- Case of Mika -

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Mika ci ha pensato a lungo; ora stringe un soffione fra le dita, mentre aspetta di fronte alla Cattedrale di Mondstadt. Sta seduto sul muretto e lascia che le gambe pendano e ondeggino, perché farlo aiuta a far passare il tempo.

Non era sicuro. Non vorrebbe mai venire frainteso; è rimasto in dubbio fino all'ultimo, si è sentito stupido e infine ha deciso. Deve imparare ad agire con determinazione, glielo hanno ripetuto più volte. E allora lo farà: ha colto quel fiore in fretta, provando a non farsi notare da nessuno, e ha corso fin lì non per nascondersi, ma per non darsi modo di cambiare idea per la vergogna.

Non c'è nulla da temere, in fondo. Le sue intenzioni sono cristalline e innocenti.

La signorina Barbara, del resto, è gentile con tutti e sa essere un vero angelo. Non è solo molto carina (e Mika non potrebbe sostenere di non averlo notato, ecco), ma è generosa e riesce sempre a farlo sorridere, anche dopo le giornate più impegnative. Ha sempre un momento per chiunque, una parola per tutti loro. In quella giornata speciale, Mika vuole ringraziarla.

Non serve che il viso divenga così caldo, insomma. Nessuno potrebbe capire qualcosa di male, dal suo gesto. Certo, lei è una ragazza e lui è un ragazzo, ma non deve per forza voler dire qualcosa, giusto? Lui la pensa così. Cioè, ovvio che a Mika non dispiacerebbe proprio del tutto se Barbara si accorgesse di lui in un senso un po' più personale, rispetto al limitarsi a sistemare garze e cerotti... ma è naturale, in fondo. Hanno quell'età lì, come dice sempre Lady Lisa. No?

Se qualcuno gli chiedesse di parlare con estrema sincerità (come Mika, ancora attendendo, ora immagina), risponderebbe che sotto sotto potrebbe esistere un pizzico (ma proprio un piccolo pizzico) di speranza, al riguardo, però... è soltanto un istinto spontaneo. Solo perché Barbara è, insomma, bella, e lui è, be', giovane, ed entrambi sono...

"Mika! Che fai qui?"

La voce di Bennett lo fa sobbalzare.

"Oh, salve! Non ti avevo visto!"

Entrambi guardano le mani l'uno dell'altro. Entrambi hanno in mano un soffione. Poi si scambiano un'occhiata e ridono, pieni di imbarazzo.

"Ah..." Bennett si massaggia la testa, come fa sempre quando il mondo lo mette alla prova. "Stavi..."

"Sì, cioè, anche tu...?"

"Ma chi... per chi...?"

Mika abbassa lo sguardo. Sa bene che non ci sarebbe niente di male, perché lui è comunque giovane come Bennett e come lui desidera avere una ragazza e divertirsi, e sentirsi amato, e contare qualcosa, ma sa quanto Bennett rischi di perdere il coraggio con facilità, e quanto forse sarà già difficile per lui riuscire a non combinare qualcosa di complicato nella semplice azione dell'entrare in Cattedrale. Non vuole perciò ostacolarlo per nulla; torna a fissare il suo amico e sorride, il più possibile.

"Eh, io... eh eh... Sai, Rosaria..."

Bennett sgrana gli occhi e poi urla agitando le braccia. "Che coooosa? Sei serio? Rosaria!!"

"Sssh!" Mika lo tiene fermo e ridono insieme, in effetti è ridicolo.

"Ma dici davvero? Che coraggio! Sei sicuro che quella non ti trasformi in un ghiacciolo anche soltanto per averle rivolto la parola?"

"Ah ah, ma no, non è poi così cattiva!"

"Contento tu. I gusti son gusti, capisco. Pensa che Razor mi ha chiesto quale fiore portare a Lisa... Andiamo bene, tutti con le tardone, qua!"

Qualcuno fa capolino dal portone e fa cenno di entrare. L'attesa sarebbe conclusa, ma Mika rimane immobile e lascia che l'amico prosegua.

"Allora a dopo. Poi fammi sapere, se sopravvivi!" gli dice Bennett.

"Certo, anche tu. Mi raccomando, non parlare troppo, ok?"

"Ci provo, dai."

Lo segue con gli occhi mentre entra, il portone si chiude. In quella giornata così piena, è difficile ottenere udienza da un personaggio come Barbara; accetta solo poche richieste. Sarà meglio andar via, non ha senso attendere per fare solo una brutta figura.

La decisione, in fondo, Mika l'ha presa. Forse non era proprio quella che intendeva, però c'è stata. E... di quella, in un certo senso, comunque si sente orgoglioso.

Mentre sta per andarsene, da dietro un angolo gli si para di fronte Rosaria, con uno strano sorriso enorme su tutta la faccia.

"I soffioni mi piacciono molto" dice. "Sei un po' troppo giovane, in effetti, ma chi lo sa. Fra qualche anno diventerai di sicuro un ragazzo meraviglioso, Mika."

Lui la guarda a bocca aperta, non sa se spiegare. Poi capisce che non serve. Lei ha capito benissimo, è solo gentile. Allora annuisce, le porge il fiore, lei lo prende.

Insieme scendono i gradini e camminano per la piazza, in silenzio, e il sole li scalda.

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