IV

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Tutte le notti io e Gabriele attendevano insieme almeno le 3:00. Un pò il caldo, un pò la voglia di parlare, ci tenevano incollati al cellulare nonostante il sonno che avanzava.
Si dice che 'la notte è fatta per dire cose che il giorno dopo non diresti': non penso ci sia frase più vera.
Le nottate estive hanno sempre un non so cosa di magico, o meglio suggestivo. Sarà il venticello tiepido che ti sfiora la gamba che lasci fuori dal lenzuolo, il cielo stellato, oppure quello strano distacco dalla realtà che ti travolge subito dopo scuola. Gabriele inoltre è un tipo molto disponibile, ci si può davvero parlare di tutto, quel ragazzo a cui dai la più completa fiducia perché sei convinta che da quella bocca non esca una parola. C'è da dire anche che è molto bravo a rigirare un discorso e perlopiù a mettere a proprio agio. Insomma un pò un adulatore.
2:08 G "Non vedo l'ora di averti tra le braccia e baciarti tutto il collo mentre ti accarezzo.."
Dio, che cosa bella.
2:08 M "Ah si?"
2:09 G "Si. Ti voglio."
Ci muoio con queste parole. Fermati.
2:09 M "Io amo i baci sul collo, mi fai morire così."
Al solo pensiero che lui possa dedicarmi queste attenzioni vado in tilt. Vuole me.
I miei pollici correvano veloci sulla tastiera del cellulare, sembrava non li controllassi più, scrivevano parole ancor prima che io ci pensassi.
Non passava un giorno in cui non parlassimo, era diventato la colonna sonora delle mie giornate.
Finalmente, siamo riusciti ad organizzare di vederci di nuovo. Questa volta la nostra meta era la piscina. Inutile dire i mille complessi sul mio fisico. Lo odio. Ma non posso permettermi di rinunciare a vederlo di nuovo, ho bisogno di constatare se davvero avrebbe fatto tutto ciò che le notti mi fa sognare.
Appuntamento davanti l'entrata, sono in ritardo, quando arrivo sono già tutti lì ad aspettarmi. Per alleviare i loro sguardi un pò intolleranti sfoggio uno dei miei sorrisi migliori e devo dire che funziona.
Neanche il tempo di poggiare le borse che subito Marco mi afferra per un braccio e mi butta in piscina.
- Ma sei cretinoo! È gelata!- Strillo, mentre tutti si sbellicano dalle risate.
Dopo tocca a Giada e Cla, poi tutti gli altri entrano con una gara di tuffi.
Qualcuno mi tira sott'acqua. Strizzo gli occhi, cerco di riconoscere il costume. Chi poteva essere, Gabriele.
- Idiota me la paghi!- urlo mentre gli salto addosso. Di risposta lui mi afferra e blocca in modo da non poter muovere le braccia. Sono a pochi centimetri dal suo viso. Il suo respiro mi sfiora le labbra. Un secondo di silenzio. Lo guardo negli occhi e, approfittando della sua distrazione, mi libero dalla presa e lo spingo indietro.
Ok non sapevo come sviare la situazione.
Finalmente un pò di riposo. Tra tuffi e nuotate, non vedevo l'ora di sdraiarmi un pò sul prato. Mentre prendo il sole, mi si avvicina con l'asciugamano Giada, si stende vicino a me e mi dà un bel bacio sulla guancia.
- Allora, cosa mi racconti? Com'è andata la settimana in Puglia? - le chiedo mettendomi comoda.
- Bene bene, mi sono divertita molto.. - così inizia a raccontarmi di come ha conosciuto un certo Paolo, un tipo strano che suonava la chitarra tutte le sere accompagnato dal battito di mani del suo gruppo di amici. Dice che si sono a malapena baciati, il giorno dopo lui sarebbe ripartito.
Sono felice per lei, non ha mai avuto una storia e quindi per lei questo ragazzo è stato anche il primo bacio, inoltre ne parlava entusiasta, nonostante sia stata una toccata e fuga.
Ci intromettiamo nella discussione animata dei nostri amici: parlavano di alcune ragazze di scuola. Marco e altri tre sostenevano fossero delle troie mentre Gabriele e il restate gruppo sosteneva il contrario. Non le conoscevo, ma potevo benissimo intuire il genere di ragazze dalle descrizioni, così provo a formulare qualche tesi, ma comunque mi ritrovai semplicemente ad ascoltare.
Ero distratta, quando sento una voce familiare. No è impossibile, da dove salta fuori.
Riccardo saluta tutti con delle pacche sulla spalla, poi si gira verso me e le altre ragazze e fa un saluto generale con un gran sorriso.
Falso. Cretino. Idiota. Che fastidio. Lo odio.
Gabriele mi lancia un'occhiata ed io gli rispondo con una smorfia per non far notare il mio disagio.
Più tardi in acqua il mio migliore amico mi afferra i fianchi e mi costringe a voltarsi verso di lui. Inizia a fare ironia sulla situazione con Riccardo, e lui sa che non è proprio il momento, mi si legge in faccia, ma lui sembra ignorare, è fatto così.
- Smettila, non è divertente. - lo guardo malissimo
- Vabene scusa, abbracciami dai- dice con un sorrisetto tenero. Mi lascio avvolgere dalle sue braccia bagnate, respiro l'odore del cloro sulla sua pelle. Starei così per ore.
Giro lo sguardo e sorprendo Riccardo guardare dalla nostra parte. Ti sta bene, non sono più tua, l'hai voluto tu.
Di conseguenza iniziò una specie di guerra fredda, o meglio peggiorò, dato che non parlavamo già da qualche mese, da quando ci eravamo lasciati praticamente. Inoltre il suo unico neurone decise di ripagarmi con la stessa moneta: iniziò ad avvicinarsi a Marta, la quale non respingeva di certo le sue attenzioni.
A fine giornata, mentre aspettavamo l'autobus di ritorno, avevo il nervosismo alle stelle, quei due mi avevano disgustato letteralmente.
La verità è che non sopportavo di essere così facilmente sostituibile.

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