Made To Belong Together | Jace Norman *IN REVISIONE*

PROLOGO

La vita spesso è un taboo, si nasconde ai nostri occhi e noi protagonisti, abbiamo il compito di scoprire nuove cose e sbloccare nuovi ricordi.
È un'incognita e in base agli episodi che ci capitano, prediciamo il nostro futuro, sempre con quella speranza che possano andare nel miglior modo possibile. Ci coglie sempre di sorpresa, non sapremo mai con chi o con cosa avremo a che fare un domani.
Ho tanti obiettivi scritti e non vedo l'ora di raggiungerli ed essere fiera di me stessa, anche se alcuni li ritengo poco fattibili.

"It's all possible" ~ Jace Norman

Mi definisco una viaggiatrice di mente. Viaggio troppo con la mente, arrivo a pensare a cose fuori dal mondo e tendo a pensare sempre in grande e mi faccio troppi film mentali. Questo viaggiare con la mente come ha dei pro, ha anche dei contro: certe paranoie che mi faccio riescono a rovinarmi una giornata intera, fino ad arrivare a ritenermi sbagliata, invece, certi miei pensieri, mi fanno ricredere che alla fine non può andare peggio di così; il mio ottimismo o pessimismo si basa anche da come sto quel giorno.

Cerco di evitare i problemi, litigi oppure ostacoli; vorrei vivere la mia vita senza averne troppi, ma d'altronde una vita senza problemi non so se definirla vita: gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo, però, vorrei cercare di migliorare, a partire da me stessa, anche se sono una che mettere davanti prima gli altri.

Amo fare tante cose, soprattutto ballare. Da quando ero piccola ho sempre fatto danza e non intendo smettere; essere conosciuta per la danza è uno dei miei obiettivi più importanti e non solo...

<<Jessica! Che ci fai ancora sdraiata a letto? Muoviti e sistema camera tua!>> Mi disse mentre era appoggiata sul ciglio della porta a braccia conserte.
I rimproveri di mia madre sono la cosa che odio e che mi fanno stressare di più: "Fai questo", "Fai quello", "In casa non fai mai niente". Sempre le stesse cose, tutti i giorni.
<<Mamma, non iniziare. Lo faccio dopo>>, risposi in modo abbastanza tranquillo. Ero già consapevole che dopo avremmo discusso come da routine.
<<No, ora!>> Mi ordinò mentre entrò in camera a passo svelto, strappandomi il telefono dalle mani e lanciandolo per terra. Cercai di mantenere la calma fino all'ultimo, ma poi sono partita, fino a vedere buio.