo, te l'ho ripetuto tante volte.. - lo anticipai
-Ma dai infondo infondo... ti dà fastidio che sta con un'altra vero?-
Volto lo sguardo ed Isa con un tempismo unico, mi salva proponendo di incamminarci verso il parco delle fontane.
Ogni tanto il mio migliore amico mi abbracciava forte e ad un certo punto mi lascia un bacio sul collo. Rabbrividisco. Amo il mio corpo a contatto con il suo e le sue mani che senza indugio accarezzano le mie forme. Mi sento bene, quasi ringrazio il mio corpo che tanto odio quando lui ne accarezza le sfumature.
21:38 G "Quanto amo abbracciarti, sei bellissima."
21:39 M "Zitto scemo, ti voglio un bene dell'anima, e mi sei mancato tanto."
21:40 G "Anche tu, riorganizziamo, così stiamo di nuovo un pò insieme. "
21:41 M "Vieni ora."
21:41 G "Ti voglio."
Leggendo quelle parole sorrido. Mi vuole, oddio.. e se provasse di più?E se io provassi di più?
21:22 M "Io ti voglio qui."

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