Hurt/Comfort| speciale 5k

307 24 96
                                    

Attenzione, oneshot ambientate dopo la seconda parte, se non sei in pari non leggere!

Furaha ha raggiunto le cinquemila visualizzazioni e per celebrare condivido queste due piccole oneshot un po’ angst ~ buona lettura!

Sono ambiente dopo il ritorno a Milano, quindi dopo l’arresto e tutto il resto, ma agli inizi prima del matrimonio.

***

Asante daima kwa kuwa upinde wangu baada ya dhoruba

Grazie per essere il mio arcobaleno dopo la tempesta

***

I. Tanta voglia di urlare


«Sali in macchina.»

Nuru strizzò gli occhi, perché se li avesse aperti avrebbe iniziato a piangere di sicuro. «No.»

«Sali in macchina.»

Sentiva un groppo in gola, le gambe pesanti, fame d’aria per la corsa e il cuore che gli schizzava nel petto. «No» ripeté, la voce gli tremò su quell'unica sillaba.

«Apri gli occhi e sali su questa cazzo di macchina, avanti.»

A quelle parole li aprì davvero, sbigottito. Raffaele non imprecava mai, se l'aveva fatto doveva essere davvero alterato, e questo lo spaventò.

Come previsto, due lacrime gli scivolarono lungo le guance, pesanti e calde.

Lo vedeva sfocato, davanti a lui, la macchina ferma in mezzo alla strada, la portiera del passeggero spalancata. Un'auto in fila dietro di lui suonò il clacson, infastidita dall'attesa.

«Non posso restare qui tutto il giorno, devi salire in macchina, adesso.»

Fu allora che cedette. Era stanco, stremato, non sapeva neanche lui dove voleva andare. Quella proposta gli sembrò la più semplice da accettare, anche se non voleva farlo.

L'auto dietro la loro suonò di nuovo. Lui si infilò al posto del passeggero, e Raffaele partì.

«Scusa» mormorò, le lacrime continuavano a uscire senza accennare a fermarsi.

«Dopo. Ora mettiti la cintura.»

Obbedì all'istante quella volta, se la allacciò senza fare una piega, osservò Raffaele attraverso il velo di lacrime, lo vide accendere la radio su un canale di jazz che lui non aveva mai sentito, doveva averlo messo apposta per calmarlo.

«Scusa» disse di nuovo, la voce si ruppe sull'ultima sillaba. «Io…»

«Non ora. A casa. Adesso ascoltiamo musica e ci calmiamo, tutti e due.»

Nuru annuì e chiuse di nuovo gli occhi, sentiva le ciglia appesantite, bagnate di lacrime, non ci badò. Si abbandonò al sedile e cercò di concentrarsi sulla musica.

Quel giorno i due avevano litigato di brutto, Nuru era stato colpito da un episodio maniacale di quelli che gli venivano da quando aveva iniziato la disintossicazione. Aveva detto cose molto cattive, Raffaele aveva risposto al contrario di ignorarlo come faceva sempre, anche lui doveva aver avuto una brutta giornata, e la situazione era degenerata.

Lui si era spaventato di quello che aveva detto e fatto, era uscito di casa sbattendo la porta, e aveva iniziato a correre. Per sfogare la frustrazione, per superare la velocità dei suoi pensieri, per liberarsi, per allontanarsi dal compagno, per tante altre cose insieme.

Furaha // alla ricerca della felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora