Il giorno della partenza arrivò. Non stavo più nella pelle, volevo mettere piede nella città dei miei sogni.
Avrei avuto il volo nel pomeriggio e già alle dieci del mattino fui già pronta per andare verso l'aeroporto.
L'aeroporto distava ad un'ora e mezza da casa mia ed era bene partire prima per essere in orario.L'ora passò assai in fretta che fui già in aeroporto a fare il check-in e successivamente le parti più noiose, ovvero tutti i controlli; sperai che il tempo ripassasse in fretta per andare in sala d'attesa ad aspettare il mio volo.
Can't wait to fly over the seas to visit my dream place.
Being happy in my safe zone, with people that'll heal my heart with happiness and experiences.
I'll be the main character of my trip, hoping no negative energy will ruin everything, leaving me with nothing in my hands to take me to my drawers of memories.Finalmente arrivai in sala d'attesa e il cuore iniziò ad accelerare il suo battito, non vedevo l'ora.
Ero emozionata, eccitata e curiosa di scoprire cosa avrà Los Angeles da mostrarmi.<<È arrivato il nostro aereo>> mi comunicò mia madre e di fretta mi alzai.
Entrai dentro l'aereo e già ebbi un sorriso sul mio volto che non smise di scomparire.
Ancora non ci credo che sto andando in contro a qualcosa di grande, un varco enorme che mi lascerà ricordi e sorrisi.
Presi il mio posto e indossai subito le mie cuffie e feci partire una playlist.Music is everything.
Music is that therapy that can cure you from any scars and wounds you have.
One of your best friend that you know that it can't leave you alone.L'aereo decollò e feci un sospiro per calmare la mia adrenalina.
Stetti vicino al finestrino così da poter ammirare il paesaggio cambiare e viaggiare nel tempo dato che viaggerò indietro di ben nove ore.
Insieme alla mia cara musica, mi portai anche un libro intitolato "L'amore che verrà" e parla di questi due ragazzi adolescenti che nonostante gli alti e bassi si amano lo stesso per quelli che sono, ma la cosa che gli ferma sono le voci negative provenienti dai loro famigliari e soprattutto amici, che non si fidano della relazione che stanno vivendo; un "classico" americano, nulla di nuovo.Odiare è per i facili,
L'Amore è per i lottatori.
La Fiducia è per i vincitori e
la Speranza è di chi non si arrende.
Le voci nella nostra testa ci portano in direzione in cui non vogliamo nemmeno andare; è sempre bene ascoltare il cuore.Dopo ore infinite di viaggio, tra cui uno scalo di mezzo, finalmente arrivai a Los Angeles; mancarono ancora dieci/quindici minuti all'atterraggio e mi godei gli ultimi attimi in volo prima di poggiare terra e di respirare aria nuova.
Erano solo le sette e mezza del mattino e i grattacieli si fecero subito riconoscere: alti e luminosi. Le strade tutte lucenti per le auto che corsero da una parte all'altra per andare a lavoro e in lontananza l'alba che sorse con tutto il suo splendore: dal rosso all'arancio fino al rosaceo, con qualche sfumatura du grigio e bluastro per le nuvole, che a loro volta ebbero delle loro forme irregolari, come se fossero disegnate a matita.L'aereo atterrò e non esitai a scendere subito dall'aereo: avevo voglia di nuovo.
Appena entrai nell'aeroporto notai la grandezza e tutte le bandierine appese nei muri, così come succederà appena farò un giro in centro città.
Uscii dall'edificio enorme e un taxi ci venne a prendere: quel classico taxi giallo dei film americani di cui ce ne sono centinaia in giro per le strade.
Decidemmo di alloggiare in una villa a due piani, non molto grande, ma spaziosa e comoda per tutti e tre. Non era molto lontana dall'aeroporto, ci avevamo messo circa dieci minuti.
Appena arrivai, mi fiondai dentro casa, mi misi il pigiama e iniziai a dormire, quando mi sarei svegliata, avrei voluto andare in un café che avevo adocchiato e mi sembrava carino.Welcoming myself to a new state.
Starting a new and short chapter that I'll forever remember.
It's time to do not waste time.<<Mamma, io vado in una caffetteria che avevo visto quando stavamo venendo qui a casa, non è molto lontano>>, dissi a mia madre mentre stavo uscendo dalla porta principale. <<Va bene, non fare tardi per il pranzo>> Annuii e uscii di casa.
Erano le dieci e mezza, non avevo dormito tanto, questo pomeriggio proverò a dormire leggermente di più.
Arrivai subito in questo café, presi posto e una cameriera venne a chiedermi l'ordine: presi un donuts al cioccolato e un succo alla pesca, anche se avrei avuto bisogno di un caffè per riprendermi.
Sorridendomi, andò a preparare i miei ordini veloci, nel mentre scrutai un ragazzo incappucciato che entrò e mi incuriosii molto: alto, magro, lineamenti del visto be definiti, labbra sottili, ciuffo biondo cenere...
Intanto che la cameriera mi porto i miei ordini, non smisi di guardarlo, volevo scoprire, sapere chi si nasconde dietro quei capi oscuri e riservati.
Si voltò verso di me e piano piano iniziò ad avvicinarci con un sorrisetto accattivante che mi fece al quanto impazzire.
<<Ti vedo curiosa>>. mi disse nascosto dietro ai quei paia di occhiali neri. <<Certo, sono qui per scoprire>> Risposi onesta e con il suo stesso tono. Mi fece un sorrisetto e senza dirgli nulla si sedette di fronte a me.
La cosa che notai di familiare, e che se fosse vero urlerei, è la voce.
<<Sono costretto a nascondermi, ma mi avrai già riconosciuto>>, mi disse rompendo il silenzio. <<Ti vedo sveglia>> Sorrisi all'affermazione e nel mentre si tolse gli occhiali e da lì non mossi un muscolo, ebbi solo gli occhi spalancati e increduli: Jace Norman...
<<Non pensavo di beccarti proprio qui per caso>>, dissi balbettando, non seppi che dire. <<Beh, i momenti più belli succedono per caso, no?>> Annui in segno di affermazione, in fondo ha ragione.
Continuai a guardarlo nonstop, questo ragazzo ha una bellezza fuori dal mondo: sorriso smagliante e lucente, due pozze di cioccolato mischiato al miele, profondi e pieni di vita, lineamenti quasi disegnati e sguardo pietrificante; fui bloccata, non riuscii più a muovere un muscolo, ero concentrata nel guardare lui.Never give up.
<<Sei interessante nonostante tu sia di poche parole>> Mi partii una risatina. <<Ti va di conoscerci meglio?>> Accettai senza pensarci due volte. <<Va bene quando vuoi>>.
Continuammo a parlare del più e del meno, mi chiese di uscire e domani ci saremmo dovuti incontrare per farci un giro.
<<Beh, il tempo qua è finito, purtroppo>>, dissi alzandomi dal tavolo, mi seguii dopo poco. <<Piacere mio, ci vediamo domani...>>.
<<Jessica>>. <<Oh, Jessica. A domani>>. Lasciò la caffetteria in men che non si dica, si rimise gli occhiali e proseguii per la sua strada e io proseguii per la mia, dopo aver pagato naturalmente.
Avevo ottenuto quello che volevo, avevo fatto bene a crede in me stessa e ascoltare Matilde.
Sempre credere in sé stessi, mai mollare davanti al traguardo.Arrivai a casa, raccontai tutto ai miei e riandai in camera mia per raccontare tutto a Matilde e dormire di nuovo.
Le amiche fidate sono sempre quelle che sono sempre un passo avanti a te in qualsiasi mossa che fai. Quando ti dicono "fidati di me", in alcuni casi, è perché loro sanno già che qualcosa di bello accadrà.
Basta solo crederci.La sera non tardò ad arrivare.
Ero sul letto a pensare, dopo una lunga sessione di dormita di questo pomeriggio, e dopo esser tornata da un ristorante.
Avevo le mie amate cuffie e pensai, pensai: pensai a cosa potrebbe succedere domani. Io e la cosa che ho sempre amato da quando ero piccola? Assurdo.
Nonostante io lo conosca bene, ancora ci sarà un mondo dietro, una porta chiusa a chiave da aprire.
Era così curioso quando era entrato nella caffetteria, bello e attraente.
Questa vacanza la sto prevedendo bene, anche se non vorrei parlare troppo presto.[revisionata]
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Made To Belong Together | Jace Norman *IN REVISIONE*
Hayran KurguAh...Che bella l'America. Un posto davvero magico, a parte per i difetti. Quell'aria hollywoodiana, quei palazzi enormi dove ti senti un nano a confronto, i carretti dei gelati, StarBucks e soprattutto le celeb americane. Posso chiamarla fortuna se...