Il sole sorgeva sulla capitale come la primavera sull'inverno, risvegliando il mondo dal lungo letargo.
L'astro era un'esortazione al congedo per agli innamorati che di notte avevano uno spiraglio di libertà mentre il giorno ne spegneva le speranze con la sua malignità.
In uno dei tanti edifici a quaranta piani di Seoul, un giovane con gli occhi ancora incollati dal sonno si affacciava dal grande finestrone del salotto invocando un dio in cui avrebbe creduto se solo qualcuno gli avesse insegnato a conoscerlo.
L'alba era l'unico momento della giornata a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Il silenzio era irreale, un capriccio della sua mente illusa che cercava un po' di pace in ogni angolo.
Respirò a pieni polmoni gli ultimi strascichi della notte e chiuse il vetro dirigendosi verso la cucina angusta su cui bolliva un pentolino.
Il profumo del caffè solubile si disperse nell'aria.
Udendo dei suoni molesti provenienti dall'unica camera del dormitorio chiese «Cosa succede?» Non ottenendo risposta.
Udì qualcuno bussare alla porta del bagno e una voce lamentosa dire «Jungkook-ieeeee apri!».
Taehyung si era appena svegliato e il bisogno impellente di andare in bagno si era fatto sentire.
Jungkook aprì la porta poco dopo.
Si era alzato per primo per evitare di venir disturbato nel bel mezzo del trattamento mattutino*.
Quando alzò gli occhi verso chi gli era avanti, notò che le occhiaie del maggiore erano rese ancora più scure e profonde dalla carnagione chiara e gli occhi appena aperti gli davano un aspetto spettrale.
Taehyung lo tirò bruscamente fuori dal bagno e si chiuse all'interno.
Il minore continuò per la sua strada dirigendosi verso la camera da letto e successivamente verso l'unico materasso singolo.
Si vestì velocemente ed uscì dalla stanza in tempo per darsi il cambio con Taehyung e quest'ultimo per cedere il posto in bagno al leader.
Seokjin dalla cucina teneva sotto controllo ogni loro movimento per poter intervenire al minimo accenno d'irascibilità.
Le prime ore del giorno erano le più critiche.
Uno ad uno i giovani si alzavano e si preparavano per le varie attività della giornata.
Erano perfettamente sincronizzati.
Simulavano i meccanismi di un orologio svizzero nel quale il minimo intoppo portava l'intera catena a frantumarsi.
Seokjin aspettò che i compagni lo raggiungessero e quando li vide prendere posto al piccolo tavolo, si affrettò a versare il caffè nelle tazze dei più grandi accompagnandolo con dei biscotti.
La colazione era il pasto più importante della loro giornata anche se a volte era l'unico.
«Cosa abbiamo in programma oggi?» chiese Taehyung mettendo in bocca un biscotto.
Namjoon bevve il caffè e riappoggiò la tazza sul tavolo esclamando «Abbiamo palestra nel pomeriggio mentre stamattina...- ripescò la lista nel cassetto della memoria- ...credo che la manager verrà a ispezionare gli uffici».
Ricordò che il CEO lo aveva messo al corrente della confusione in cui si trovava la ragazza e del fatto che avesse bisogno di tempo per mettersi in pari con le pratiche aziendali nel sovrumano tentativo di capirne il funzionamento.
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U Are my Home
Fanfiction𝐏𝐑𝐈𝐌𝐎 𝐋𝐈𝐁𝐑𝐎: 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐀 𝐋𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐬𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞. - 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 "𝐈 𝐧𝐞𝐞𝐝 𝐔" 𝐝𝐞𝐢 𝐁𝐓𝐒 - - Tratto dal te...