La pelle di Albedo è un velo, lascia scorgere le vene che si dipanano sulle sue braccia come affluenti su una mappa. Sucrose è abituata a scrutarlo mentre risponde alla gente, mentre annuisce con un movimento sicuro ma controllato, come al solito, e poi sorride appena. Lei sa benissimo cosa sta pensando, in ogni istante: è soddisfatto, perché ancora una volta ha potuto dimostrare a qualcuno la sua bravura. Le guance di Cyno sono diventate rosse, appena ha capito di avere davanti la persona che stava cercando, e quell'imbarazzo misto ad ammirazione è ciò che Albedo desidera dal mondo, anche se non lo direbbe mai a nessuno.Solo Sucrose può capirlo.
E non perché sia particolarmente brava a comprendere i pensieri altrui; soltanto perché lui è Albedo, e Sucrose adora osservarlo, come se fosse un ingrediente da studiare per prepararsi al suo utilizzo.
No, detto così suona male. Non potrebbe davvero fare questo esempio. Il concetto però è quello: Albedo ha un odore familiare, una forma conosciuta e un suono comprensibile. Ha occhi tondi e chiari, che si stringono quando è felice.
Un po' come sta succedendo adesso.
Si è alzato in piedi, addirittura, per rispondere a Cyno. Ha incrociato le braccia, come fa se è sicuro del risultato, e sorride. Si sente fiero. Allora anche Sucrose sorride, perché le sembra tenero.
Dove chiunque vede competenza, ambizione e autorevolezza, lei vede il resto.
A volte, quando si sente stanco, Albedo rimane seduto sul terreno a fissare il cielo per ore. Non mangia mai molto, quindi lei spesso gli offre qualcosa, ma deve farlo senza chiederlo, o lui rifiuterà. Gli si mette accanto e basta, gli porge del cibo, e lui lo prende e mangia. Mangiano insieme, vicini, fra la polvere, esausti, sudati, spettinati, in silenzio.
Solo Sucrose lo ha visto in quei momenti.
Dopo torna in sé e corre a lavarsi, cambia i vestiti, si pettina con attenzione maniacale. Lei lo osserva senza commentare, perché sa che è il modo in cui lui funziona. Sa che ogni tanto Albedo è triste, tanto triste, e che non esiste nulla da fare se non stargli vicino e porgergli qualcosa di buono, in modo che possa nutrirsene. Nel resto del tempo sa essere perfetto, veloce, produttivo e loquace, ma quei momenti sono i più reali e lei lo sa. Per questo si sente così orgogliosa, adesso, nel vederlo ritto e brillante. Per questo assiste alla scena senza smettere di sorridere.
Perché Albedo, in fondo, ha bisogno di qualcuno che lo veda sul serio ma che sappia tacere. E quel qualcuno non sarà Jean, con la sua compostezza gentile, o Klee, ancora troppo giovane per poter comprendere, o Noelle, con le sue aspettative pesanti, o chiunque altro. No, Albedo ha bisogno di una persona meno utile, invisibile, a cui poter donare il suo dolore senza parlarne, perché non ha importanza e non servirebbe.
Solo Sucrose è la sua assistente.
Poi sente il peso di altri occhi e si gira a cercare.
Incontra Collei, che sobbalza e arrossisce. Si fissano per qualche istante.
Entrambe guardano altrove in fretta, giocano con le dita, muovono le gambe e si sfiorano le ginocchia. Sono simili, Sucrose lo ha notato, ma Collei è difficile da interpretare. Ha uno sguardo pieno di spavento, c'è in fondo qualcosa che non conosce.
Collei sembra vergognarsi di esistere, sembra cercare un nascondiglio, ma non è abituata a essere invisibile. Al contrario, è circondata da persone che non smettono di fissarla. Sucrose la invidia un po': è fortunata. Probabilmente, Tighnari e Cyno non la abbandonerebbero mai, e poi è persino amica di Amber. Sucrose conosce Amber, ma non potrebbe dire di essere una sua amica; in effetti, non potrebbe dirlo di nessuno al mondo.
La guarda ancora, di nascosto. Gli altri continuano a parlare, ma Collei è intrappolata in un pensiero e non li ascolta. Chissà cosa le gira per la testa.
Secondo Sucrose, gli esseri umani sono dei soggetti interessanti; ognuno ha un cuore pieno di cose diverse, e lo si può scorgere solo spiando in silenzio, quando il mondo intorno fa rumore.
Era piacevole avere degli amici, un tempo, ma ora non ci sono più e si è abituata all'idea: le persone se ne vanno, svaniscono, smettono di esserci, e non serve piangere o farsi domande.
Anche Collei se ne va; potrebbe tornare, e hanno promesso di scriversi, però se ne sta andando. Cyno e Tighnari la scortano come fosse una principessa, e Sucrose la invidia ancora un altro po'. Se solo potesse anche lei avere un passato così triste, forse qualcuno la considererebbe preziosa e non la lascerebbe mai da sola.
Ma lei non è una principessa.
"Andiamo?" le chiede Albedo, mentre gli altri si allontanano. E di nuovo tutto è come al solito, e ne è felice, anche se non è perfetto.

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Windblume
FanfictionUna raccolta di brevi storie sui personaggi che hanno partecipato all'evento Windblume 2023. E molto fangirling per Cyno. ❤️