[Capitolo 20] - Nightmares

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Gli incubi sono sogni travestiti, rispecchiano la nostra realtà ma a differenza dei primi, ci mostrano il punto di rottura. Nell'enorme stanza che abbiamo tra i meandri del subconscio esiste un mondo, il regno degli incubi.

Ogni notte, vengono ripescati da un grande calderone i ricordi importanti, quelli che servono per ricordare cosa ci spinge ad agire, quello che ci ha guidati nel nostro cammino verso il futuro e ciò che ci tiene puntellati al passato.

Tal volta, anche quando si è arrivati alla fine di quel mondo, il ricordo di ciò che si è vissuto nel viaggio, impedisce di vivere tranquilli perché le paure, i mostri nell'armadio, le sofferenze provate, sono tutti uniti sotto lo stesso nome.

-Chiyako to Mouse

Quando chiudiamo gli occhi, non sappiamo cosa accadrà.

L'atmosfera nera come il petrolio che ci potrebbe circondare, rende il nostro riposo movimento e agonizzante.

Le parole di chi ci ha ferito mortalmente sono come i pezzi di vetro che piano piano togliano dalla pelle per lasciar spazio alla vita.

Non si può cambiare il corso dei pensieri nella nostra testa ma possiamo cambiare vivendo nel miglior modo possibile, accumulando ciò che di più bello abbiamo eliminando il marcio e lasciando il buono.

In base a cosa viviamo e a come viviamo nei sogni vivremo meglio o peggio.

«È colpa tua se lei non c'è più, sei tu la colpevole» quella voce martellante la seguiva fin da quando ne aveva ricordo.

Gli occhi azzurri piccoli e aguzzi con il colore particolare, simile all'oceano mosso dalle barche che con violenza ne tagliavano la sommità. I capelli ricci e crespi, il tutto accompagnato da un sorriso smagliante, che aveva amato e odiato per un numero infinito di giorni, quell'ultimo le sputava velenoso delle parole senza fondo «Ti tengo d'occhio».

«Seori a che ora abbiamo l'aereo?».

La valigia prendeva polvere vicino al comodino in legno, che si trovava accanto alla ragazza con gli occhi chiusi e il capo chinato leggermente in dietro, che aspettava il resto del gruppo nella hall dell'hotel.

I BTS avevano preso le valigie e si stavano dirigendo più o meno ordinatamente, verso il mezzo che li avrebbe portati all'aeroporto in direzione dell'ultima meta del tour.

Con la lentezza dei gatti Seori si riportò in posizione eretta, concedendo attenzione a colui che l'aveva interpellata «Tra cinque ore... state calmi» al contrario suo, i ragazzi erano frenetici. Sembrava avessero paura che il comandante non li avrebbe aspettati.

«Sei sicura che riusciremo a prendere l'aereo in tempo?» le richiese e Seori stanca di ripetere le stesse cose come un disco rotto si alterò.

«Sì, per la cinquantesima volta» disse con tono glaciale.

Non voleva frenare l'entusiasmo generale ma erano passate due settimane dall'inizio del tour ed aveva passato ogni notte in bianco, per colpa di Yoongi.

Il motivo per cui aveva sottoposto il suo corpo e il suo spirito ad un simile atto "eroico", era perché il ragazzo aveva deciso da prima di partire d'impiegare le notti a comporre.

Nei due mesi precedenti alla partenza, Suga aveva subordinato l'uscita del suo mixtape.

Scriveva, componeva e mixava instancabilmente e per Seori dovergli ricordare di riposare, era diventata una vera lotta.

Doveva impedire ad un tale incosciente di ammalarsi dalla stanchezza ma era testardo e irascibile quanto un toro e lei non poteva di certo farsi saltare i nervi ogni giorno, a causa sua.

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